20- "I'm honest"

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"Nessuno crede mai che la propria vita possa essere semplicemente normale. Tutti pensiamo che dovrà essere fantastica e il giorno in cui decidiamo di diventare qualcuno, ci riempiamo di aspettative sulla strada che dovremo percorrere, sulle persone che incontreremo, la differenza che sapremo fare. Grandi aspettative su chi diventeremo e su dove andremo e poi... arriva la realtà"

Abbiamo spesso l'abitudine al mattino di non volere sentire neanche il canto degli uccellini, semplicemente perché ci sono giorni in cui la frenesia quotidiana pretende tranquillità e calma. Lo sapeva bene, Sophia, ma... quel giorno non poteva essere quello. L'incessante vibrazione del telefono sul comodino le diede il 'buongiorno' costringendole ad allungare un braccio in modo tale da appuntarsi chi avrebbe preso a sberle per averla svegliata. La faccia ancora impastata dal sonno dentro il cuscino permise di offrire un effetto ovattato alla sua voce appena premuto il tasto di risposta.

《Pronto?!》

《SOPHIA, MA DOVE CAVOLO SEI?》

《Rebecca, cazzo, non urlare. Qual è il problema?》 uno sbadiglio concluse la semplice domanda.

《Il problema è che son le 12 cara collega, hai saltato un'intera sessione di prove e non riesco a coprirti ancora per molto, ma dove sei?》

Bastò il numero '12' a farle scattare il lume della ragione osservando l'orologio e constatando di quanto Rebecca avesse ragione. Senza neanche ringraziare le chiuse il telefono in faccia e si precipitò sotto la doccia. La sveglia aveva deciso di andare in ferie, non ci fu altra spiegazione. "Christian mi ammazzerà" pensò. Christian Horner era un uomo simpatico, tollerabile e competente ma giustamente pretenzioso. A discapito di ciò che si potesse pensare al di fuori del paddock, Sophia e Christian non ebbero molte occasione per discutere o parlare normalmente se non di lavoro. Ma la ragazza sapeva che poteva contare sul suo appoggio per qualsiasi cosa. L'aveva accolta nella grande famiglia RedBull con tutti i buoni propositi fidandosi di quella ragazza appassionata di motori e comunicazione. E allora sì, l'avrebbe ammazzata. Indossò di fretta e furia la divisa della scuderia e dopo essersi lavata i denti e preso il computer si precipitò di corsa verso il Paddock. 

Non trovò molto movimento considerando l'orario. Dopo una bella giornata di prove e prima delle qualifiche, tutti i team non vedevano l'ora di concedersi una bella pausa pranzo. E Sophia ancora doveva fare colazione, invece. Le vennero le farfalle nello stomaco quando arrivò nel suo Box ma si fece coraggio ed entrò. Salutò chiunque incontrò sulla sua strada e si sentì quasi in colpa di essere bella pimpante a differenza loro. Arrivò nella sua postazione proprio nel momento in cui la macchina numero "3" fece il suo ingresso al termine della sessione. Cavolo, si era completamente dimenticata di Daniel. Probabilmente Christian rappresentava il male minore in quel momento. Si rannicchiò in un angolo pronta alla sua sfuriata. Andava bene il rapporto civile e lavorativo, ma in quel momento non stava rispettando neanche quello e si sentì davvero di essere in torto.

Daniel scese dalla macchina e si tolse il casco soddisfatto ringraziando alcuni ragazzi. Le prove andarono bene e c'erano belle prospettive di piazzamento. L'australiano volse subito il capo verso la direzione di Sophia, quasi a sentire il suo sguardo su di sé. Non accennò nulla, né un sorriso, né un saluto, e allora la ragazza decise di intervenire.

《Ciao, buongiorno, scusami del ritardo, e che la sveglia non ha suonato e quindi non lo so cosa sia successo, mi ha svegliata Rebecca poco fa e sono corsa. Mi dispiace per le interviste di questa mattina e per i tuoi impegni, sappi che non era voluto, non centra assolutamente nulla con quello che è successo, credimi...》

《Hai finito?》 rispose solo il pilota. Si rese conto di aver parlato ininterrottamente senza sosta ma non si aspettò certo una risposta del genere.

《Scusa?!》

《Mi hai fatto un favore, in realtà, questa mattina non avevo voglia di fare nulla, sto pensando solo alle qualifiche》

《Wow, bene, che sollievo》 si sentì quasi una stupida ad aver pensato di essere in torto. Certo, un ritardo era pur sempre uno sbaglio, ma tutto quel trambusto interiore la fece quasi sentir male.

《Ma...》

《Ah, ecco. Non ti smentisci mai, eh?》

《No. Visto che sei comunque in torto, che bello finalmente, aspettavo questo momento, dovrai farti perdonare. Per cui questa sera esci con me》

《COSA? Tu sei pazzo》

《No, sono onesto, sei tu che non ti sei alzata questa mattina non indicandomi e non facendomi compiere i miei doveri. Ti consiglio una sveglia più potente per la prossima volta. Alle 9 nella hall dell'Hotel. Vado a mangiare, è stato un piacere Sophia》 Daniel le fece l'occhiolino e si allontanò. La ragazza non poté certo dire che anche per lei fu un piacere, al contrario. La lasciò imbambolata lì sul posto dopo quella conversazione alquanto assurda. Nonostante ciò non seppe dire se fosse più arrabbiata per la sua arroganza o sollevata perché non ebbero discusso. Sapeva solo che avrebbe avuto una mezza giornata per prepararsi psicologicamente ad uscire con Daniel Ricciardo fuori dal paddock.

"Noi tutti siamo convinti che diventeremo il massimo e poi ci sentiamo un pochino derubati quando le nostre aspettative vengono deluse, ma alcune volte, la realtà supera addirittura le aspettative. Dovremo crederci alle nostre aspettative, perché ci fa restare fermi, in attesa. Quello che ci aspettiamo è solo l'inizio. Quello che non ci aspettiamo, invece, è quello che può cambiare la nostra vita per sempre"

"My Wonderwall" | Daniel Ricciardo - 🇮🇹Where stories live. Discover now