Epilogo.

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ROXIE

Cinque mesi dopo...

Le pareti erano bianche. I cuscini erano bianchi. Le lenzuola e le coperte erano bianche. Le tende della stanza erano bianche. Persino il mio intimo lo era!

Il bianco era carino, sebbene non fosse il mio colore... ma così era davvero troppo bianco.

Non vedevo l'ora di andarmene e stendermi nel mio letto.

Il sole filtrava dalle finestre facendo entrare un po' di calore. Il cinguettio degli uccellini mi sembrava una dolce e melodiosa ninna nanna. Forse mi sarei potuta addormentare, giusto un pochino. Mi ero meritata una dormitina!

E poi, sentivo le palpebre così pesanti... solo un minutino...

«Rossie!»

Aprii gli occhi di scatto, il cuore che batteva all'impazzata.

Liam allargò il sorriso. «Ti eri addormentata.»

Lo avevo fatto?

La mia attenzione virò quando Wallace entrò dentro la stanza dell'ospedale. Alto quanto la porta, i muscoli gonfi e definiti. Gli occhi scuri come i capelli corti, barba tenuta con cura. Un sorriso – come quello che sfoderò – degno di essere immortalato in un quadro. Era bello da togliere il fiato, ma non fu lui a rapire totalmente e irrimediabilmente la mia attenzione. Wallace mi raggiunse lentamente, le braccia che si muovevano pian piano cullando la mia creatura più preziosa. Per poco non tornai a piangere, come mi capitava ogni volta che incrociavo il suo sguardo.

«L'ho beccata a dormire.» Fece la spia Liam.

Wallace scoppiò a ridere attento a non svegliare il frutto del nostro amore. «Ti abbiamo lasciata sola per un minuto e ti sei addormentata?»

«Siamo arrivati alla macchinetta e tornati indietro.» Mi comunicò Liam.

«Sono tipo due metri.» Sottolineò Roe.

«Sentite, sono tre notti che non dormo!» Mi giustificai, poi non resistetti più e allungai le mani verso Wallace. Lui capì senza che dovessi dire niente. Si avvicinò e facendo attenzione alla testa, mi diede in braccio la piccolina.

Wallace mi baciò sulla tempia mentre io mi commuovevo nel vedere il suo nasino all'insù, le manine piccoline e morbide. Gli occhi chiusi, sereni, mentre dormiva.

«Ciao, piccolina...» sussurrai. Era così bella che sembrava finta.

Poco girarci intorno: i neonati erano brutti solitamente e invece lei era perfetta. E non lo dicevo solo perché ero la madre. Era sul serio la bambina più bella.

Liam mi sfiorò il braccio, forse in cerca di attenzioni.

«Wallace aiutami.»

Prese la neonata affinché mi potessi spostare, poi la rimise come prima. La cullai facendo attenzione.

«Vieni Liam, siediti vicino a me.» Battei le dita sul materasso, sullo spazio vuoto che gli avevo creato.

Wallace lo aiutò ad arrampicarsi e quando fu comodo, il bambino mi sorrise dolcemente poi mi appoggiò la testa sulla spalla.

«Cosa ne pensi di tua sorella?»

Liam mi rispose con un'alzata di spalle. Gli diedi un bacio sulla fronte. «Qualcuno è geloso qui...»

«Non è vero!»

La piccola sussultò, quindi per calmarla le diedi un buffetto sulla guancia un po' paffuta. Segno distintivo delle Gatina.

Mostrami la fiducia (#3 Nightmares Series)Where stories live. Discover now