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Amy riprese lentamente conoscenza. Il buio che la circondava venne schiarito da strani sogni, sostituiti man mano da voci che sembravano reali. Era intontita, non sapeva dove fosse, né a chi appartenessero le voci che percepiva. Per un momento avrebbe voluto solo continuare a dormire, a riposare, tornando nell'oblio dove non aveva pensieri né preoccupazioni.

Ma poi i ricordi la colpirono in pieno, la sua mente si risvegliò mostrandole immagini degli ultimi istanti come fossero fotogrammi di una pellicola.

Devi svegliarti!, si disse. Danny era in pericolo. Lei era in pericolo.

Aprì gli occhi più lentamente di quanto avrebbe voluto, le palpebre erano pesanti come saracinesche. Aveva la lingua infeltrita, la bocca riarsa e impregnata di un saporaccio amaro.

Mise a fuoco l'ambiente intorno a sé. Bianco.

E le voci? Scomparse. Forse se le era immaginate.

Schioccò la lingua e mugugnò. Aveva un forte mal di testa.

«Ciao, midgardiana.»

Amy si girò e vide Loki seduto affianco al letto, vestito di nero come spesso faceva. Incontrò i suoi occhi azzurri... o verdi... o grigi... Se già non era in grado di definirne il colore quando non era imbottita di antidolorifici, figurarsi in quel momento.

«Danny?» domandò. Il bambino era la sua prima preoccupazione. Aveva bisogno di sapere come stesse e dove fosse.

Loki sorrise e fece un cenno col capo indicandole l'altro lato della stanza.

Amy si voltò e vide Daniel accoccolato sul secondo letto di quella camera di degenza non ancora occupato da un paziente.

La ragazza guardò di nuovo Loki. «Grazie» disse con occhi lucidi. «Non ero sicura che Heimdall mi ascoltasse.»

«Lo ha fatto. Sei stata furba» sorrise ancora. «Come ti senti?»

«Mmh...» Chiuse gli occhi e fece un respiro lento e profondo. «Vorrei dire bene.»

«L'infermiera mi ha rapidamente riferito quello che ti hanno fatto in sala operatoria» disse Loki. «Onestamente non ho capito granché, ma l'importante è che tornerai la midgardiana rompiscatole di sempre.»

Amy fece un mezzo sorriso. «Ha detto così?»

«Testuale» ghignò facendola ridere. «Non so cos'avrei fatto se non ti fossi ripresa» disse poi tornando serio.

«Sei un dio di non so quanti migliaia di anni che ha superpoteri e vive in un palazzo reale. Te la saresti cavata alla grande.»

Loki si finse punto sul vivo. «Non ho migliaia di anni.»

«Giù di lì.»

«Neanche per sogno.» La guardò in viso: il suo pallore e le sue occhiaie gli ricordavano quanto fosse arrivata vicino alla morte. «Probabilmente me la sarei cavata alla grande, sì. Ma il resto del pianeta no. È irrilevante elencarti gli innumerevoli modi in cui avrei potuto portare alla rovina questa terra.»

«No, non lo avresti fatto» disse Amy. «Sei migliore di così.»

«Non hai ancora imparato a diffidare di me.»

«Non ne ho motivo.»

Loki strinse le spalle. «Non lo sapremo mai. Tu sei viva, ergo Midgard è salva!»

Amy scosse il capo con rassegnazione, pentendosi subito di quel movimento che le fece girare la testa.

«Dimmi cos'è successo» chiese a Loki. «Dimmi dov'è Connor» aggiunse, un leggero tremore della voce rivelò la paura che ancora la attanagliava al pensiero di ciò che era successo.

«In prigione con un polso rotto e lo sterno incrinato» riferì. «Non mi sarebbe dispiaciuto fargli di peggio.»

«Ma non lo hai fatto» sorrise. «Vedi che non ho motivo di diffidare di te?» Allungò la mano col pulsassometro verso Loki. Lui gliela prese con delicatezza e solo allora Amy capì quanto dovesse essere pallida: la carnagione chiara di Loki in confronto alla sua pareva scura.

«Oddio... sembro un vampiro...»

«Sei un po' cadaverica, in effetti.»

Lei gli lanciò un'occhiataccia. «Credevo che il Dio dell'Inganno sapesse quando mentire...»

Loki rise. «Tranquilla, ti riprenderai e tornerai ad avere un aspetto più sano del mio. Le lentiggini sono già evidenti, quindi io non mi preoccuperei.»

«Ti hanno detto quando potrò tornare a casa?»

«Non ancora. Credo vogliano monitorarti per un po'.»

Amy annuì, poi spostò lo sguardo sulle loro mani e, per quanto possibile col pulsossimetro sull'indice, intrecciò le dita a quelle affusolate di lui. «E tu?»

«Io cosa?»

Lei sollevò gli occhi su di lui. Aveva paura a chiederglielo, non voleva che se ne andasse di nuovo. E questa volta probabilmente per sempre. «Connor non è più una minaccia per me e Danny.»

«No.»

«Quindi tu... tornerai ad Asgard? Era questo che avevi deciso, no?»

Loki non smise di fissarla negli occhi, a volte era fastidioso per lei quel suo modo di scrutarla. Era difficile sostenerlo senza arrossire o imbarazzarsi.

«Potrei aver riflettuto più a fondo sulla questione» le disse.

«E...?» lo incitò, speranzosa.

Lui fece un mezzo sorriso. «E se per te va bene pensavo di rest...»

«Per me va bene!» esclamò prima che finisse. «Lo sai perfettamente che per me va bene.»

Lui ghignò. «Ti ho in pugno, midgardiana.»

Amy sbuffò. «Ma per favore! Sono io che ho in pugno te, asgardiano!» ribatté.

Trascorsero qualche altro minuto a punzecchiarsi e a prendersi in giro. Quando Danny si svegliò, salì sul letto e abbracciò Amy, che per un istante temette di essere urtata in parti del corpo dolenti, ma che invece la scampò per un soffio. L'infermiera arrivò poco più tardi, insieme al medico curante. Mentre la prima le controllava i parametri, il dottore le disse di essere ottimista, non si sbilanciò sulla data delle dimissioni, ma le assicurò una totale ripresa.

Thor e Jane entrarono dopo che medico e infermiera furono usciti. La ragazza ebbe giusto il tempo di presentarsi prima di salutare e partire per Londra, mentre il Dio del Tuono le anticipò che di tanto in tanto sarebbe passato a dare un'occhiata al suo fratellino e che era ben accetta per una visita ad Asgard.

Quando rimasero nuovamente in tre, con Danny accoccolato e appisolato al fianco di Amy, Loki prese la gemma dalla tasca.

«Adesso posso riconsegnarti questa. L'ho sorvegliata per qualche ora» disse. «Era l'unica cosa che mi assicurasse che tu fossi ancora viva.»

Amy la prese e la strinse in mano portandosela al petto. «Non è scomparsa.»

«Certo che no. Tu non sei morta e nessuno te l'ha rubata. Era solo in custodia» spiegò. «È davvero un portafortuna» sorrise.

La ragazza cominciava a sentirsi stanca e involontariamente le si chiudevano le palpebre. Cercò di fare di tutto per restare sveglia ancora un po', ma la cosa si faceva davvero difficile.

«Riposati» le disse Loki, accorgendosene.

Amy cercò di nuovo la sua mano e lui gliela strinse. «Ci sarai quando mi sveglierò?» domandò, più sopita che sveglia.

«Certo. Non vado da nessuna parte.»

***

Eccomi eccomi, non mi ero dimenticata! Non mi dimentico MAI di voi wattpadiani 🧡 ero solo un po' indaffarata.

Vi auguro un buon inizio settimana!!!

Bye bye!

Cla 💚

LOKI - Non c'è ingannoWhere stories live. Discover now