23 ✘ 𝐍𝐎𝐓 𝐀𝐆𝐀𝐈𝐍

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「 𝐂𝐚𝐫𝐭𝐞𝐫 」

Quando mi sveglio vedo Luke ancora steso sul suo materasso, con gli occhi chiusi e il respiro regolare, vivo vegeto e sereno come non mai. Allora mi alzo dal letto scansandomi le coperte di dosso con un colpo secco, e in un paio di falcate lo raggiungo. «Coglione!» lo butto giù dal letto e lui caccia un urlo quando si ritrova con il culo a terra. Ne approfitto per lanciargli il cuscino in faccia.

«Cristo santo, ma sei impazzito?!» Si tira su stropicciandosi gli occhi, l'espressione di qualcuno che è stato appena svegliato da un bel sogno. Spero proprio che stesse facendo il sogno più bello della sua vita quando l'ho interrotto.
«Impazzito io? Impazzito io? Tu sei tutto scemo!» Mi volto verso l'entrata della porta, come a guardare un pubblico immaginario mentre indico mio fratello. «Questo è scemo!»
Luke mi osserva attentamente. Poi corruga le sopracciglia. «Carter, ma stai bene?»

«Sto benissimo, Luke, io sto benissimo!»
«Ma le hai prese, le medicine?»
Mi fa esasperare così tanto che sono costretto a scendere le scale e andare in cucina di tutta fretta, a farmi una bella tisana all'erba come mi ha insegnato a fare Ashton. A me neanche piace la tisana, non mi è mai piaciuta, peró stanno tutti a dire che funziona e allora ci provo. Farnetico con i pentolini e solo dopo ricordo di aver dimenticato il procedimento. Mentre impreco contro la mia memoria a breve termine Luke è appoggiato allo stipite della porta a massaggiarsi le tempie. Mi chiedo cosa cazzo abbia da massaggiare, se qui quello che sta per commettere un omicidio sono io.

«Te ne torni dopo quasi una settimana» sbatto sui fornelli la prima padella che mi trovo davanti «Salti le lezioni, fai convocare mamma dalla Preside» rompo due uova sopra la superficie abbrustolita della padella, perché avrò pure una memoria del cazzo ma le uova so cucinarle. «Mi fai andare fin sotto casa di Maya Ross, quella villa del cazzo, e tu lo sai quanto odio le ville del cazzo, solo per sapere se per caso ti ha visto vivo negli ultimi giorni» accendo i fornelli. Comincia a sorgere in me il presentimento che forse avrei dovuto accenderli prima, peró chi se ne frega, e metto a cuocere pure il bacon. «Ma non solo! Mi obblighi a fare i turni extra al lavoro per riuscire a rientrare con l'affitto, ti scopi la sorella del tuo migliore amico, prendi un'insufficienza al compito di matematica – matematica, Luke, matematica! E poi vieni qui e pretendi che tutto sia come prima. Ma dimmi, sei uscito fuori di testa?»
Mi volto a guardarlo, le mani ai fianchi che tremano dall'agitazione. Dovrei seriamente prendere le pasticche.

Lui invece se ne sta bello tranquillo a guardarmi con un sorrisetto in volto e l'aria di qualcuno che ha assunto droghe. Mi sento come se i nostri ruoli si siano invertiti, come se io ora stessi interpretando il ruolo del nevrotico come faceva Luke, e lui se ne sta spavaldo a guardarmi senza ascoltarmi davvero come facevo io prima di una settimana fa. Cristo santo, odio dover recitare questo ruolo. Peró uno dei due deve pur farlo, e in questo momento Luke è in tutt'altra posizione per permetterselo.
«Sono vivo. Sta' tranquillo. Non è questo l'importante?», mi fa.

Rido. Rido sempre quando sono nervoso. «L'importante è riuscire a rientrare con l'affitto prima che ci sfrattino, coglione. Siamo già in ritardo con il mese scorso. Kahli non ci permetterà più di stare qui se non le paghiamo le bevute». Kahli è l'ubriacona proprietaria della casa, vive a Roseville, ma rompe le palle come se si trovasse nella casa accanto. «Ha detto che se entro la prossima settimana non le paghiamo l'affitto del mese scorso, potrebbe darci un ultimatum.»

«Lo ha detto pure il mese passato, e quello prima ancora. Non vuole realmente sfrattarci.» Infila una mano nella padella e si porta un pezzo di bacon alla bocca. Sono felice quando capisce che brucia e finisce per scottarsi la lingua.

«E magari invece questo mese vuole sfrattarci sul serio, mh? Quindi muovi il culo, oggi dopo scuola andrai a guadagnare tutti quei soldi che non hai guadagnato in questi cinque giorni e-»
Luke sbuffa, mi volta le spalle e fa per andarsene. «Quando eri tu a scomparire non ti facevo una colpa per tutti i soldi che ci hai fatto perdere.»

BOREDWhere stories live. Discover now