8. L'en plein!

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WALLACE

Ero sempre stato un tipo mattiniero, nonostante lavorassi di notte la maggior parte dei giorni, perciò quel lunedì mattina alle sette ero già in piedi e alle otto ero già per strada. Entrai nel primo bar che incontrai, a qualche chilometro di distanza da casa mia, e quando ne uscii portavo con me croissant e caffè d'asporto. Con la mano libera mandai un messaggio a Roxie: Buongiorno. Sei a casa?

Il tempo di raggiungere la macchina e appoggiare la colazione sul sedile, che rispose.

Tra poco esco. Perché?

Ero in giro, pensavo di portarti una cosa.

Restai in attesa un'eternità, tanto che mi chiesi se non avessi esagerato, quando rispose: senti già la mia mancanza?

Mi scappò un sorriso. Posso venire oppure no?

Pessima domanda da pormi, Roe...

Risi di gusto. Non ebbi modo di rispondere perché mi mandò la posizione del salone dove lavorava e, dopo aver inserito il navigatore, partii.

Appena arrivai, trovai Roxie fuori ad aspettarmi. I tacchi che aumentavano la sua altezza già modesta, di qualche centimetro. I capelli color mogano che luccicavano sotto i raggi solari. Teneva le gambe nude – scoperte da una minigonna in jeans – divaricate, il peso maggiore sulla sinistra. Gli occhiali da sole le nascondevano gli occhi castani. Non dovevo vederli per sapere che erano contornati da un trucco pesante e ciglia finte. Il seno prosperoso scoperto da una scollatura a V esagerata, della t-shirt nera. La piccola borsa che oscillava sulla spalla. Le guance si riempirono quando ghignò, le labbra coperte da un rossetto scuro. Scesi dall'auto tenendo la colazione con una mano e mi avvicinai.

Feci per chinarmi e baciarla, ma lei infilò le dita tra noi e strabuzzò gli occhi inclinando all'indietro la schiena per allontanarsi. «Che stai facendo?» Chiese con aria divertita, gli occhi che risplendevano al sole, le labbra che fremevano come se si stesse trattenendo dal sorridere.

«Ti baciavo. Un po' come ho fatto praticamente di continuo ieri.»

Scosse la testa, le sue dita che mi tappavano la bocca. Tentai di morderle, ma riuscì a evitarmi. «Wallace, che stai facendo?» Ripeté.

A quel punto, roteai gli occhi al cielo facendo due passi indietro e alzai il braccio mostrandole quello che avevo tra le dita.

Inclinò di lato la testa. «Cosa mi hai portato?»

«Caffè e croissant. Mi hai detto che vai sempre di corsa alla mattina e dimentichi di mangiare, così ho pensato di portartelo.»

Ampliò il sorriso. «Ne avevo proprio bisogno, dopo questo weekend di fuoco mi sento sciupata.»

Mi fremettero le labbra, ma decisi di limitarmi a porgerle il sacchetto e il caffè. «Ti darà la carica necessaria per affrontare la giornata.»

Sbirciò all'interno poi sollevò le ciglia e mi guardò. «Uno è per te o devo mangiarli entrambi?»

«Se li vuoi entrambi, mangiali.»

«No, non è vero: ne avevi preso uno per te. Prendilo.» Me lo allungò e io non provai nemmeno a contraddirla, perché aveva ragione. Diedi subito un morso e lei restò a guardarmi per qualche secondo prima di seguirmi a ruota.

«Sapevo che facevi la parrucchiera, ma non la posizione. Volevo farti una specie di sorpresa, ma non mi è riuscita bene.»

«Vale lo stesso: non mi aspettavo certo la colazione!»

«Ormai è diventata la mia missione farti mangiare di prima mattina.»

Le sfuggì un risolino sommesso. «Non mi lamenterò.»

Mostrami la fiducia (#3 Nightmares Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora