22- "Sunday"

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"Spesso la domenica è fatta di lunghe dormite, sogni aperti, immaginazione, libri e... lunghe dormite. Ma dall'altra parte del mondo, lontano da casa, può sembrar difficile addirittura... respirare..."

Sophia aprì gli occhi e controllò subito l'orario: le 9. Era ancora troppo presto per alzarsi. La gara si sarebbe svolta quella sera, per cui significava che aveva almeno la metà del tempo per fare altro, o così sperava. Il cellulare squillò insistentemente e quando video il nome di Rebecca, non si vergognò certo di averle mandato qualche imprecazione.

《Ringrazia che fossi già sveglia》 rispose con un gomito poggiato sul letto e con una mano a coprire la fronte che sentiva leggermente calda quella mattina.

《Sai che non me ne sarebbe importato, vero?! Quando ci ricapita la giornata libera in Brasile?》

《Esattamente l'anno prossimo, Rebecca. Non sei certo nuova a queste cose. E poi non abbiamo la giornata libera. A malapena abbiamo qualche ora》

《Tanto basta, amica mia. Vestiti perché andiamo a fare compere》

Sophia sapeva che quando Rebecca organizzava qualcosa difficilmente non si sarebbe svolta. Anche perché la chiusura repentina della chiamata senza possibilità di controbattere fu tanto evidente. Sophia buttò la testa sul cuscino per un attimo osservando il soffitto. Controllò il cellulare, non seppe nemmeno lei il perché. Nessun messaggio o chiamata, ovviamente. Chi avrebbe dovuto contattarla? Oltre Rebecca. Mandò un messaggio del buongiorno a Lewis, come ogni mattina, e decise di farsi una doccia prima di vestirsi e affrontare quella giornata iniziata con una sensazione allo stomaco strana e fastidiosa.

***

《Daniel, tu vieni in palestra?》

《Si, Max, fra poco arrivo》

L'olandese osservò bene il suo compagno quella mattina e certamente non era nel suo stato normale come il solito. 

《Tutto bene?》

Daniel alzò la testa dal cuscino e guardò Max. 

《Sì, perché?》

《No, così》

Max pensava che fosse solo ansia per la gara. Daniel non partiva dalla pole da tanto e l'agitazione e la pressione che il team poteva indirettamente mandargli, lo mandava spesso in fibrillazione. 

《Vado prima a fare colazione, vuoi che ti porti qualcosa, almeno?》

Daniel ammise che ci pensò un po' troppo per una semplice risposta ad una domanda di quel genere 《No, tranquillo grazie, fra poco scendo io》

《Daniel?》 Max aspettò che l'amico lo guardasse negli occhi 《Se sei solo agitato per la gara capisco, anzi ti dico di stare tranquillo per quanto ti possa servire, ma se hai un qualche altro pensiero che ti tormenta puoi parlarne con me》

《Ok Max, hai vinto, andiamo a fare colazione, non ti sopporto già più》

L'Olandese da una parte ne fu felice che riuscì a convincere l'amico ma non nascose comunque la sua preoccupazione.

*****

《Ma come non ti piace?! E' la per la festa di questa sera》

《Ma quale festa? Rebecca, sarai in grado di illuminare tutta Interlagos con questo vestito, tanto le paillettes. E poi non è sicuro che Daniel vinca la gara》

《Ah, ora è Daniel?》 la collega rimase appoggiata con una spalla alla porta del camerino con il vestito addosso e con un espressione alquanto emblematica

《Vabbè, sì, Ricciardo, dai》

《Tu ancora non mi hai raccontato com'è andata ieri sera, non mi scappi》 e chiuse la tendina per, finalmente, separarle. Sophia gettò un sospiro di sollievo. Che avrebbe dovuto dirle? Che aveva mangiato un hamburger sulla pista e che... controllò il telefono e niente. Era stata una semplice serata dopo tutto. Una vibrazione le fece destare dai pensieri. Lewis le aveva risposto al messaggio e probabilmente per la prima volta rispose con l'entusiasmo minimo mai provato nei confronti del suo amico.

《Ti piace questa foto da mandare a Max? Non è troppo intima, vero?》

《Cosa?》

Rebecca le fece vedere una foto fatta nel camerino con quel vestito e dire che non fosse provocante era dire una cavolata.

《Ma sei pazza? Già a questi livelli siete?》

《In realtà dovresti prendere esempio》

《Ma anche no...》

Senza dirle assolutamente niente, Rebecca fece partire una videochiamata e quando vide la faccia di Max dall'altro capo del telefono con affianco Daniel, sbiancò di colpo.

《Ciao ragazze... ciao Sophi》  a quel nome Daniel alzò di colpo il capo, come voleva che facesse appunto Max.

《Ciao nanetto, che fai?》 

《Senti, devi smetterla, non sono così basso》

《Eh dai, devi ammettere che sei perfino più basso di lei》

《Ma non è vero, siamo uguali》

《Taci》

《Stronzi》

Il simpatico siparietto fece ridere tutti e 4 ma non capitò mai un leggero e fugace sguardo tra Daniel e Sophia che, al contrario di Max e Rebecca, fingevano di essere indaffarati a fare altro.

《Ma dove siete?》

《A San Paolo》

《DOVE? Ma siete impazzite? Fra 2 ore dovete essere nel paddock per la riunione》

《E ci saremo, Max, rilassati. D'altronde senza di noi voi dove stareste? Da nessuna parte. Spero almeno sappiate camminare o usare le mani per mandare un messaggio e avvisare. Ci vediamo dopo, ciao》

Rebecca guardò l'amica stranita dopo che chiuse la telefonata subito dopo aver detto quella frase.

《Che c'è?》

《C'è qualcosa che devi dirmi? Perché sai, le frasi dentro le frasi sono la mia specialità》

《Quant'è bello il vestito che indossi, lo compri? perché dobbiamo andarcene adesso》

*****

《Ma cos!? Che voleva dire?》

Daniel un qualche sospetto lo aveva, ma...《Ma che ne so, è tutta strana quella》

《E pensare che segue te, pensa se avesse seguito me》

《Secondo me lo preferirebbe di gran lunga, guarda》

《Posso chiedere il cambio, se vuoi》

Davvero si poteva fare? Non voleva, però, mettere in cattiva luce la carriera di Sophia

《No, lascia stare, mi devo solo abituare alla sua presenza》

Max gliela diede per buona quella risposta, ma... non gli credette

《Ah-Ah》

******

"Sì, probabilmente la domenica è fatta di lunghe dormite, sogni aperti, immaginazione, libri ma soprattutto buon umore, che diventa vulnerabile se solo lo si sapesse gestire con i piccoli gesti..."

"My Wonderwall" | Daniel Ricciardo - 🇮🇹Where stories live. Discover now