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Tutto quello che visse Loki da quel momento fu un apoteosi di tragicità.

Odino, il grande e potente Padre degli Dei, spirò con i suoi figli al capezzale, preservando le ultime forze per dire loro quanto gli avesse sempre voluto bene. A entrambi, indistintamente. Loki fu lieto di aver avuto l'occasione di scusarsi e di potergli tenere la mano fino al suo ultimo respiro.

Non ebbero neanche il tempo di organizzare la cerimonia funebre del re di Asgard, che Hela si presentò a palazzo. Quello che seguì fu confusionario, tanto che Loki e Thor finirono a Sakaar dove incontrarono Hulk. Non seppero quanto rimasero bloccati lì... a Loki parvero due settimane, a Thor appena un paio di giorni. Il tempo scorreva in modo strano in quel pianeta-discarica.

Grazie a degli alleati, tra cui Valchiria e Korg, i due asgardiani e Bruce Banner riuscirono a tornare ad Asgard e sconfiggere Hela. Ma il prezzo fu alto: Ragnarok. Il pianeta fu distrutto e gli asgardiani sopravvissuti furono tutti relegati in una navicella.

Non poteva andare peggio di così. E Loki non vedeva l'ora di atterrare su Midgard e tornarsene a casa da Amy e Danny.

Sennonché la loro astronave venne attaccata da Thanos, il flagello di mondi, il titano sopravvissuto, un gigante talmente potente da atterrare Hulk senza battere ciglio, da sconfiggere Thor e uccidere Heimdall. Quando Loki provò ad attaccarlo per difendere il fratello, venne scaraventato contro la parete fredda dell'astronave, scacciato via come si farebbe con una mosca fastidiosa.

Una volta mostrata la sua potenza e la sua forza, Thanos si appropriò del Tesseract e della Gemma dell'Infinito che nascondeva, per poi dileguarsi lasciando che la sua flotta distruggesse la nave di asgardiani.

Loki pensò davvero che sarebbe finita così e mentre fluttuava nello spazio morendo lentamente, serrò la mano sul Diamante Perduto che teneva al collo, dedicando i suoi ultimi pensieri alla famiglia midgardiana che non avrebbe mai più rivisto.

Finché non si svegliò in un'astronave lercia e disordinata, dove l'equipaggio era talmente assurdo e sconclusionato che per un momento credette di avere le allucinazioni. Si tranquillizzò quando vide che anche Thor era stato portato a bordo, ma si disperò di nuovo quando capì che erano gli unici rimasti del loro popolo. Poterono solo sperare che alcuni avessero scampato la tragedia con i gusci di salvataggio – a Valchiria e Korg era stato affidato il compito di salvare quante più persone possibili non appena Thor aveva capito la gravità della situazione – e che Hulk, trasportato sulla Terra da Heimdall prima che morisse, avvisasse gli Avengers del pericolo: Thanos sarebbe venuto a prendere le due Gemme custodite a Midgard.

Dopo chiarimenti su chi fossero loro due e la banda di idioti, il gruppo si divise in due separate missioni: gli autoproclamati Guardiani della Galassia sarebbero andati a Ovunque dal Collezionista per recuperare la Gemma della Realtà, mentre Thor e Loki sarebbero andati a Nidavellir con l'albero Groot e il procione Rocket – sì, era un procione, per quanto il Dio del Tuono si ostinasse a chiamarlo coniglio. Loki ne era sicuro, era identico alla fastidiosa bestiolina che ogni notte ribaltava i cassonetti dell'immondizia fuori casa – affinché i nani forgiassero una nuova arma al dio. Perché, come se non fosse già tutto abbastanza drammatico, Mjolnir era stato distrutto da Hela. E Thor aveva assolutamente bisogno di un'arma per incanalare i suoi poteri, se voleva avere una possibilità di sconfiggere Thanos.

Forgiata Stormbreaker, un'ascia degna del re di Asgard che superava persino la potenza del vecchio martello e che aveva la capacità di teletrasportare, Thor, Loki, Rocket e Groot sfruttarono proprio questa caratteristica dell'arma per arrivare a Midgard, nel Wakanda, dove impazzava da un po' la battaglia di Avengers e wakandiani contro gli scagnozzi di Thanos.

Loki combatté come tutti gli altri, senza esclusione di colpi, abbattendo ogni Outriders che gli capitava a tiro.

Potevano farcela? Non ne era sicuro. Thanos era forse il primo nemico che lo spaventasse davvero e quel che era peggio, era che lui stesso lo aveva aiutato nei suoi loschi scopi quando aveva attaccato New York con i Chitauri. Era stato un suo burattino.

LOKI - Non c'è ingannoWhere stories live. Discover now