𝐈𝐈

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Ciao, fratello
Qui è tutto un casino. Però mi piace, perché riesco a passare almeno due ore al giorno dissociandomi da quello che ormai è passato. Mi tengo impegnato.
Poco meno di un mese fa Audrey, Calum, Ashton ed io ci siamo diplomati, ma questo già te l'ho detto, eppure ancora stento a crederci. A meno che abbiano deciso di tenere conto solo degli ultimi tre mesi di compiti, sospetto che sia stato sololamente perché mio fratello è morto e sapevano perfettamente che non avrei sopportato un anno di più in quella scuola del cazzo. La Lincoln High School è ormai il passato. Ora non devo più camminare davanti al tuo armadietto ogni santa mattina, non devo più fingere di non vedere le persone che passano a lasciare fiori davanti alla foto tua e di Michael.
Così tanti ti amavano, Luke. Calum, prima della vostra cerimonia nella palestra, mesi fa, ha convinto la Preside a mettere i vostri nomi nell'album degli studenti migliori mai passati tra quelle mura. Ha inserito anche i nostri nomi. Quelli che Passeranno alla Storia ora occupano una pagina intera nell'album scolastico. Michael andrebbe fuori di testa.

Io e i ragazzi entriamo e usciamo dalla clinica per avere sotto controllo le pesti. Tengono Audrey sveglia tutta la notte, e lei a loro volta tiene svegli me e Calum perché ha detto col cavolo che saró solo io a sopportare tutto da sola. Sono due maschi, comunque. Ho vinto quaranta dollari perché Calum ci avrebbe messo la mano sul fuoco che sarebbero state due femmine, e Ashton puntava su un maschio e una femmina. Con i soldi ho comprato a mamma un regalo per il suo quarantesimo compleanno. Era solo una collana con un ciondolo con i nostri nomi sopra, ma lei si è messa a piangere lo stesso. Mi ha tenuto stretto per minuti interminabili.
Io ho finito le ore di servizi socialmente utili a cui mi aveva condannato il tribunale. Non è stata una gran fatica, dovevo ripulire la spazzatura dalle strade e piantare fiori nelle aiuole insieme ad altri piccoli criminali, e finito il turno ci radunavamo in un vicolo e condividevamo birre e canne. Dopo quattro giorni è arrivato pure Brandon Flynn, era finito lì per aver strusciato il culo su una volante. Mentre parlavamo mi ha detto che i suoi genitori cercavano alcuni dipendenti per il loro call center, e allora ho trovato un nuovo lavoro. Da tre giorni a questa parte passo tutta la mattina a parlare con degli sconosciuti, cercando di vendere materassi e cuscini e, anche se la metà della gente mi chiude in faccia, sono comunque riuscito a vendere qualcosa. La paga è buona, c'è l'assicurazione e spese mediche comprese, quindi d'ora in poi se avró una crisi mamma non dovrà preoccuparsi di sganciare la grana per l'ambulanza. É molto più di quanto Jimmy John's avrebbe mai potuto offrirmi.
Ora ho diciotto anni, un lavoro stabile e due figli in arrivo. Vorrei poter avere ancora un fratello, ma sto cercando di non pensarci.
In ogni caso, Maya ieri ha detto che sta ricominciando le chemio. Sembra essere sempre triste, si tira in piedi a fatica. Ogni tanto viene a trovare Audrey, cerca di non guardarmi in faccia e parlano del futuro e di mitologia greca e di pittori. Quando nei dintorni c'è pure Ashton allora la stanza si trasforma in un centro ritrovo di teorie del complotto, simbologia ed esoterismo. Maya sa tante cose. È una sveglia. Era quella giusta per te. Si vede lontano un miglio che pure lei pensava tu fossi quello giusto per lei.

Ora siamo tutti maggiorenni, stiamo diventando adulti, e io devo imparare di nuovo a stare al mondo. Non è molto diverso da prima, devo sempre pagare le bollette e lavorare e preoccuparmi della spesa, ma ora mi sento parte del mondo, parte dei rischi e delle responsabilità che comportano l'avere diciott'anni e non sapere come sarà il futuro, o chi sono realmente. Sto tornando a fare parte della società, ad uscire di casa e tenere discorsi articolati. Mi sento diverso da prima. Più noioso, forse. Il percorso tra diventare grandi e diventare noiosi è direttamente proporzionale.
La mia vita sta andando avanti, e non so se sono io a controllarla o sta semplicemente lanciandosi in balìa degli eventi.
Continuo a parlare con la Brown, ci siamo visti ieri da Gemini, e non posso fare a meno di chiedermi perché abbia sempre tanta voglia di avere a che fare con me. Probabilmente le faccio pena. È stata lei a convincere mamma a farmi ricoverare in ospedale per la seconda volta. Lì mi hanno bucato le vene e costretto a mangiare cibo vero. Io continuavo a dire che non lo volevo, che dovevano lasciarmi solo, e che non mi importava se fossi morto di fame o di asfissia. Mamma aveva iniziato a piangere. Calum era a tanto così da tirarmi un pugno in faccia. E ho visto il dolore negli occhi di Audrey, che cercava la mano di Ashton. Hanno avuto paura di parlarmi per tutti e quattro i giorni in cui sono stato trattenuto lì dentro. Avevano paura di sentirmelo dire di nuovo, si capiva. Poi la Brown stava su una sedia in plastica davanti al lettino, come facevi tu quando avevo avuto una crisi, e mi stringeva la mano mentre piangevo tutte le mie lacrime, fino a quando mi addormentavo dalla stanchezza.
Dice che sto facendo progressi. Ora riesco a mangiare. Sto riprendendo i chili persi, un po' alla volta, ma è più difficile di quanto pensassi. Ad ogni chilo in più mi sento ad un passo dal dimenticare quello che sono stato. Quello che sei stato tu, e che siamo stati entrambi. Ho paura di arrivare al giorno in cui mi accorgeró di non averti pensato per un'intera mattina. Ho paura che ricordarmi di te non mi farà più piangere, ho paura di farmene una ragione e arrivare a patti con il mondo. Ho paura di diventare padre. Ho paura di sbagliare qualcosa già adesso che i miei ragazzi non sono ancora nati. Ho paura cosa il mondo potrà fare loro. Ho paura delle moto e degli incroci e delle ambulanze.
Sono terrorizzato.

BOREDWhere stories live. Discover now