Capitolo 8

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Il 6 di Aprile dell'anno successivo fu un gran giorno per me: avrei compiuto diciott'anni. E con questo voglio dire che avrei raggiunto definitivamente l'età adulta. Erano le sette del mattino e io dormivo ancora beato sotto la mia calda coperta, finché sentii qualcuno balzare sul mio letto.

Frodo Baggins cominciò a strattonarmi e io mi chiedevo - seppure ancora terribilmente confuso dal sonno - come un ragazzo quasi maggiorenne lui potesse comportarsi ancora come un bambino.

"Sam! Buon compleanno, Sam. Scendi da quel letto, pigrone di un Hobbit...sai che giorno è?"

"Ma perché urli? Stanno ancora tutti dormendo..."

"Solo tu dormi a quest'ora, caro Sam. Solo già le otto!"

Preferii non commentare oltre o quella faccenda sugli orari mattutini sarebbe durata per molto tempo ancora.

"Grazie Padron Frodo, sono felice che ti sei ricordato." Borbottai, stropicciandomi gli occhi ancora velati dal sonno.
Lui si mise sopra di me come faceva sempre e quasi i nostri nasi si sfiorarono.

"Ma è naturale! Mi sarei dimenticato il compleanno del mio migliore amico?"

Io sorrisi, pungolandogli il naso e mi alzai.

"Vestiti." Mi ordinò, mentre si accingeva verso la porta "Ti aspetto in salotto, fai in fretta!" Mi guardò maliziosamente e uscì di corsa, saltellando.

Mi veniva da ridere vedendolo così euforico, così lo accontentai. Mi vestii velocemente, diedi una sistemata ai miei capelli color miele e uscii dalla camera.

Percorsi il corridoio di casa mia e appena giunto al salone sentii improvvisamente gridare: "BUON COMPLEANNO SAMWISE!"

C'era mio padre, ovviamente Frodo, poi Bilbo, Merry, Pipino, altri amici di mio padre che mi avevano visto crescere e per ultimo notai la famiglia di Rosie Cotton, insieme a lei che mi sorrideva come faceva sempre. Io rimasi più che sorpreso della sua presenza, tanto che non mi accorsi nemmeno che mi avevano appena fatto una festa a sorpresa. Frodo si avvicinò a me e mi diede una pacca sulla spalla, facendomi rinsanire.

"Sam, sei così sorpreso che non riesci a muoverti!" Disse sorridente.

"I-io..."

Aveva ragione, non riuscivo nemmeno a parlare "Grazie a tutti!" Riuscii a dire, arrossendo un poco.

Così iniziò la festa della mia maturità. Merry e Pipino bevevano e mangiavano in continuazione, come loro solito, mio padre non faceva altro che ringraziare tutti per la splendida festa, Bilbo canticchiava qua e là e io e Frodo chiacchieravamo come sempre, ma non nego che ogni tanto mi accingevo a dare un'occhiata a Rosie.

"Chi ha organizzato la festa?" Domandai.

"Proprio io, Sam!" Mi rispose Frodo eccitato.

"Davvero? Lo hai fatto per me?"

"Che domanda è? Certo! Sono o non sono il tuo migliore amico, Samwise Gamgee?"

Quella frase mi lasci perplesso per qualche istante. Certo che era il mio migliore amico, speravo lo fosse stato per sempre. Eppure c'era qualcosa dentro di me - in quel momento - che, udendo quell'affermazione, non mi faceva sentire del tutto a mio agio.
Sbattei le palpebre e incrociai lo sguardo di Rosie Cotton, venendo colto alla sprovvista da uno strano coraggio.
Desideravo raggiungerla.

"Puoi scusarmi un attimo?" Dissi a Frodo.

"Dove vai?" Sorrise.

"Da Rosie, vorrei parlarci."

Guardando con la coda dell'occhio il mio padrone notai che il suo adorabile sorriso siete improvvisamente spento e, invece della reazione entusiasta di due anni prima, quella volta mi guardò deglutendo, prima di distogliere lo sguardo.

Wherever you are  [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora