13- 'Undercover Hero'

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"Il cervello contiene 14 miliardi di neuroni che viaggiano ad una velocità di 440 miglia all'ora. Gran parte di questi sfugge al nostro controllo per cui quando abbiamo freddo, ecco la pelle d'oca. Quando siamo eccitati, ecco l'adrenalina. Il corpo segue naturalmente i suoi impulsi e forse per questo che risulta essere così difficile controllarli. A volte accade che si provano impulsi che si preferisce non controllare anche se, dopo, avremmo voluto controllarli"


《Buongiorno ragazzi》

Appena Daniel sentì la voce di Rebecca, non pensò ad altro.

《Si è svegliata?》
《No, ancora no. L'ho lasciata dormire un po'. Questa notte si è svegliata un paio di volte. Beh, tu lo sai bene》

Già, Daniel lo sapeva bene. Era rimasto tutta la notte al suo fianco per paura che avesse gli incubi. E poi perché Sophia chiedeva costantemente di lui. Sapeva che fosse l'alcool a parlare, per cui non fece troppe domande. Sapeva solo di doverlo fare. La mattina dopo era sceso a fare colazione lasciandola riposare.

《Che bastardo. Giuro che se lo rivedo per strada...》
《Tu non farai nulla》
《Max, ma hai visto cosa ha fatto?》
《Daniel, Max ha ragione. Per fortuna non è successo nulla perché sei arrivato in tempo. Cerchiamo di non farle pesare la cosa e di dimenticare l'accaduto. Non fare nulla perché potresti mettere in discussione la sua ma soprattutto la tua figura da pilota》

Daniel sapeva che Rebecca avesse ragione ma ancora ribolliva dalla rabbia. Difficilmente lo avrebbe smaltito. Ne era sicuro.

《Cerchiamo di starle vicino. I primi giorni potrebbero essere i più difficili》
《Bravo Max》
《Perché lo dici come se dicessi cose giuste ogni tanto?》
《Perché tu dici cose giuste ogni tanto》 rispose la sua PR mordendo una mela
《Stronza》
《Anche io ti voglio bene. Ora attivo a preparare i bagagli che non voglio vederti per una settimana》
《Come sempre》

Tutti e 3 sorrisero e, per un attimo, la tensione si abbassò di colpo dando il benvenuto alla spensieratezza.

*

Nel frattempo Sophia si svegliò e appena riuscì ad aprire gli occhi, un forte mal di testa le diede il 'buongiorno'. Non sapeva che ore fossero, ma a giudicare dal silenzio della stanza, sicuramente era presto, altrimenti sapeva bene che Rebecca l'avrebbe buttata giù dal letto se fossero state in ritardo. Cercò di alzarsi dal letto ma come ogni normale post-sbronza, non riuscì a rimanere in piedi. Le ci volle uno sforzo bello grande per raggiungere il bagno e farsi una doccia. Accese il getto d'acqua fredda e quando finalmente l'acqua le sfiorò il viso, i muscoli cominciarono a rilassarsi e i pensieri svanire.

Si toccò il collo insaponandolo ma una brutta visione le ricordò la brutta serata trascorsa. Una sensazione di bruciore allo stomaco le venne all'improvviso per poi scoppiare a piangere. Si accasciò nel box doccia e pianse in silenzio, sotto le gocce d'acqua che si confondevano tra le lacrime. All'improvviso ricordò tutto. Di come, nonostante l'alcool, la paura che potesse succedere qualcosa di veramente brutto, la fece bloccare nel momento meno opportuno. Ricordò il viso del ragazzo, voglioso di lei, e le sue mani, che cercavano la sua pelle.

Ma all'improvviso ricordò un altro tipo di mani. Un altro tipo di braccia, che la strinsero forte. Ricordò una camicia bianca, una voce di conforto e un bacio sui capelli. Ma non ricordò altro. Sapeva solo che si sentì d'un tratto protetta e, come se fosse di nuovo lì con lei, si calmò anche se si sentì vuota.

《...è tutto finito, te lo giuro. Ci sono io adesso》 riuscì solo a ricordare. Quella voce, quel ragazzo che non riuscì a vedere con gli occhi ma che vide con il cuore e con l'anima.

*
*

Dopo 2 ore buone, decise di scendere per fare colazione, per quanto non avesse tanta fame. Nella sala erano rimasti veramente in pochi, ormai, ma riconobbe ancora la chioma di Rebecca con Max e... Daniel!

《Sophia》 il suo nome pronunciato da Max fece alzare il capo ai rimanenti che corsero subito verso di lei

《Come stai?》
《Tutto bene?》
《Come ti senti?》
《Se hai fame, ti abbiamo conservato qualcosa》

《Ragazzi, lasciatela respirare, e che diamine. Vieni, Soph》

Max cercò di capire la situazione e la 'strappò' dalle grinfie dei suoi amici per farla sedere. Quando furono tutti finalmente accomodati, nessuno proferì parola.

《Beh?! Mi avete tartassato ed ora non dite nulla?》sembrava averla presa bene
《Come stai, Soph?》
《Bene. Davvero. Mi fa male solo un po' la testa, penso sia normale dopo la sbronza di ieri》 cercò di sorridere e smorzare la tensione che si era chiaramente creata. Sapeva benissimo che non si riferivano alla sbronza.
《Ehi, sto bene. Giuro. Va tutto bene. Per fortunata è arrivato questo ragazzo.》
《Aspetta, non ricordi chi fosse?》fu proprio Daniel a chiederlo
《Ma...》Daniel zittí Max con un calcio e anche Rebecca recepí il messaggio
《No, certo che no. Ho ricordi sfocati. Per questo vi dico che sto bene. Ora scusate, devo preparare i bagagli》

Si alzò di fretta dal tavolo e salì di nuovo in stanza per prepararsi. Le faceva piacere che si preoccupassero per lei ma non ce n'era veramente bisogno. Ce l'avrebbe fatta. Come sempre nella sua vita.

《Daniel, lei non sa che sei arrivato tu》
《Già. E va bene così. L'importante è che stia meglio. Mi raccomando, ragazzi》
《Ma Daniel...》
《Ci vediamo negli Stati Uniti. Fate i bravi voi due》

Ed era vero. Voleva solo che stesse bene. Voleva ritornare alla normalità in cui litigare diventava la priorità per loro due. Non voleva essere un eroe. Non si sentiva di esserlo. Aveva solo fatto ciò che andava fatto. E lei non lo avrebbe mai saputo. O quanto meno lui non voleva che lo sapesse.

"Il corpo è schiavo dei suoi impulsi ma quello che ci rende umani è il fatto che possiamo porre rimedio. Dopo la tempesta, dopo il temporale, dopo le forti emozioni del momento possiamo calmarci  e sistemare i guai combinati"

"My Wonderwall" | Daniel Ricciardo - 🇮🇹Where stories live. Discover now