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Loki non si fece vedere fino a tarda serata, quando Amy e Danny erano seduti a cena. Entrò in casa senza troppe cerimonie, sfoggiando il suo abito nero e verde con cui la ragazza ricordava averlo visto sui notiziari, e si sedé su uno degli sgabelli dell'isola della cucina prendendo una fetta di pane dal tagliere di legno.

Amy assottigliò lo sguardo. «Ma prego, serviti pure» disse con sarcasmo.

Danny lo fissava, la forchetta a mezz'aria e il sorriso sulle labbra.

Loki se ne accorse. «Che vuoi, bertuccia?»

«La smetti di chiamarlo così?!» si arrabbiò Amy.

Danny non se ne preoccupò, anzi, era affascinato dal Dio dell'Inganno, seppure quello continuasse a scrutarlo con sufficienza. «Questo è il tuo costume da supereroe?!» esclamò eccitato.

Amy sospirò e si portò le mani al viso.

«Da cosa?» domandò Loki.

Danny appoggiò la forchetta e scese dallo sgabello, girò intorno all'isola della cucina e prese un lembo dell'abito del dio. «È vero!» esclamò.

Loki finì di masticare un pezzo di pane e strattonò la veste per toglierla dalle mani di Danny. «Certo che è vero. Credevi fosse di cartapesta?»

Amy gli lanciò un'occhiataccia. «Vacci piano! È un bambino!»

«È un impiastro.»

«Potrebbe essere l'unica persona sulla faccia della Terra che ti ammiri» gli fece notare. «Io me lo terrei caro.» Si alzò da tavola e aprì il frigorifero, tornando poi con una confezione di prosciutto. «Tieni, mettilo sul pane. Mi fai tristezza se mangi la mollica.»

Danny si riappropriò del lembo verde. «È di plastica? Al negozio di giocattoli hanno solo vestiti di plastica.»

Loki stava per rispondergli in malo modo, ma Amy lo fermò con un altro sguardo omicida e riappropriandosi della confezione di prosciutto che gli stava porgendo.

«Non è di plastica e non arriva dal negozio di giocattoli» borbottò Loki.

«E lui non è un supereroe» aggiunse Amy, dandogli finalmente il prosciutto.

«Ha mandato via papà» ripeté Danny con ostinazione. Quella sola azione ai suoi occhi rendeva Loki un cavaliere senza macchia e senza paura pronto a difendere gli inermi.

Amy sospirò e si arrese, poi cominciò a sparecchiare lasciando qualcosa per Loki.

Lui la guardò, poi abbassò gli occhi sul bambino. «Non sono un supereroe.»

Danny indietreggiò e lo scrutò dalla testa ai piedi con il capo inclinato da un lato. «Però hai il costume» insisté.

«Tutti quanti indossano qualcosa. Anche i supercattivi.»

Il bambino non badò a quell'ultima affermazione. «Hai anche dei poteri?»

«Ovviamente...»

Danny spalancò occhi e bocca dalla gioia. «Quali?! Fammi vedere!»

Loki arricciò il naso, cercando di nascondere un sorriso divertito. «Non rivelo i miei segreti ai terrestri, spiacente.»

Il bambino protestò, ma il Dio dell'Inganno continuò a mangiare il suo panino arrangiato.

«Almeno dimmi come li hai avuti! Anche io voglio dei superpoteri!»

Loki ridacchiò. «E che vorresti farci?»

Danny mise le mani sui fianchi e gonfiò il petto. «Proteggere me e Amy da papà!»

Alla ragazza scivolò un piatto di mano, che per fortuna cadde nel lavabo senza rompersi. Gli occhi chiari di Loki seguirono ogni suo movimento da quell'istante.

LOKI - Non c'è ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora