8- Segovia

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"Ah, il cuore. Che meraviglia sentire il forte battito quando è felice. La libertà, la vita, l'essere se stessi, rendono persino il meno audace, il più grande di cuore. 'Casa' è un luogo fisico. Ma, talvolta, si compiono alcune eccezioni..."

Quando Sophia poté camminare di nuovo tra le vie della sua città, Segovia, poté finalmente respirare di gioia. Dopo tanto tempo, si sentì finalmente libera da ogni pensiero. Segovia. Una città ricca di storia, sita nella Comunità Autonoma di Castiglia e Leon. Una città con grandi misteri che, abbandonata dopo l'invasione islamica, fu nuovamente abitata intorno al 1088 da una Comunità cristiana. Amava la sua città, e non perché vi nacque, ma perché da sempre attratta dalla storia e dal patriottismo. E su questo, Segovia, era la nota perfetta della sua vita.

Passò a fianco al vecchio negozio di alimentari della signora Fernandez ricordando di tutte le mattine in cui le preparava la colazione prima di andare a scuola, che si trovava a pochi passi di distanza. E come dimenticare il campetto di calcio posto in fondo alla strada dove ogni pomeriggio assisteva ad un invasione di ragazzini che correvano dietro un pallone. Lei, sin da allora, seduta sotto un albero a guardare i gran premi, sapeva già cosa avrebbe voluto fare.

Attraversare quelle strade e rincontrare vecchie conoscenze, le aveva fatto fare un tuffo nel passato non indifferente. Ricordò come ogni vicolo fosse ben arredato a festa in occasione delle svariate feste che era importante tenere a mente, come la Festa di Santa Agueda ovvero Sant'Agata, il Festival Internazionale di Flamenco dove Sophia spiccava sempre per le sue doti da ballerina, la Festa di San Juan y San Pedro che si tiene alla fine di giugno e quindi da poco terminata, o il Festival Titirimundi ovvero il Festival di marionette più importante della Spagna che conta circa 100.000 spettatori e che raduna artisti da ogni parte del mondo che amano esibirsi in spettacoli che vanno da quelli di marionette destinati ai più piccoli a quelli costituiti da giochi acrobatici. Sophia amava tanto andarci con suo padre da piccola.

Il suo piccolo tour di emozioni e ricordi finí in fretta perché si ritrovò davanti un cancello a lei molto familiare su cui campeggiava un cognome che le apparteneva praticamente da sempre: 'Navarro'. Suonò al citofono posto all'esterno del giardinetto che campeggiava in bella vista, in attesa che qualcuno della sua famiglia le venisse ad aprire. Il primo volto che apparve dalla porta fu quello di sua madre che non appena la vide, quasi si commosse.
《Mamma, ti prego. I pianti dopo. Mi apri? Fa caldo》
Una volta entrata, saluti a parte, poté finalmente respirare a pieni polmoni. Le era mancata così tanto casa sua.
《Come stai?》le chiese Alicia, sua mamma
《Bene, mamma, bene. Stanca, ma bene. Sono felice di essere tornata per qualche giorno. Papà? Thomas?》
《Stanno per tornare, sono usciti questa mattina. Va a sistemarti, che io finisco di preparare il pranzo》
《La stanza degli ospiti è già pronta?》
《Non vuoi dormire nella tua stanza?》
《C'è ancora?》
《Ma certo, bambina mia. Nulla è cambiato. Solo la tua carriera. E di questo siamo tanto orgogliosi di te》
L'abbracciò talmente forte che quasi non pianse dalla commozione. Fu dura anni prima lasciare la famiglia per viaggiare intorno al mondo insieme alla scuderia, ma una sfida che ben presto si rese conto di aver fatto bene ad accettare. Quello era il suo lavoro. Quella era la sua vita.

Salì nella sua vecchia stanza e quasi i ricordi non la travolsero. Era davvero tutto rimasto com'era. I poster dei più grandi piloti di formula 1 splendevano sul muro principale. Tante foto, con alcuni di loro, ornavano la 'bacheca della soddisfazione' come l'aveva rinominata lei. E proprio in essa, la foto più importante: con suo fratello Thomas la prima volta al circuito di Catalogna. Doveva tanto a lui. Era davvero il fratello migliore che si potesse desiderare. Sfiorò con le dita quella fotografia e sorrise distrattamente ripensando a quel giorno e quanto si fosse divertita. Ricordò ancora la grande emozione di lui quando gli comunicò che avrebbe lavorato in Redbull. Per non parlare del giorno che gli fece conoscere Sebastian, suo più grande idolo. Sì, per lei era tutto.

《Oh, mi avevano annunciato che fossi tornata, ma volevo verificarlo con i miei occhi》
《Tomas》
L'abbraccio che i due fratelli si scambiarono emanarono bene puro e grande forza. I ricordi, i sorrisi e le lacrime si concentrarono tutte in quell'abbraccio che, fecero durare minuti che sembravano eternità.
《Sorellina, sono contento di vederti》

A tavola, la famiglia Navarro finalmente riunita, non poté non parlare di come se la stesse passando Sophia

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A tavola, la famiglia Navarro finalmente riunita, non poté non parlare di come se la stesse passando Sophia. Era inevitabile. Era lei quella che stava lontano da casa. Ma era anche lei che era tornata per staccare un po' da quel 'suo nuovo' mondo.
《Sebastian come sta?》
《Benone. Te lo saluto appena ritorno》
Seppure Thomas fosse più grande di Sophia di soli due anni e fosse già un importante avvocato in carriera, spesso lo vedeva come un qualcosa da proteggere con le unghie e con i denti. Anche se, il più delle volte, era stata lei quella da dover proteggere, e a Thomas non dispiacque per niente.
《E com'è lavorare con Ricciardo? Deve essere bello. Dalla televisione appare sempre così energico e allegro》
Sophia sorrise dietro il fazzoletto che usò per pulirsi la bocca. Se solo sapessero che la televisione era soltanto un trucco per mascherare un carattere tutt'altro che allegro.
《Mh, faccio solo il mio lavoro. Non nascondo, però, che mi trovo meglio con Verstappen》
《Tu ti trovi sempre con quelli sbagliati》
Gli fece notare suo fratello, sottolineando la non simpatia nei confronti dell'olandese.
Sophia gli lanciò un tovagliolo dando inizio ad una vera e propria battaglia a colpi di fazzoletti.

"Casa è un luogo fisico. Dove per la prima volta si ride, si piange, si cresce. Ma casa, col tempo, è in grado di diventare anche una persona"

"My Wonderwall" | Daniel Ricciardo - 🇮🇹حيث تعيش القصص. اكتشف الآن