25. Cercando felicità.

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ROXIE

Dall'incontro con Rowena erano passate settimane, nelle quali mi ero concentrata unicamente sul lavoro, su Wallace e soprattutto sul conoscere Liam. La nostra routine era diventata così movimentata che non ero riuscita ad avere ancora il tempo di traslocare, mi ero limitata a portare l'essenziale a casa di Wallace. Avevamo detto di Liam alla madre di Wallace e a Sybil, le quali dopo uno spaventoso silenzio, erano completamente impazzite all'idea di conoscerlo. Ruth e Eliza, invece erano rimaste sconvolte per giorni.

E così, senza rendermene conto, ero entrata nell'undicesima settimana di gravidanza e questo significava meno nausee e più pancia. Nell'ultima visita ginecologica il bambino era grande quanto un fico ed eravamo riusciti a vedergli la testolina e il corpicino, per non parlare del battito cardiaco. Era stato così emozionante che per poco non ci eravamo ritrovati in lacrime.

Ora mi incantavo davanti lo specchio a guardarmi la pancia che cominciava ad essere tondeggiante. Forse, era per questo, che il giorno del mio compleanno le ragazze mi avevano rapita per fare il giro di tutti i centri commerciali nelle vicinanze già dalle prime ore del mattino. E per quanto ripetessi a loro, che ero stanca, non mi lasciavano andare a casa per riposare. Nemmeno dopo pranzo.

Avevo cominciato ad insospettirmi quando Ruth aveva cominciato a trovare scuse per rimanere in giro. Eliza era più brava di lei a dire bugie, ma la conoscevo da una vita, quindi avevo una specie di radar anti-stronzate per Hill.

«Potremmo...» Rifletté Ruth. «Andare... in qualche negozio di... oggetti per casa, ecco, sì!»

Eliza roteò gli occhi al cielo. «Quei posti sono pieni di candele profumate, fanno venire i giramenti di testa a me, figurati portarci una donna incinta...»

«Trova tu una destinazione, allora!» La rimbeccò Ruth.

Alzai un dito in aria. «Propongo casa mia, un letto e una dormitina pomeridiana. Anche il bambino è d'accordo e sono già due voti.»

«Non vale, il bambino non può votare.» Ebbe il coraggio di dirmi Eliza.

La fulminai con lo sguardo. «Ripeti, prego?»

Ruth si intromise ridacchiando. «Okay, non facciamo arrabbiare mamma orsa.»

Sbuffai. «Ragazze potete dire a Wallace che sono stanca e che voglio tornare a casa mia?»

Le ragazze si lanciarono un'occhiata dagli occhi sbarrati.

Roteai gli occhi al cielo. «Sì, ragazze, non sono un'idiota, ormai ho capito che c'è qualcosa sotto. Non voglio sapere cosa sta facendo Wallace, ma ormai è chiaro che sta architettando qualcosa. Fingerò di essere sorpresa, promesso.»

Ruth si morse le labbra pensierosa mentre Eliza la guardò con un'alzata di spalle. Alla fine, Ruth annuì e si allontanò per fare una chiamata.

«Grazie al cielo!» Borbottai avviandomi verso la macchina.

Aspettai seduta comodamente con Eliza, finché Ruth non tornò. «Ti odia, ma ha capito.»

Risi di gusto avviando il motore e partii.

«Devo aspettarmi qualcosa di grande?»

«Non dovresti fare domande!» Disse Ruth nel momento stesso in cui Eliza asserì: «non troppo.»

«Eliza!» Strillò Ruth «non devi risponderle!»

«O rovineremo la sorpresa?» Le chiese la mora. «Scusate sto per dire un'ovvietà, ma la sorpresa è già stata rovinata.»

«Ragazze non preoccupatevi, non prendetela sul personale, ma è una mia specialità quella di capire al volo quando ci sono sorprese per me. Lo capisco e basta.»

Mostrami la fiducia (#3 Nightmares Series)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن