Capitolo 2

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Persone.

Tutte attorno a me.

Mi grattai nervosamente il braccio e continuai a camminare verso l'ufficio ammissioni. Non fu una sorpresa che quando arrivai ricevetti solo sguardi e continue risate. I miei guanti, ovviamente.

Quando arrivai all'ufficio, c'era una fila di tre persone. Grazie, dio.

Ma quello che catturò la mia attenzione fu un tatuato, minuto ragazzo che borbottava frustrato. "Chi cazzo è questo? Ho specificatamente chiesto di voler stare in stanza con Malik."

"Il sistema deve aver avuto un errore, mi scusi signorino." disse la signora dietro la scrivania con fare annoiato.

"Ugh, va bene. Ma quando mai funziona qualcosa in questo edificio." Il ragazzo abbronzato si girò velocemente, e ridacchiai un po' quando notai che mi stava guardando, uscendo di fretta. Guardai velocemente il suolo, ma non prima di aver notato i suoi occhi color ghiaccio

Dopo 6 minuti arrivó il mio turno "Um, Styles. Harry-"

"Tieni," disse la donne e mi diede la chiave per la stanza insieme al foglietto indicativo. Si notava che era esaurita.

"Gr-grazie." risposi io, prendendo gentilmente il materiale e andandomene.

*******

Stanza 341

Camminai e girovagai quando finalmente giunsi davanti alla porta.

Presi la chiave e aprii la porta. La prima cosa che trovai furono delle luci già accese e tre scatole aperte. Entrai e mi portai dentro anche la valigia. Guardai attorno quelle piccole quattro mura, ma non c'era nessuno. Hm.

In quel momento mi iniziai a preoccupare. E se il mio compagno di stanza non fosse gentile? Se non gli piacessi?

Voglio dire, ci sono abituato. Ma questo college doveva essere la mia via di fuga; Non un altra porta che conduce all'inferno. Ma andiamo, è impossibile.

La porta si aprii e sobbalzai.

Lo stesso ragazzo di prima. tatuato, bicipiti abbronzati, e un......piercing al labbro inferiore? Mi sarò fatto scappare questo dettaglio prima.

"Cosa c'è?" sputò il mio compagno di stanza, notando probabilmente il mio sguardo.

"N-niente, sono Harry Styles." volevo stringergli la mano, ma la mia mano fasciata dal guanto rimase sospesa in aria.

La sua espressione cambiò "Ah tu sei il mio compagno" e alzò gli occhi al cielo,

Di nuovo. Ero di nuovo una delusione. Anche per uno sconosciuto.

"Scusa. C-cambierò camera." ridacchiai nervosamente, tentando di trattenere le lacrime. Stupido Harry. Iniziai a uscire dalla stanza.

"Hey, hey," afferrò la mia spalla e fece girare verso di lui ", Va tutto bene."

Lo guardai stranito.

" Stai tranquillo non ti mangio. Puoi restare." scrollò le spalle.

"Dici sul serio?"

"Si," disse porgendomi la mano " e io sono Louis." . Il suo nome suonava con accento francese.

La presi lentamente e la strinsi, il guanto emise un suono a causa del materiale in lattice.

"Perché porti i guanti? C'è un caldo della madonna fuori." disse Louis, tornando alle sue scatole, aprendone una che citava ' vestiti e altri oggetti ' .

Avevo temuto questa domanda. Sapevo che sarebbe arrivata, ma non volevo sentirmi solo ancora.

"S-sono per la mia....la mia-"

"Non devi dirmelo se non vuoi. Non consumare le tue palle." rise.

Ero combattuto.

Felice perché ha lasciato perdere.

Agitato per il suo atteggiamento.

Arrossii "Okay."

Aggrottò le sopracciglia e stese la mano sul fianco "Sei strano, lo sai vero?"

Non ancora, ti prego.

"Non per i guanti, o.." fece una pausa, come se stesse decidendo il paese alleato in guerra, " hm, magari per il modo in cui sei così duro con te stesso."

E lì è quando ho realizzato che lui non fosse poi così male.

"Bene, vuoi disfare le valigie o cosa, riccio?" riuscii a scorgere un sorrisetto, ma non ne ero sicuro.

Ma alla fine, cominciai a disfare le mie valigie.

SKIN || l.s.Where stories live. Discover now