25 - "Indifference"

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《Cosa significa?》

《Che cosa, scusa? Buonasera anche a te》  Non mi accorsi che improvvisamente l'agitazione mi salì copiosamente, e cercai di distrarmi cercando fogli e appunti naturalmente inesistenti.

《Hai presentato domanda di dimissioni?》 Capii che era inutile continuare a nascondersi, tanto meno davanti a lui, il cui rapporto era praticamente nullo, quindi perché mentire?

《Sì, è così. Presentai la richiesta tempo fa, ora devo solo sbrigare le ultime formalità》

《Posso chiederti il motivo, se posso?》 Strinsi la mascella nel pensare ad una risposta, ma la verità era che veramente non la ricordavo, solo che in quel momento quella richiesta mi sembrava solo una richiesta d'aiuto a fuggire.

《Certo. Ho bisogno di nuovi stimoli, di cambiare aria. Di fare nuove esperienze, ecco. Non ti illudere che sia per te, naturalmente.》

Misi da subito le cose in chiaro. Organizzare a puntino una serata apparentemente romantica non gli permetteva di prendersi una tale confidenza con me che, dopo tutto, disprezzava.

《No, certo che no, ma non pensi che ne dovessi essere a conoscenza? Te ne saresti andata senza dirmi nulla?》

《Daniel, è lavoro. Semplicemente lavoro. Hai cambiato assistenti ogni anno, dovrebbe essere una normalità per te》

《Tutti gli altri assistenti non erano TE》

Il cambiamento non ci piace, ci fa paura. Ma non possiamo evitare che arrivi. O ci adattiamo ad esso o rischiamo di rimanere indietro. Crescere è doloroso, chiunque vi dica il contrario, sta mentendo... 

《Sophia, sei pronta? Oh, scusate》

Ringraziai mentalmente Lewis per essere arrivato al momento giusto. Daniel chiuse gli occhi e lo fece passare.

《No, figurati. Ci stavamo scambiando gli ultimi appuntamenti in vista di Monza》

《Vi date da fare voi due, eh!? Neanche un momento di relax》

《Amiamo la nostra complicità》

Ok, l'aria stava diventando decisamente troppo pesante.

《Lewis, sono pronta, possiamo andare. Ehm, Daniel, ti mando per email gli impegni pre Gran Premio. Ci vediamo in Italia》

"Scappa" mimai all'inglese, perché di quella giornata non ne potevo davvero più.

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《Stavate parlando della tua domanda? Mi spiace avervi interrotto》

《Ma sei scemo? Mi hai salvata. Mi ... insomma, mi aveva appena detto in qualche modo a parole sue che gli sarei mancata》

《Oh-oh, e me lo dici così?》

《Ti dovevo scrivere una lettera? E poi non è niente di importante, ormai ho deciso》

《Ah si? e dove andrai? non mi risulta tu abbia mandato qualche curriculum》

《Lewis, lo capisci che se dovessi rimanere lui penserebbe che lo abbia fatto per lui?》

《E che problema c'è?》

《Il problema... 》  ammesso che lo fosse  《E' che tra noi deve rimanere un rapporto lavorativo, non deve farsi illusioni di alcuni tipo. Non gli permetterò di comportarsi di nuovo come ha fatto sabato》

《Ah, quindi il problema è stata la cena... capisco》

No, non era stata la cena, e Lewis lo sapeva benissimo. Per la prima volta dopo tanto tempo, dimenticai il mio lavoro, le mie responsabilità e i miei doveri. Per una sera ero Sophia... con Daniel. Nulla di troppo eccezionale. Non so cosa mi aspettassi il giorno dopo, dopo tutto non immaginavo e né speravo che potesse succedere qualcosa ma...

《L'indifferenza dimostrata in seguito mi ha fatto male...》

Lo ammisi per la prima volta e per quanto mi sforzassi, mi pizzicarono gli occhi. Sbuffai, nel frattempo che Lewis mi posizionò sul tavolino una birra per poi abbracciarmi. Eravamo tornati a Londra, né Monaco e né Segovia. 

Ma la verità è che a volte, più le cose cambiano e più restano le stesse. E qualche volta, oh qualche volta... il cambiamento è bello. E qualche volta, il cambiamento è TUTTO.

"My Wonderwall" | Daniel Ricciardo - 🇮🇹Where stories live. Discover now