capitolo 14

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Tra poco me ne vado proprio a letto, è inutile aspettare e anche se arriva non gli apro, non è più orario ho aspettato tutto il pomeriggio, io non ci sono più per oggi.

Spengo la luce e mi metto a dormire.

Sento bussare, ma faccio finta di nulla , bussa ancora.

-Karen apri!!-

Grida a voce alta stavolta, quindi sono costretta ad aprirgli.

-Perche urli un questo modo a quest'ora vuoi c'è ti sentano? Entra!-

-Perche non mi aprivi he? Facevi la furba?-

-Ma sei scemo? Chi è che vuole fare la furba,  e poi perché sei così arrogante stasera cos'hai?-

-Non ho proprio nulla vieni qui-

Mi prende per il braccio e mi preme  il corpo col suo.

-puzzi di alcol, hai bevuto per caso?-

-Un pò di whisky-

Mi guarda negli occhi e mi fa un sorriso amaro.

-Um whisky eh!-

Lo guardo con sguardo inquisitore. Ma lui mi salta addosso e mi butta sul letto bloccandomi col suo corpo.

Con molta abilità mi sfila gli slip e in un attimo è dentro di me.

È diventato così facile ormai fondermi con lui, ormai non c'è imbarazzo, niente tabù.

Ma stasera lo sento diverso, mi sembra un altro.

Non riesco a provare piacere, mi sta dando fastidio .

-Godi per me  voglio sentirti urlare -

Mi ordina con tono prepotente .

Non gestisce il peso sopra di me , mi sento bloccata vorrei cacciarlo ma non ci riesco.
L'unica cosa che mi rimane da fare è fingere l'orgasmo per farla finita.
È ubriaco e così non mi piace.

Gemo forte e simulo il piacere. Ci casca per fortuna.

Si stacca da me e corro in bagno a sciaccquarmi, e anche lui.

Ma quando torno in camera, prende un mio foulard e se lo fa passare tra le mani.

Ho voglia di giocare stasera mi dice.

-Cosa?, come giocare?-

-Vieni qui, dammi i polsi? -

"CHE vorrà fare? Da un lato sono troppo curiosa"

Gli porgo i polsi e me li lega con il mio foulard,  è l'unica cosa che ho addosso.

Poi mi guarda un istante e mi trascina sul letto .

-Piegati in avanti -

Mi ordina. Ho la faccia rivolta al cuscino, e lui si bea della vista del mio di dietro.

Passa le mani sulle nantiche, dolcemente,  poi sale sulla schena, io sto al gioco.

Poi mi prende i capelli piano  e mi bacia sul collo .

-Vero che sei mia?-

Mi chiede .

-Rispondimi!-

-Si che sono tua-

-Vero che ora mi farai contento?-

Mi chiede dinuovo.

Accidenti!

Ho capito cosa vuole.

-Bryan,  ti prego fai piano però-

Lo prende per un si.

Prende il restante pezzo di foulard che pende dai miei polsi e lo lega bene alla spalliera, della parte del capezzale  del letto.

Sono un pò spaventata, adesso  non posso più muovermi .

-Che vuoi fare?-

Gli chiedo.

-Punirti bambolina mia, perché lo meriti!-

-Vero che lo meriti? Dimmi di si-

Mi prende forte per il capelli.
Io ormai sono sogiogata dal suo potere, schiava del suo desiderio,  e del mio visto che sono arrivata a questo.

-Si -

Gli rispondo. Ma le lacrime scendono ormai sulle mie guancia.

Inizia a colpirmi forte sulle natiche,  sempre più forte.

-Bryan ti prego smettila! -

Urlo piangendo,  ma lui non si ferma.

Mi ha deluso anche lui, sta violando il mio corpo e la mia salute, sta accadendo dinuovo come tanti anni fa.

Ma stavolta, la ferita arrivava dalla persona che mi piaceva, e a cui stavo dando l'anima.

-Fa male ti prego smettila!-

Gli dico tra i singhiozzi.

-Ha si? Ti fa male?, vuoi questo? -

-Spalanco gli occhi-

Quando piano piano entra prima con le dita e poi Con la sua erezione portata al massimo dal gioco condotto da lui.

È entrato bene ormai dove non avrebbe dovuto, si muove piano.

-Shh, amore, ora arriva il meglio-

Adesso si muove più veloce, aumentando il ritmo fino ad arrivare al culmine del piacere.

Si ferma ed esce. Ma rimane con la faccia appoggiata sulla schiena.

Io mi sento ferita, delusa, mi è sembrato di vivere un' altro incubo.

-Slegami, adesso, -

Gli faccio. Ho ancora il viso bagnato dalle lacrime, è pieno di sofferenza.

Mi slega e mi guarda in faccia. 

-Sei arrabbiata? Era un gioco, il nostro gioco -

-Vattene!-
Gli urlo contro.

-Scusa se ti ho fatto male-

Lui sembra cadere dalle nuvole.

-Vattene subito da qui, capito?-
Indico la porta.

Lui non dice più una parola.

Va in bagno a sciaccquarsi, poi si riveste ed esce.

-Buonanotte mi dice , prima di chiudere la porta-

Appena esce, piango tutte le lacrime che ho in corpo, non ci sono termini per descrivere quello che provo. Penso al mio passato, ai miei genitori che non ci sono più,  jeremias e la sua cattiveria,  ed ora lui Bryan,  la persona che mi ha fatto sentire viva dopo tanto tempo, mi ha buttata dinuovo nel mio baratro di solitudine.

Piango e piango ancora.

Finché non mi calmo e mi alzo a bere un bicchiere d'acqua.  Sono le 11 di sera mi infilo un vestito  fresco metto le ciabatte e vado fuori a prendere una boccata d'aria fresca.

Sono seduta sul davanzale della mia finestra quando all'improvviso  vedo passare una ragazza, si dirige verso la villa.

È Miriam.

Mi sembra di avere un attacco di panico quando capisco che sta andando da Bryan.

Mi vede da lontano e mi fa un gesto con la mano per salutarmi.

-Salve-

Mi dice sorridente mentre si dirige verso la villa -

Alzo la mano anche io, anche se mi costa una fatica subenorme.

Inizio a lacimare un altra volta quando penso che lei ha tutti i diritti di andarlo a trovare quando vuole ed io non sono nessuno.

Mi sento uno schifo, una nullità,  non so neanche in che parte del cassonetto della spazzatura mi posso andare a buttare.










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