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Le notti passavano velocemente. E la compagnia non mancava. Smeagol si dimostrò molto più vivace e socievole soprattutto con Frodo, e io non potevo fare a meno di essere un poco geloso. Le provviste cominciavano a scarseggiare, così Smeagol ci aiutò a cacciare della selvaggina, ma in tutto questo, seppure Frodo cominciava a fidarsi di quella creatura e seppure ci stava guidando verso il Nero Cancello, io non riuscivo a vedere Smeagol come un buon compagno, né tanto meno come amico.
Consigliavo sempre a Frodo di starti alla larga, cercando di fargli ricordare che quella creatura pensava solo all'Anello e che poteva ancora avere l'ardente desiderio di rubarlo. Io dormivo di meno a causa sua, forse anche Frodo, ma per altri motivi che non mi aveva ancora riferito. Sembrava addirittura avere paura ad addormentarsi e questo mi faceva preoccupare.

Ogni notte lui aveva incubi, si svegliava di soprassalto col volto pieno di terrore, tremava e boccheggiava, dopodiché si avvicinava velocemente a me, stringendomi forte. Il suo battito cardiaco era tremendamente veloce, come se avesse appena terminato una corsa. Io non osavo più domandargli che cosa sognasse, tanto non mi avrebbe risposto.
In quanto, invece, alla nostra storia, se così posso definirla, sembrava affievolirsi. Certo, entrambi provavamo gli stessi sentimenti, ma la presenza di Smeagol e il pressante fardello che Frodo poggiava sul petto sembrava ci stesse allontanando e non riuscivo a sopportarlo. Non potevo.

Dopo aver finalmente superato l'Emyn Muil, io e Frodo decidemmo di percorrere il sentiero che ci conduceva direttamente all'interno del Nero Cancello, ma Smeagol non era d'accordo.
"Non possiamo attraversare il sentiero principale. Ci vedranno...ci vedranno!" Obbiettò indiscreto.
Frodo si avvicinò a lui "E allora dove proseguiamo? Conosci un'altra strada, Smeagol?"
"Si...si...Smeagol conosce. Ma gli Hobbit dovranno attraversare le palude morti, padrone, si..."
Frodo mi guardò senza ricevere una risposta da me, poiché mi limitai a scrollare le spalle.
"Va bene. Attraverseremo le paludi, se saranno più sicure." Puntualizzò.
"Si, lo sono padrone. Gli Orchi non ci passano mai da quelle parti...Gollum, Gollum."
Io lo guardai schifato. Quello è un pazzo, mi dissi, ma sembrava dire il vero, perciò lo seguimmo a passo spedito.

Il cammino era insopportabilmente monotono. Smeagol emetteva strani versi ogni tanto, Frodo cercava di mantenersi sveglio e io avevo una costante fame. Più camminavo e più avevo voglia dei poveri consigli che mi passavano accanto. Mi veniva l'acquolina in bocca.
All'improvviso, quando giungemmo alle paludi morti, Frodo si mise a cantare un motivetto che avevo già ascoltato nella mia infanzia, molti anni prima.

La strada se n'va interrotta
a partire dall'uscio onde mosse.
Or la strada ha preso una rotta,
Che io devo seguir, come posso,
Perseguirla col passo sofferto,
Fino a che perverrà a un gran snodo
Ove affluiscono piste e trasferte.
E di poi? Io non so a quale approdo.

Alla fine della canzone, Frodo sorrideva discretamente e io lo osservai. Smeagol proseguiva indifferente.
"La ricordi Sam?" Sospirò.
Annuii "Tua madre ce la cantò una volta."
Lui mi confermò con un cenno "Credo di aver capito il significato."
Ripensai a quella sera, quando io e Frodo avevamo nove anni ed era la prima notte che passavo a casa sua. Primula, per farci addormentare, ci intonò questa dolce e lenta melodia, con la sua voce soave. Riguardai per pochi attimi le parole, e infine la capii anche io.

"Sembra che racconti, anche se in poco, il nostro viaggio." Commentai.
"Esatto. Insomma, siamo partiti all'improvviso, a partire dall'uscio onde mosse, il nostro viaggio iniziò già con molti pericoli." Spiegò.
"Proseguirla col passo sofferto." Aggiunsi io "Si, confermo tutta la sofferenza!"
Lui sorrise lievemente, poi torno serio e pensieroso "Fino a che perverrà a un gran snodo...magari ci sarà un momento nel nostro viaggio che sarà più liscio...meno doloroso."
Io sospirai "Magari intende altro. Forse quella parte della canzone l'abbiamo già affrontata, con la compagnia."
"Forse hai ragione." Abbassò lo sguardo.
Io poggiai una mano sulla sua spalla "Non disperare, ci sono io con te."
Lui non poté fare a meno di sorridere alle mie dolci parole, così, assicurandosi che Smeagol non ci stesse osservando, le sue labbra accarezzarono delicatamente la mia mano, poi proseguimmo.

Wherever you are  [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now