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Amy finì di lavorare che riusciva a stento a trascinare i piedi per la stanchezza. Aveva recuperato Danny dall'ufficio di Chad – dove si era addormentato sulla sedia – e lo aveva portato in braccio fino alla macchina.

Arrivò a casa stupendosi di non essersi addormentata al volante e il suo istinto di sopravvivenza ancora allerta le ricordò di controllare che non ci fosse Connor ad aspettarla.

Niente auto, niente luci accese in casa o finestre aperte, constatò.

Scese dal pick-up, riprese Danny in braccio e finalmente entrò in casa. Non vedeva l'ora di svenire sul letto, ma non appena accese la luce dall'interruttore all'ingresso, una figura in nero le sorrise e la salutò con la mano.

Amy urlò.

«Calma, o sveglierai il tuo cowboy» sogghignò Loki. Se ne stava comodamente steso sul divano, con la testa appoggiata su un bracciolo e i piedi incrociati sull'altro.

La ragazza rimase pietrificata sulla soglia, Danny mugugnò una protesta contro il suo collo.

«Prego, entra pure» la invitò lui come fosse casa sua.

«Certo, ma tu vattene!» ribatté Amy rimanendo dov'era.

Loki sospirò teatralmente, poi si alzò dal divano. Era alto e snello, e il nero sicuramente lo aiutava nell'apparire ancora più slanciato, oltre che elegante. Si piazzò davanti a lei, i suoi occhi dal colore indecifrabile la fissarono con ostinazione.

«Sai bene che l'unico modo che hai per liberarti di me è dandomi il diamante.»

«Altrimenti? Che farai?»

«Non puoi neanche immaginarlo» sorrise.

Amy sentì la rabbia montarle in petto. Strinse le labbra, riservò a Loki uno sguardo infuocato, poi lo superò per andare nella sua camera. Mise Danny a letto, poi uscì chiudendo la porta.

Tornò nel salotto, da dove Loki non si era mosso.

«Sei coraggiosa, te lo concedo» disse. «O forse... Be', dato che sei solo un'insignificante terrestre, è probabile che la tua sia più stupidità che coraggio.»

Amy si pose di fronte a lui a braccia conserte in posa di sfida. «Continua. Insultare è sicuramente l'approccio giusto» disse con sarcasmo. Lui sembrò divertito, cosa che la fece imbestialire ancora di più. «Facciamo così, Loki-in-persona, tu mi dici perché ti serve il mio pendente e poi valuterò la tua gentile richiesta.»

Il Dio dell'Inganno prese a camminarle intorno con le mani giunte dietro la schiena. «O facciamo che non ti dico un bel niente e tu mi dai quello che voglio. Ora.»

La ragazza si mordicchiò il labbro. Pensa, Amy! Pensa!

«Io lo so chi sei.»

Loki ridacchiò. «Dubito che sia così, o non mi sottovaluteresti.»

«Non ti sto sottovalutando» disse Amy, voltandosi man mano che lui le girava intorno. «Ho visto cos'hai fatto a New York. Sei uno squilibrato con poteri magici.»

«Non mi sottovaluti, ma sei così incosciente da chiamarmi squilibrato» le fece notare, aggrottando la fronte per il disappunto.

«Hai ucciso persone» continuò. «Sei senza scrupoli, la vita degli altri non ha valore, per te.»

«Corretto» ghignò.

Amy annuì e lo fissò. «Bene. Allora perché io sono ancora viva?»

Loki si fermò.

Beccato!

«Che vorresti dire?» chiese, le labbra sottili piegate in una smorfia di rabbia.

LOKI - Non c'è ingannoWhere stories live. Discover now