Quarta parte: 22.

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Il 26 di Marzo del 2978 fu un giorno come tanti altri ad Hobbiville. E furono proprio quei giorni come tanti a riempire la mia infanzia di ricordi gioiosi.

Nel primo pomeriggio raggiungemmo la casa di mia zia May. Solitamente andavamo a trovarla soltanto per sgraffignarle qualche suo dolcetto appena sfornato. Quella volta invece, dopo che ci aveva sorpreso a rubare le sue ciambelle della Domenica, zia May ci invitò a casa sua per preparare noi stessi dei biscotti al cioccolato. Noi non riuscimmo a prenderla come una punizione, anzi partimmo dal presupposto che ci saremmo divertiti un mondo. Mia zia ci lasciò gli ingredienti e il ricettario sul tavolo della cucina, così io e Frodo ci rimboccammo le maniche e ci mettemmo all'opera.
Ma l'armonia e la quiete del lavoro durò troppo poco.

"Ops..." bofonchiai io, una volta starnutito, quando la farina andò in faccia al mio amico.
Una volta che lui riaprì gli occhi, arricciò la bocca, afferrò un pezzetto di pasta di farina e me la incastrò nei capelli.
"Ops!" Disse lui di sua volta.
Io sgranai gli occhi, poi con un ghigno presi un altro pugno di farina e soffiai su di essa, che finì per imbrattare di bianco i riccioli e il viso di Frodo.

Quando lo vidi immobilizzarsi al mio gesto, deglutii involontariamente. Lo avevo fatto arrabbiare, pensai.
Invece, dopo qualche attimo la sua risata riecheggiò in ogni angolo della cucina.
"Lo hai voluto tu!" Gridò e improvvisamente il cacao in polvere volò in aria posandosi sui miei capelli color del miele.
"Ora ti faccio vedere!" Strillai io, quando afferrai la ciotola di cacao dalle mani di Frodo e gliela tirai imbrattandogli il grembiule che aveva indossato.

Così, anche quella che doveva essere la nostra punizione si trasformò in una totale baraonda. Io e Frodo eravamo colorati di bianco e marrone, ergo la farina e il cacao. E, quando ci accorgemmo di quel che avevamo combinato, ci guardammo con una faccia sconvolta. Subito dopo ci buttammo a terra dalle risate, lui mi acchiappò per il lembo del mio grembiule e finimmo a fingere la lotta come facevamo sempre.
Fino al momento in cui, io al di sotto di Frodo e lui che stava preparando per me un terribile solletico, scrutammo mia zia May. Anche lei portava un grembiule bianco sopra il suo vestito rosa pastello, teneva i capelli raccolti in uno chignon piuttosto malandato e aveva le braccia attorno ai fianchi.
"Ora siete in grossi guai, signorini."

...

Passarono cinque giorni da quella notte d'amore. Stropicciai gli occhi e mi preparai per il nuovo giorno. Per un momento scrutai il cielo, pensando di vedere ancora quella che era diventata la nostra stella, ma compresi immediatamente che non ci avrebbe seguito durante il giorno. Eppure sapevo che era sempre lì. La troppa luce non gli permetteva di brillare come avrebbe dovuto, ma era sempre nello stesso identico posto, ad osservarci.

La prima cosa che udii fu il solito lamento fastidioso di Smeagol, ma non gli diedi importanza. Frodo dormiva ancora accanto a me, così diedi un occhiata veloce per assicurarmi che nessuno mi stesse osservando. Mi chinai e gli baciai il lobo con delicatezza.
"Odio svegliarti, ma il sole è già alto." Sussurrai.
Lo vidi muoversi e tirare un sospiro, dopodiché si girò a guardarmi "Hai dormito bene."
"Era una domanda?"
Lui scosse la testa "Ti sento come russi."
Io sorrisi "E tu hai dormito?"
Frodo distolse lo sguardo da me e prese un altro sospiro soffocato "Si."
Emise quella parola come un soffio. Stava mentendo, me lo sentivo, ma non avevo voglia di proseguire il discorso.

Appena distolsi lo sguardo dai suoi occhi, le mie iridi scivolarono involontariamente sul braccio di Frodo, particolarmente sul polso sinistro. Un lieve taglio già incrostato sembrava creare una divisione tra la mano e il resto del braccio.
Di scatto afferrai il suo polso "Come te lo sei fatto?"
Lui sembrò esser stato colto di sorpresa e tirò immediatamente il braccio indietro nascondendolo dietro la schiena "oh niente...Stanotte sono scivolato in qualche arbusto, credo avesse delle spine."
Aggrottai la fronte "Dove sei stato stanotte? Non dovresti allontanarti, è pericoloso."
"So cavarmela."
"Non abbastanza."
"Cosa te lo fa pensare?"
"Lascia perdere."
Lui mi diede un ultima occhiata, poi si alzò e si preparò per partire, ma prima che potesse incamminarsi, con Smeagol di seguito disse: "Niente tornerà come prima, Sam. Cerca di conviverci."
"Dovremmo comunque cercare di non soffrire, dico bene?" Ribattei.
Lui sospirò "Quando non si ha scelta...si cerca la strada meno dolorosa, ma chi lo ha detto che sia priva di sofferenza?"

Wherever you are  [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now