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«Che cosa hai fatto alla mia macchina?!» Amy era sconvolta. Sul parcheggio dell'ospedale era malamente posteggiato un catorcio a cui mancavano parecchi pezzi per poter essere considerato un'automobile.

«È esattamente come prima» disse Loki, dando un colpetto al parabrezza come si darebbe una pacca a un amico. Bastò perché il cofano si aprisse di scatto rivelando il motore e lo scotch. Il dio fece un passo indietro e guardò quel veicolo come fosse una macchina mortale. «Quasi come prima...» si corresse.

Amy si avvicinò tenendo Danny per mano. «Gli manca la portiera!»

«Direi che non è il problema maggiore che ha questa ferraglia» constatò lui.

Lei gli lanciò un'occhiataccia. «Lo hai fatto apposta?»

Loki sollevò le mani in alto. «Giuro di no!» esclamò senza riuscire a trattenere un sorriso. «Però sono contento che finalmente anche tu ti renda conto di quanto sia sconsiderato andare in giro con un'auto come questa.»

Amy sospirò, lasciò la mano di Danny e cominciò a girare intorno alla Jeep per valutare l'entità dei danni. Verdetto? Era sicuramente da rottamare. Si sedé sul lato guidatore – senza neanche avere il bisogno di aprire la portiera, dato che era la parte di carrozzeria mancante – e si appoggiò allo schienale e al poggiatesta. Erano passati cinque giorni da quando era stata operata e starsene a letto – facendo al massimo una passeggiata per il corridoio dell'ospedale – per tutto quel tempo le aveva tolto ogni forza.

«Non la metterei in moto, se fossi in te» la avvisò Loki. «Non appena sono arrivato qui, ha come... spirato. Ed è uscita una nuvola di fumo nero dal cofano.»

Si guardarono, lui sfoggiò uno dei suoi sorrisi furbetti e lei sollevò gli occhi al cielo cercando di trattenere una risata.

«Okay, principe di Asgard» disse uscendo da ciò che restava della Jeep. «Immagino che il denaro di un altro pianeta non mi sarà utile per comprare un'auto nuova, giusto?»

«Penso proprio di no. E comunque, non ho mai pagato in vita mia.»

Amy sgranò gli occhi. «In migliaia di anni non hai mai sborsato una sola monetina?!»

«Non ho migliaia di anni» ripeté.

«D'accordo» disse Amy stringendo le spalle. «Allora prima o poi dovrai trovarti un lavoro. Da sola non ce la faccio a mantenere tre persone, di cui una è abituata a banchetti regali.»

Loki guardò Danny sottecchi. «Sei un viziato» ghignò.

Il bambino gli rivolse uno sguardo di sufficienza, qualcosa che Amy era sicura di non avergli insegnato. «Parlava di te.»

La ragazza si portò una mano alla bocca per nascondere un sorriso di soddisfazione. Loki si crucciò e si finse offeso, poi guardò di nuovo Amy. «Un lavoro?» ripeté scettico.

Lei annuì. «Già.»

Loki ghignò. «Non se ne parla.»

«Scusami?!»

«Ipotizziamo che io forse decida chissà perché di lavorare. Sicuramente non sarà per qualcuno; io non sottostò agli ordini di nessuno.»

Amy sospirò e scosse la testa con rassegnazione.

«E anche fosse, nessuno vorrebbe Loki Laufeyson come dipendente, non credi?» si giustificò allargando le braccia e sorridendo soddisfatto.

«Tuo fratello è uno degli Avengers» gli ricordò.

Lui rise. «Non diventerò un supereroe. Non sono un supereroe.»

Danny lo guardò con attenzione, sondandolo da capo a piedi con i suoi occhi blu. «Per me sì!»

LOKI - Non c'è ingannoWhere stories live. Discover now