3. Bicchiere di vino.

738 45 64
                                    

ROXIE

Wallace mi toccava e baciava facendomi provare sensazioni che andavano ben oltre a ciò che avevo sempre immaginato. Il suo tocco deciso, ma delicato mi stava facendo uscire di testa. Ero inerme sotto ai suoi baci e alle dita che mi scorrazzano sul corpo. Le labbra premevano sulla mia carne infuocandola fino a raggiungere il mio punto più sensibile e si concentrò su quella zona. Mi dimenavano e annaspavo con il cuore che batteva all'impazzata. Nessun vibratore avrebbe potuto mai eguagliare la passione di Roe, nemmeno quello a cui gli avevo dedicato il nome.

Aggiunse un dito e poi un secondo e io persi il fiato. Strinsi con forza le lenzuola tra le dita e mi lasciai liquefare dal piacere. Wallace sembrava determinato a lasciarmi il segno, e ci stava riuscendo: ero certa che non sarei riuscita a ripetere l'esperienza con nessuno degli uomini che trovavo sulle applicazioni del telefono, non che fosse poi così difficile, dato che quello che stavamo facendo era diverso dalle acrobazie che ero solita a fare. Prima di tutto: grazie a quel maledetto anello sul dito di Eliza, avevo rischiato di perdere di vista l'obiettivo, tanto che avevo barcollato sotto il peso dei ricordi, che ancora ora minacciavano di ferirmi. Wallace mi aveva preso in braccio e quel semplice tocco mi aveva fatto ritornare nel presente e avevo canalizzato tutta la mia attenzione su di lui. Appena mi ero ritrovata con le spalle sul materasso, lo avevo afferrato e grazie a quella vicinanza, Wallace aveva indugiato. Ma io no, sapevo esattamente cosa volevo e così avevo preso l'iniziativa e lo avevo baciato.

Non sarebbe dovuto andare così perché quel bacio, quelle carezze e i gesti teneri che mi riservava, erano molto più del sesso. Erano più intimi, più veri.

Ed io ero solita scappare davanti ad esso.

Wallace accelerò il ritmo e in pochi secondi, una scarica di piacere partì dal bassoventre fino a serpeggiare lungo la colonna vertebrale. Arricciai le punte dei piedi e gemetti di fronte quell'esplosione di piacere. Mi agitai sotto di lui e non mi diede il tempo di riprendere fiato che si fiondò sulla bocca rubandomi un bacio lungo e dolce.

Era tutto diverso.

Si poteva notare dal fatto che solitamente ero io a manovrare i fili, non permettevo a nessuno di prendere l'iniziativa, niente preliminari: sedevo a cavalcioni su di loro e ricercavo ciò che mi serviva, poi fuori a calci nel sedere.

Ma con Roe... lui non mi permetteva di avvicinarmi, non ero ancora riuscita a toccarlo, a succhiarlo e leccarlo come mi ero immaginata nella mente per mesi. Avevo calcolato tutto, eppure, niente andò come previsto.

Wallace intrecciò le nostre lingue mentre le dita mi stringevano i fianchi, in modo possessivo. Si insinuò tra le gambe e io ad occhi chiusi andai a tastare dentro il comodino e quando trovai il profilattico, glielo sventolai davanti. «Faccio io.» Dissi ansimante, ma lui me lo strappò di mano e si spostò per infilarselo. Lo guardai a bocca aperta un po' per la sorpresa di fronte all'erezione che mi si presentava davanti e un po' stizzita perché non mi aveva dato l'opportunità di dedicarmi al suo pene come desideravo. Quando alzai lo sguardo e vidi il suo così intenso, mi chiesi se lo stesse facendo con la speranza che lasciandomi nel dubbio, sarei potuta tornare a cercarlo. Mi sorrise poco prima di tornare ad avventarsi sulla mia bocca. Di certo c'era chimica fra noi due, quello nessuno avrebbe potuto negarlo. Neppure Wallace.

Mi aprii a lui e quando mi strusciai sul suo membro con la vagina, un verso strozzato gli uscì dalla gola. Era eccitante, tutto di lui lo era. Mi arpionai alle spalle e conficcai le unghie sui muscoli contratti nello stesso momento in cui entrò in me con un gesto rapido e deciso. Piena di lui, mi si mozzò il fiato, ma lo ripresi appena cominciò a muoversi. Ansimai e mi mossi coordinata a lui. Wallace mi baciò e quando si ritrasse mi lasciò una scia umida sul collo. Il piacere mi faceva bruciare le vene, inarcai la schiena e sussurrai dei «sì» che rotolavano dalla mia bocca senza che me ne rendessi conto. Lo strinsi a me più vicino: volevo di più, ancora di più. Mi stavo sciogliendo sotto di lui, la vista offuscata e la mente svuotata. Il cuore che pompava, in quel momento non mi parve poi così spezzato come credevo.

Mostrami la fiducia (#3 Nightmares Series)Where stories live. Discover now