5- Too Late, Mr!

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"La spensieratezza sincera di sentirsi a volte liberi è quella che fa bene al cuore, e perché no, anche all'anima"

《Ma davvero? Non mi dire》
Nella calda giornata di inizio Luglio, Sophia si ritrovò a sorseggiare il suo thè in compagnia di Rebecca, la PM di Max, che le raccontò di quella volta che si perse a Madrid in gita scolastica e la ritrovarono solamente il giorno successivo. Le due ragazze scoppiarono a ridere, ancor di più la piccola francese, originaria di Bordeaux.
《Ti giuro. Ricordo ancora quanto mi spaventai quel giorno. È veramente immensa quella città. Oltre che affascinante》
《Già, ne ho sentito parlare》 rispose invece la spagnola, con un sorriso amaro sul volto, sorseggiando dal suo bicchiere.
《Tu ci sei mai stata?》
《Beh, tante volte a detta dei miei, ma ero troppo piccola. Ricordo solo una volta quando andai a trovare mia nonna e ricordo quanto fui contenta di vederla. Avevamo un rapporto speciale》
《A-vevamo?》
《Si, perché una settimana dopo arrivò la notizia che nonna 'salì in cielo'》 rise al pensiero di quello che i suoi genitori le dissero. Ai bambini si rendeva meno amara la verità.
《Da allora diciamo che non ho avuto più coraggio di andare nella capitale. Anche perché credo non ci sia più nulla che mi colleghi a quella città. Sarebbe solo una perdita di tempo》
Rebecca le strinse una mano in segno di conforto. Anche lei sapeva cosa significasse perdere qualcuno di importante. E ringraziò anche la sua collega per essersi sfogata con lei, ma soprattutto fidata.
《Ragazze, forza a lavoro》
《Quanto sei noioso Davide》
Risposero scherzando le ragazze, e così si alzarono finendo dalla cannuccia di bere dai bicchieri, per ritornare al proprio lavoro. C'era ancora tanto da programmare, tanto da aggiustare e il weekend era appena iniziato. Sophia prese il suo portatile e cominciò ad aggiornare i social con tutte le informazioni utili per i tifosi. Poi controlló gli impegni a cui dovevano sottostare i piloti e guardando l'orario, sbuffó al sol pensiero di dover avvertire il troglodita dell'intervista che avrebbe dovuto fare da lì a poco. Ma decise lo stesso di aspettare. Tanto sarebbe stato lui a venire da lei, come sempre.
《Ciao Josh》
《Buongiorno Soph. Tutto bene?》
Josh era uno dei meccanici, anche lui grande amico della spagnola, che ogni tanto le faceva lezioni su come funziona una monoposto di formula 1. Non che lei non lo sapesse, ma i dettagli, quelli che solo i meccanici sanno, non poteva certo conoscerli. Trovava certe cose davvero affascinanti, ed imparare sempre cose nuove l'avvicinava sempre di più a quel lavoro che con il tempo aveva imparato ad amare.
《Benissimo. Sono a casa mia. O meglio, quasi, ma siamo pur sempre en mi tierra, quindi sono felice》
《Mi fa piacere. Allora posso approfittarne per andarmi a prendere un caffè e chiederti se puoi finire un attimo tu, ok? tanto sei felice, no?》
'Odiava' quando cercavano di abbindolarla ma dopo tutto erano tutti suoi amici e non poteva non volergli bene.
《Solo per questa volta. Speriamo solo di non fare danni》
《Se io mi fido, si fidano tutti. A dopo》
Le schioccó un bacio sulla guancia e si dileguó verso il bar più vicino. La voglia forsennata di caffeina aveva posseduto quel corpo e Sophia non poté che ridere al sol pensiero. Bene, doveva solo controllare il ritmo del motore e le risposte che esso dava a qualsiasi problema. Facile, no? certo. Soprattutto per una persona che non è del mestiere. Eppure se la cavó bene e non fu neanche guardata male dagli addetti che le passarono al suo fianco, sapendo che lei facesse tutt'altra cosa all'interno del team.

《Sei anche un meccanico? Quindi posso dare la colpa a te se in pista mi succede qualcosa?》
La ragazza si fermò di colpo e chiuse gli occhi. La giornata ovviamente non poteva essere proprio così bella. Sollevò il capo ed incontrò lo sguardo divertito di Daniel Ricciardo che la guardava divertito con le braccia conserte. Che poi, che aveva da ridere?
《Non sarò così stupida nel risponderti》
《Lo hai appena fatto》 le rispose di rimando e il sorriso non smise un attimo di esistere su quella faccia tosta. Ma che poi: perché sorrideva sempre? le dava sui nervi. Pensò che forse stava cominciando ad odiarlo.
《Se non vuoi veramente ritirarti per un brutto incidente, ti conviene lasciarmi lavorare in santa pace》
Era davvero carina la ragazza, pensò Daniel. Anche quando si arrabbiava aveva quel non sapeva cosa che lo affascinava. Soprattutto aveva notato delle particolari lentiggini sul suo viso che quella notte, quando la conobbe al chiaro di Luna, si notavano facilmente. Le davano quell'aria aggraziata che, naturalmente però, non le si addiceva per niente. O meglio, pensava questo da quel poco che aveva conosciuto. Troppo poco in realtà...
《Ti lascio in pace allora. Stai lavorando per me dopo tutto, non vorrei distrarti》
'stai lavorando per me dopo tutto' ripeté a bassa voce la ragazza. Sì, adesso ne aveva la certezza: lo odiava.
《Ah, signor Ricciardo...》
《Mi dica》
che 'bella' la sua faccia soddisfatta per avergli dato del lei. Solo che non aveva fatto bene i conti.

"Tuttavia, l'importante nella vita è non sapersene approfittare troppo perché troppo confusi davanti la spensieratezza o la gentilezza del momento, pena, ovviamente, tutte le conseguenze lecite"

《Aveva un intervista proprio 20 minuti fa per un importante televisione ed è in super ritardo. La lascio andare, non vorrei distrarla...》rispose a tono sottolineando l'ultima frase con la stessa enfasi che usò lui con lei. E la sua faccia al termine fu tutto un programma. Corse alla velocità della luce per raggiungere la sala interviste e mentre Sophia rise di gusto, Daniel maledisse mentalmente quella ragazzina impertinente a cui sicuro avrebbe fatto pagare.

"My Wonderwall" | Daniel Ricciardo - 🇮🇹Where stories live. Discover now