𝐈𝐈𝐈𝐈

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Ciao, Luke.
Sono io. Sempre Carter. Non posso fare a meno di disturbarti pure quando non siamo insieme. Mi dispiace, sul serio, ora ti starai lamentando con Michael del fatto che non ti lascio in pace un istante. Ma non mi importa. Mi piace infastidirti, mantenere le vecchie abitudini, come quelle notti in cui non riuscivo a chiudere occhio, e ti svegliavo perché volevo parlare con qualcuno. Tenevi il muso per un paio di minuti, ma poi ti lasciavo blaterare di qualunque cosa tu volessi e allora iniziavi a sproloquiare su libri e storia e fisica quantistica e dimensioni parallele. Mi sedevo ai piedi del tuo letto ad ascoltarti e, quando toccava a me e ti vedevo chiudere gli occhi, cominciavo a saltare sul letto per impedirti di lasciarmi di nuovo da solo con i pensieri. Ho sempre invidiato il fatto che tu riuscissi a dormire con una tale facilità; certe volte neanche mi accorgevo che ti fossi riaddormentato, per quanto bene ti riusciva farlo. E allora mi toccava infilarmi sotto le coperte e cercare di spegnere i pensieri. Credo fosse sempre stato questo, il problema: il mio cervello prende a funzionare nei momenti meno opportuni. Tipo quella volta che Ashton ci ha portato ad una delle sue meditazioni di gruppo, insieme a tutti quegli altri hippie strafatti con le collane di ametista e mandala tracciati con i pennarelli colorati su qualsiasi parte del corpo. Dio, quei ragazzi erano fenomenali, riuscivi a respirare l'aria degli anni 70 e sentire canzoni di Bob Marley e Janis Joplin solo a guardarli. Devo chiedere ad Ashton se ha ancora il contatto di quella Margot. Vendeva roba di prima qualità, la migliore che io abbia mai fumato. L' avevo sentita dire ad Audrey che l'ingrediente segreto erano fiori di Loto Blu. Dovrei procurarmi dei fiori di Loto Blu. In ogni caso ho perso il filo del discorso, come sempre, e tutto questo era solo per dire che il mio cervello ha un qualche malfunzionamento nel sistema o che ne so, e che in quella seduta di meditazione avrei davvero dovuto trattenermi dal ridere, nonostante quei fiori di Loto e chissà che altro continuavano a riportarmi alla mente l'immagine immacolata della regina Elisabetta in sella ad un velociraptor durante una qualche guerra di indipendenza preistorica contro la tirannia rettiliana. Alla fine Ashton non mi ha più chiesto di venire ai suoi convegni spirituali.
In ogni caso.
Oggi ho ventitré anni. Mi viene da pensare che fino a sei anni fa non avrei creduto di poter arrivare ai venti. Pensavo di essere destinato a morire prima di assaggiare i piaceri del mondo, di prendere il diploma, di poter comprare alcol da solo e guardare film a luci rosse senza dovermi imbucare di soppiatto nella sala cinema. Sono ancora un giovane poppante, ma sembra di aver impiegato millenni per arrivare a questo punto. Non so se dove sei tu ora si festeggino gli anni, se crescete d'età ma senza che quella vi lasci il segno sul volto, oppure se invecchiate e diventate brutti e raggrinziti con il passare del tempo. Anche se credo si diventi brutti e raggrinziti solo stando al mondo. Quindi siete fortunati.
Ashton dice che le anime dei morti sorveglino quelle dei vivi, dice che alcune volte cercano di richiamare l'attenzione di coloro che possono percepire la loro presenza. Stamattina ho acceso la radio, quella che mi imploravi sempre di spegnere quando dovevi studiare e io decidevo di far sentire a tutto il vicinato roba come i My Chemical Romance e simili. Ero proprio una testa di cazzo. Mi dispiace per averti fatto arrabbiare.
In ogni caso, dicevo che ho acceso la radio e l'ho sintonizzata sul primo brano che mi è sembrato orecchiabile. Nulla di chissà quanto fenomenale, ma volevo rallegrare un po' la mattinata; c'era quell'annuale aria stantia che sembrava sussurrare "Anche lui. Anche lui avrebbe dovuto compiere ventitré anni". Quindi ecco, ci siamo messi ad ascoltare questa canzone e all'improvviso è successa una cosa strana. La radio ha avuto un problema nel sintonizzarsi con la stazione, finendo per farci ascoltare uno speaker dire "Io mi chiamo Luke Qualcosa e questa è Radio Qualcosa". Poi, cosa ancora più fantasticamente strana, è partita la tua canzone preferita. Every Time I Look For You. E mi sono messo a piangere.
Forse è solo una coincidenza. Ricordo che Maya ripeteva sempre che le coincidenze non esistono, e che tutto accade per una ragione. Una volta le ho chiesto quale fosse la ragione per la quale mio fratello fosse morto. Il motivo trascendentale per il quale mi abbia lasciato solo al mondo e non gli è stata concessa un'altra possibilità.
Un po' per il mio tono del cazzo e un po' perché non voleva peggiorare la situazione, non ha risposto. Ora mi chiedo quale sia il motivo per il quale pure lei è morta. Aveva il cancro, certo. Ma perché aveva il cancro? Quando ci penso mi perdo a immaginare una serie di scenari in cui tutto sembra meno orribile di quello che è realmente. Forse una parte inconscia di lei sapeva da tempo che tu saresti morto, e morire di cancro era l'unica possibilità le fosse stata concessa per stare di nuovo insieme a te. E perché a me non è mai stata data, questa possibilità?

BOREDWhere stories live. Discover now