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La vita di Amy non era mai stata meglio di così. Era quasi normale, se non si considerava che il suo inquilino era un dio proveniente da un altro pianeta.

Aveva saputo che l'agente capo Hux aveva aperto un'indagine sul suo sottoufficiale e che per questo Connor era momentaneamente fuori servizio, senza distintivo e soprattutto senza pistola d'ordinanza.

Dopo lunghi ed estenuanti colloqui con i servizi sociali, Amy era riuscita ad ottenere la custodia di Danny, seppur settimanalmente riceveva controlli dagli assistenti per accertamenti sullo stato del bambino e durante i quali Loki se ne andava a fare una passeggiata nella foresta che si stendeva dietro casa. Non era esattamente quello che gli assistenti sociali intendevano con "persona di buon esempio".

Tuttavia, c'era da dire che il Dio dell'Inganno cominciava ad avere un debole per la "bertuccia". Loki creava illusioni per lui come aveva fatto con la scimmia, lo sosteneva quando disobbediva ad Amy e lo copriva quando combinava un guaio. Allo stesso tempo, però, quando la ragazza si avvicinava al limite della pazienza, lui smetteva di giocare e riusciva a rimettere in riga Danny, che stravedeva per lui come ogni altro bambino avrebbe fatto per uno degli Avengers.

Amy era contenta, le sue giornate erano semplici. Quel semplice di cui le aveva parlato Loki.

Il mattino accompagnava Danny a scuola per poi andarlo a riprendere alle quattro del pomeriggio. Durante la giornata si occupava della casa o usciva per delle commissioni. Raramente Loki la lasciava andare da sola, aveva persino cominciato a salire sulla Jeep, seppur solo per brevi tragitti. Una volta si erano persino spinti fino a Vancouver città semplicemente per passeggiare in un posto diverso dal solito e per comprare dei nuovi vestiti a Loki che non fossero neri. Con suo grande disappunto.

La sera, quando Amy andava al pub a lavorare, Loki e Danny restavano a casa. Ogni volta Amy pregava il Dio dell'Inganno perché mandasse a dormire il bambino a un orario decente, e ogni volta li ritrovava davanti alla televisione. Avevano persino cominciato a guardarsi intere saghe cinematografiche come Star Wars, Harry Potter e Il Signore degli Anelli.

"Ha sei anni! Non può andare a letto a mezzanotte e mezza!" diceva ogni volta Amy. E puntualmente ogni volta riaccadeva. Dopo una settimana alla fine della quale Daniel era praticamente uno zombie e gli assistenti sociali le avevano dato una lavata di capo, si era scesi a un compromesso: film e ore piccole solo nei weekend.

Loki se ne era risentito molto più di Danny.

Iniziavano a sembrare una famiglia. Una famiglia molto strana, considerando che lei e Loki non erano una coppia, che lui era un alieno e che Danny non era il loro figlio. Eppure Amy si sentiva completa a stare con loro due. Aveva persino trasformato la stanza tuttofare nella cameretta di Danny e sostituito il divano con un divanoletto per Loki.

Era tutto imperfettamente perfetto.

*

Era giovedì sera, o per meglio dire, venerdì mattina. Amy spense il motore dell'auto che l'orologio digitale sul cruscotto segnalava l'una passata. Già quando era arrivata e stava parcheggiando, aveva illuminato con i fari il Dio dell'Inganno che se ne stava seduto sul prato di fronte casa, spalle alla strada e rivolto in direzione della foresta nera e fitta.

Scesa dalla Jeep, Amy oltrepassò la sua abitazione e lo raggiunse. Indossava la sua casacca asgardiana nera a verde, era puntellato con le mani indietro e guardava le stelle che brillavano nel cielo terso della notte.

«Che ci fai qui fuori? Non hai freddo?» chiese Amy, stringendosi il giubbetto addosso.

«Sono per metà Gigante di Ghiaccio, ricordi? Io non ho mai freddo» sorrise.

LOKI - Non c'è ingannoWhere stories live. Discover now