9- "Memories!"

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"La Gioia è un'emozione fugace come una stella cadente che attraversa il cielo notturno...

Sophia e Thomas decisero di uscire quella sera, in nome dei vecchi tempi. Avrebbero incontrato tanti vecchi amici d'infanzia che, sicuramente solo la ragazza, non vedeva da tanto tempo. Oltre al fatto che la maggior parte prese strade completamente diverse. Rimase almeno 20 minuti, in camera sua, davanti lo specchio a decidere cosa mettere. Non che fosse una persona che badasse molto all'aspetto esteriore ma, la notizia che ci sarebbe stato anche Erik, vecchia cotta adolescenziale, l'aveva fatta agitare più di quanto pensasse. Erik in realtà era originario della Svezia ma visse da sempre in Spagna dove i genitori si trasferirono subito dopo che lui nascesse. Andarono insieme a scuola per un po', poi lui si ritirò per collaborare nell'azienda di famiglia. Tuttavia, però, non si persero mai di vista. Lei cominciò a vederlo con occhi diversi già dopo solo 2 anni di conoscenza. Lui, d'altro canto, era il tipico ragazzino corteggiato da tutte le bamboline che respiravano e sbavavano per lui. La piccola cottarella nei suoi confronti, rimase da sempre nascosta e privata dentro di sé, quasi come se fosse un segreto da proteggere. Quella sera, non che fosse ancora attratta da lui, d'altronde doveva vederlo da tanto, troppo tempo, si sentiva però agitata. Per una sera, la ragazzina di Segovia, poteva ritornare.

«Ehi sorellina, dobbiamo andare. Mira estàs bien (Guarda che stai benissimo)»

Thomas sbucò dall'uscio della porta e ammirò sua sorella. Era sempre stato geloso di lei quando erano piccoli e, poteva ammetterlo anche all'ora che erano adulti, che lo era ancora e tremendamente.

«Ti ringrazio, 'fratellino'. Ma non vorrei prender freddo, sai, quindi questo giacchetto mi sembra..»

«Sophia, siamo a luglio. Come può far freddo? A meno che..» Tomas si accigliò e sorrise incrociando le braccia e appoggiandosi alla porta.

«Cosa?»

«A meno che un certo Erik non ti faccia tutto d'un tratto venire ancora i brividi. Que primicia (che scoop)»

«Ma che dici? Stai delirando! Perché, c'è anche Erik? Non lo sapevo!» rispose infilandosi il giacchetto scelto ed uscendo di fretta e furia dalla stanza. Thomas sorrise. Sapeva bene cosa la sorella avesse provato per il suo amico, lo aveva sempre saputo.

Il luogo della cena era al centro di Segovia, in una storica pizzeria dove i ragazzi erano soliti andare da piccoli. I proprietari divennero subito amici di famiglia e non bisogna neanche specificare il fatto che la pizza, a volte, rappresentasse un regalo per i 2 giovani clienti fissi. Quella sera, Sophia e Thomas arrivarono in netto anticipo, come erano sempre fare, anche da piccoli. Per tutti, erano i 'fratelli anticipo', per via della loro 'voglia' così grande di arrivare sempre primi. Eppure, non lo facevano mai neanche di proposito. Arrivarono al punto di pensare che fossero sempre gli altri, a questo punto, ad essere ritardatari. Si guardarono per un momento negli occhi e, nacque spontaneo il sorriso sui loro volti a quel ricordo.

«Eccoli qui, i fratelli anticipo, ma che piacere»

«Sergio»

Sergio era il più... non serio del gruppo. Intendiamoci, non che non lo fosse mai, ma gli piaceva sempre prendere alla leggera la vita. "se non lo facciamo ora, quando potremo farlo?" amava sempre dire. E aveva ragione. Stranamente. Nonostante ciò, era pur sempre il buon amico che tutti avrebbero voluto avere al proprio fianco.

«Come state ragazzi?»

Dopo i saluti di rito, qualche abbraccio, qualche risata, i 3 si sedettero ad una panchina in attesa degli altri. I 2 fratelli cominciarono a raccontare della propria vita dopo il liceo. Thomas raccontò della sua vita da avvocato, Sophia della sua tra i motori. Sergio sorrise a vedere i suoi amici in carriere così prestigiose. D'altro canto, lui, non poteva certo lamentarsi. Aveva sempre avuto la passione per il teatro e riuscì ad aprire una compagnia tutta sua. Sarebbe stato un comico eccellente. Perché questa era la sua vera indole: rendere felici le persone. E questo, Sophia, lo aveva sempre apprezzato. Nel frattempo arrivò anche Clarissa, la maestra del gruppo. Amava da sempre i bambini e poter insegnare loro non le basi, ma la vita, perché è più semplice insegnare ai bambini, perché se lo si fa sin da bambini, si è in grado di migliorare il mondo.

"My Wonderwall" | Daniel Ricciardo - 🇮🇹Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang