28 ✘ 𝐓𝐎 𝐁𝐄 𝐀𝐋𝐈𝐕𝐄, 𝐘𝐎𝐔 𝐇𝐀𝐕𝐄 𝐓𝐎 𝐃𝐈𝐄 𝐅𝐈𝐑𝐒𝐓

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「 𝐋𝐮𝐤𝐞 」

«Inizio io.» Prendo uno shottino, ma Carter me lo toglie dalle mani prima che possa buttarlo giù in un colpo secco. «Niente alcol per te.» Alzo gli occhi al cielo.
«Vuoi che beva del fottuto succo di frutta?» Prendo un altro bicchierino dal vassoio al centro del tavolo, e ingoio la vodka sotto lo sguardo rassegnato di mio fratello.

«Okay, allora» Mi schiarisco la voce. «Sono stato scaricato da colei che sarebbe potuta essere l'amore della mia vita, non riesco a mantenere alcuna relazione, ho fatto sesso la prima volta con la sorella del mio migliore amico e sono praticamente un cazzo di alcolizzato, a quanto dite tutti voi. Per non parlare dei pessimi genitori. Mio padre quando ero piccolo mi lasciava in macchina e se ne andava in casa delle sue amanti, io lo aspettavo con un finestrino mezzo abbassato a giocare con i tappi delle bottiglie sul cruscotto della macchina. Mia madre dopo il divorzio ha toccato il fondo, e pure ora che ha un'altra figlia con un altro uomo piange ancora l'abbandono di mio padre. Lui è uno stronzo del cazzo, ma lei lo ama ancora. Ed è la stessa cosa che sto facendo io con Maya. Oh, e mi do la colpa per non essere stato il figlio che i miei genitori avrebbero voluto. Continuo a dirmi che forse è colpa mia se siamo finiti allo sbaraglio. Passo e chiudo.»

Brindiamo, poi è il turno di Calum. Carter mi guarda di sottecchi, finge di non aver prestato attenzione o forse non aver capito quello che ho appena detto, e spero che dopo non tiri fuori l'argomento. Cerchiamo entrambi di distrarci guardando Calum schioccare la lingua sul palato e ride. «Mia madre si comporta come una quindicenne arrapata, mi sono occupato di mia sorella fino a pochi anni fa, cercando di garantirle una vita uguale a tutti gli altri ragazzi della sua età, nonostante la sua sindrome di Down. Mio padre è un ricco del cazzo che crede di rendere i suoi figli felici dandogli cinquecento dollari a settimana per poi levarsi dalle palle e scoparsi le sue dipendenti. Io ho problemi di rabbia, un polso rotto che mi prude da morire e sono alla costante ricerca di approvazione.»

Brindiamo di nuovo. Adesso tocca ad Ashton. «Mia madre è in una clinica per tossicodipendenti, ci è finita dopo essere stata trovata a iniettarsi la sua merda nel braccio mentre io stavo affianco a lei sul divano. Avevo sette anni. Poi è uscita, ma tre anni dopo papà l'ha trovata a fumare crack in bagno. Io mi spacco di canne e spaccio erba nonostante non abbia affatto voglia di fare la sua fine, ma a stare con gli zoppi impari a zoppicare, no? Non voglio trovare l'amore perché so che un giorno questo finirà, e se finirà poi staró male, e se staró male poi faró decisamente la fine di mia madre. Quindi mi circondo di piante di marijuana da curare per pensare ad altro, ma non credo funzionerà a lungo. Probabilmente mi sento solo. Finito, a chi tocca?»

Audrey alza la mano, mentre con l'altra porta il suo shottino di acqua frizzante alla bocca e lo manda giù. «Bene, allora... Non ho mai conosciuto i miei genitori, sono stata adottata da mia madre ed Harry quando avevo due anni. Lei non poteva avere figli e, insomma, a loro sono toccata io. Mamma se n'è andata quando papà le ha detto di essere gay e che aveva una relazione con Louis. Da quel momento ho due padri, ma li amo entrambi quindi non mi importa. Fino all'anno scorso campavo di frutta e verdura, pesavo ogni singola cosa che mangiavo e poi andavo a vomitare tutto nel cesso cercando di non farmi scoprire. Mi ficcavo le dita in gola e poi mi lamentavo della fame del mondo. A volte mi odio così tanto da dover coprire tutti gli specchi che ci sono in camera, e mi stendo sul letto sperando solo di poter diventare un'altra persona da un momento all'altro. Mi sento a disagio con qualsiasi essere umano ad eccezione di voi e i miei genitori, non so socializzare, a volte sono talmente odiosa da volermi prendere a pugni da sola.»

«Porca puttana, Aud», sbotto.
Lei sorride. «Il prossimo!»
Carter prende parola. Ingoio un groppo in gola. «Due anni fa ho tentato il suicidio, odio i miei genitori, tratto di merda mio fratello e poi mi sento in colpa a pensare che se un giorno si farà trattare come una pezza da qualcuno sarà stata colpa mia, perché ormai si sarà abituato ad essere trattato da schifo e passerà la vita ad autocommiserarsi e dare tutte le colpe a se stesso. Ho difficoltà d'apprendimento a causa degli attacchi epilettici, o roba del genere. Fatico a mostrare i miei sentimenti alle persone e non riesco a chiedere scusa. La mia media scolastica è insufficiente, rischio di non riuscire a prendere il diploma e quindi dovró passare la mia esistenza a fare un lavoro che odio per mantenere la mia famiglia. E sono stato in prigione, voglio uccidere mio padre e buttare i suoi fottuti pezzi nel lago St Claire per poi ripristinare la mia vita dall'inizio. La mia unica fonte di vita siete voi piccole menti malate, anche se Audrey e Calum litigano spesso e questo mi agita. E odio Warren, il Michigan e l'America per essere solo una schifosa nazione sfruttatrice di diritti umani piena di odio e violenza. E odio pure me stesso per non essere riuscito a fare qualcosa di buono in quasi diciotto anni di vita.»

BOREDWo Geschichten leben. Entdecke jetzt