6. Baci inadeguati.

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WALLACE

Aspettai che Roxie finisse di farsi la doccia e nel frattempo, indossai la maglietta.

Sistemai un po' il disordine che avevo trovato in salotto e lavai le tazze che avevamo usato. Roxie uscì dal corridoio con una canotta striminzita e dei pantaloncini che lasciavano ben poco spazio alla fantasia. I capelli umidi venivano tamponati da un asciugamano. In quel momento mi ritrovai a domandarmi quale fosse il suo colore naturale. Ispezionai il viso e con dispiacere notai che era cosparso di trucco abbondante, come usava solitamente. Le ciglia folte coperte da quelle finte.

Mi indicò con il mento. «Che fai?»

«Ho dato una ripulita. Non so stare con le mani in mano.» Spiegai.

Roxie abbassò l'asciugamano e sistemò i capelli ancora bagnati, all'indietro. «Ti fermi mai a riposare?»

Mi strinsi nelle spalle. «Non mi piace sentirmi inutile.»

Sorridendo mi studiò prima di annuire. «In tal caso puoi mettere le tue mani dove vuoi. Su di me, sarebbe preferibile.»

Alzai gli occhi al cielo. «Vuoi pranzare prima di andare?»

Appoggiò l'asciugamano sul divano e si avvicinò. «Non ho fame.»

«Allora andiamo?»

«Non ho intenzione di uscire con i capelli bagnati.»

«E perché no? Tanto è caldo.»

Il sorriso aumentò. «Che c'è, Wallace? Ti sei già pentito di esserti autoinvitato a venire a fare la spesa con me?»

Cercava forse di mettermi alla prova?

«No Roxie, non mi sono pentito. O forse sei tu che trovi scuse per stare più tempo con me.»

«In quel caso, non sprecherei il tempo per parlare. Userei la bocca in un'altra maniera.»

Non avrebbe dovuto farmi alcun effetto e invece la mente tornò indietro a qualche ora: alla sua bocca attorno al mio cazzo e le mani formicolarono per la voglia che avevano di prenderla e buttarla sul letto.

Dovette accorgersene, perché sorrise soddisfatta poco prima di ancheggiare verso il bagno.

Non abbassare lo sguardo, mi dissi, ma fu più forte di me e l'occhio cadde sul sedere pieno e tondo. Deglutii e lei scoppiò a ridere chiudendosi la porta alle spalle.

Attesi seduto sul divano qualche minuto, nel quale sentii perfettamente il rumore dell'asciugacapelli e quando terminò passarono altri minuti prima che uscisse finalmente. I capelli color mogano erano lisciati alla perfezione dietro le spalle, tanto da coprirle l'intera schiena. Si affrettò a prendere le scarpe con un tacco impressionante e una borsetta praticamente inesistente. Indossò sulla testa gli occhiali da sole e afferrò le chiavi di casa rigirandole tra le dita. «Sono pronta.»

«Era ora... vai così a fare la spesa?»

Non abbassare lo sguardo, mi ripetei, ma ormai era troppo tardi per eludere le sue avance, perciò gli occhi scesero ad osservare il seno gonfio che sembrava in procinto di saltare fuori dalla canotta scandalosamente stretta e scollata.

Sarebbe stata una giornata dura, già lo sapevo...

«Perché? Hai paura di dimenticarti qualcosa?» Ghignò. «Potrei forse deconcentrarti?» Con passo felino si avvicinò fino a sistemarsi tra le mie gambe. Non potei fare altro che alzare il viso e aspettare di vedere cosa avrebbe fatto. La voglia di uscire scivolò in un nanosecondo quando si piegò, piantando le mani sulle mie ginocchia. Le labbra che si sfioravano senza toccarsi. Le dischiusi deglutendo. Restò secondi infiniti in quella posizione, alla fine abbozzò un ghigno compiaciuto e raddrizzò la schiena. «Credevo avessi fretta di andare a comprarti da mangiare.»

Mostrami la fiducia (#3 Nightmares Series)Where stories live. Discover now