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Era appena mezzanotte e Amy era a un passo dall'addormentarsi con i vassoi in mano. Betty la riscuoteva in continuazione per ricordarle le ordinazioni, mentre Chad la intimava di lavorare più in fretta.

Quel tipo era ancora lì, sempre allo stesso tavolo, con la stessa porzione di patatine che lei gli aveva portato ore prima e con la terza birra bionda alla spina.

Ogni volta che Amy faceva fuggire lo sguardo nella sua direzione, si stringeva il ciondolo e ripensava alle sue parole, ai suoi sguardi glaciali e ai suoi sorrisi indecifrabili.

«Amy, Grant vuole un'altra birra!» la informò Chad passandole accanto con dei piatti vuoti appena ritirati da un tavolo.

«Sì, subito.» Prese l'ennesimo bicchiere e lo mise sotto il rubinetto del dispenser. Per poco non le cadde la pinta di mano quando, voltandosi, vide quel tipo appoggiato al bancone.

«Non volevo spaventarti» sogghignò.

Amy intuì che in realtà fosse proprio quella la sua intenzione, ma tenne quel pensiero per sé. «Torno subito» gli disse, portando poi la birra a Grant.

«Ehi, dolcezza!» la salutò l'ubriacone, le guance e il naso arrossati dall'alcol. «Perché questa sera non ti godi la band stando seduta qui con me?»

«Devo lavorare, Grant» gli rispose liquidando la sua proposta e andandosene.

Possibile che ovunque mi volti, incrocio uomini da cui vorrei scappare?! pensò. Scosse la testa e riprese posto oltre il bancone.

«Troppi pensieri?» domandò quel tipo.

Era ora di dargli un nome.

«Già» ammise. «Che altro le servo, signor... Come ha detto che si chiama?»

Lui rise. «Non l'ho detto.»

«Ah, davvero?»

«Volutamente» aggiunse.

La stava stuzzicando? Voleva spaventarla? Be', doveva mettersi in fila.

Amy aprì la lavastoviglie e prese a sistemare piatti e bicchieri nelle credenze.

«Non vuole dirmi come si chiama, non vuole dirmi da dove viene... è per caso un fuggitivo?»

Lui assottigliò lo sguardo e sorrise. «Mio padre e mio fratello potrebbero definirmi così, in effetti.»

La ragazza inarcò un sopracciglio. «Sta scappando dalla sua famiglia?»

Come Danny, pensò senza aggiungerlo.

L'uomo non sembrò apprezzare quel commento. «Ho i miei motivi per essere qui.»

«Sarebbero?» Amy non si preoccupò di essere sfacciata, lui lo era molto di più.

«Voglio la tua gemma.»

Amy fece tanto d'occhi. «La mia... che?!»

«La gemma» ripeté spazientito. «La pietra che porti come se fosse un gingillo senza valore!»

Lei prese il ciondolo e se lo rigirò tra le dita, osservandone la trasparenza e il modo in cui rifletteva la luce. Poi, sempre più scettica, guardò di nuovo l'uomo. «Le va di scherzare?»

«No, affatto.»

Si fissarono per un lungo istante, finché Amy venne richiamata da Betty: a Grent serviva un aggiunta di Vodka. La ragazza fece per allontanarsi per preparare un drink, ma quel tipo le afferrò un polso per trattenerla.

«Dammi la gemma.»

Amy lo fulminò con lo sguardo. «Mi lasci!»

L'uomo sogghignò. «Oppure? Cosa farai? Ti metterai a gridare? A chiedere aiuto? Nessuno ci riuscirà. Sei circondata da midgardiani ubriachi che non riuscirebbero a stare neanche in piedi.» La lasciò comunque, continuando a guardarla con sfida.

LOKI - Non c'è ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora