3 ✘ 𝐐𝐔𝐈𝐓 𝐘𝐎𝐔𝐑 𝐁𝐈𝐓𝐂𝐇𝐈𝐍'

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「 𝐂𝐚𝐫𝐭𝐞𝐫 」

«Porca puttana Carter, di' anche solo una parola e giuro che ti faccio fuori.»
Quando giro la chiave nella serratura della porta d'ingresso e poi la apro con un colpo secco, la faccia di Luke mi si presenta davanti contornata da un misto di ansia, stanchezza, paura e forse qualche istinto omicida. Tra le braccia regge Lucifero, che continua a piangere sbattendo le piccole mani sulle sue spalle. La maglia è imbrattata di un liquido molto simile a vomito.

«Dalla a me» senza dire nient'altro -un po' per paura che davvero possa iniziare a dare di matto – allungo le braccia, e lui non se lo fa ripetere due volte; in pochi secondi lo vedo buttarsi sul divano a peso morto e io sento le urla della bambina accoltellarmi l'udito. La annuso. Comunque è vomito sul serio.
«Un quarto d'ora solo con lei e sei già in questo stato?»

«Sta' zitto», si passa le mani sul volto, sfrega i polpastrelli sulle palpebre e poi passa una mano tra il ciuffo biondo. Metà gli ricade sugli occhi, ma lui non ci fa caso e continua a guardarmi con le palpebre ridotte a due fessure.
«Saresti dovuto essere qui un'ora fa. Dio, Carter, certe volte vorrei proprio darti un pugno in faccia.» Gesticola. Lo fa sempre quando si sta trattenendo dal dire o fare qualcosa. In questo momento cerca di non mettermi le mani al collo. Lo fa anche mamma. È una specie di caratteristica ereditiera o cose così.
Anche se non credo a roba del genere, perché non si possono ereditare modi di fare. Si adottano dopo averli visti ripetere più e più volte da qualcuno, ma non sono ereditieri. O almeno credo. In realtà non mi interessa.

«Avresti potuto chiamare Ashton. È anche sua sorella.»
Cammino a passo strascicato fino alla cucina, Lily che si agita fra le mie braccia e Luke che continua a ripetere e ricordarmi quanto io sia irresponsabile e irrispettoso e stupido e infantile nei suoi confronti. Certe volte sembra proprio nostra madre. Altre volte si comporta come papà. È per questo che la sua presenza mi irrita la maggior parte del tempo.
«Ashton lavora, sta sera. Al contrario di te, che ti sei fatto licenziare tre volte nel giro di due mesi.»

Alzo gli occhi al cielo. Non è colpa mia se quelli non riescono ad accettare un paio di minuti di ritardo. E poi pretendono troppo. Quando il mese scorso lavoravo ancora con Audrey, la signora White non voleva che facessimo le nostre cose nel magazzino. Il che è proprio una richiesta impossibile, perché io sono io e Audrey per certi versi è facilmente influenzabile. Quindi, insomma, il giorno dopo ci ha licenziati entrambi. Ma non è colpa mia, peró Luke me lo rinfaccia come se lo fosse.

«Lily ha mangiato?» chiedo. Traffico un po' con le pentole accatastate nel ripiano inferiore della cucina, tirando fuori la prima che mi capita sotto gli occhi. Sento la voce di Luke dal salotto dire che ci ha provato, a farla mangiare, ma che lei ha rigettato fuori tutto.
Allora sposto la bambina sul fianco sinistro e con estrema maestria accendo i fornelli, riempio d'acqua la pentola e la lascio scaldare sopra il fuoco. Lily continua a tirarmi i capelli ininterrottamente e perciò sono costretto a sistemarla sul suo seggiolone, posizionare un piatto pieno di quella sua minestrina davanti ai suoi occhi verdi e fare alcuni di quegli stupidi giochetti per convincerla a mandare giù il boccone.

«So che fa schifo» le dico. Avvicino il cucchiaio alla sua bocca e lei storce il naso. «Ma nella vita ti toccherà ingoiare tante di quelle cose schifose che dopo un po' ci farai l'abitudine.»

Luke si appoggia allo stipite della porta, un'espressione impassibile in volto. «Parla un veterano.» Prego che la voglia di sfogarsi con me gli sia passata.
«Io lo faccio ben volentieri», ribatto. Lily ingoia un altro po' di quella pasta microscopica finché decide che ne ha abbastanza e ricomincia a piangere.
«Occupatene tu, devo finire di preparare la cena.»
Pulisco il casino che ha fatto la bambina e poi torno a prestare attenzione ai fornelli. Luke pare impettirsi.
«Io devo fare delle cose. Pensa tu alla bambina.»

BOREDWhere stories live. Discover now