Capitolo 12

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Frodo continuava a sorridermi come se non fosse successo nulla, io stavo invece per piangere dalla gioia. Senza altra esitazione mi scaraventai sul letto e lo abbracciai più forte che potevo. Lui rimase sorpreso del mio gesto, ma mi ci cinse di sua volta.
Frodo. Frodo. Frodo. Non ricordo quante volte pronunciai il suo nome solo per il gusto di sentirlo.

"Oh Sam..." ci staccammo "Devi dirmi tutto. Per quanto ho dormito?"

"Giorni, Padron Frodo, giorni strazianti per me."

"Mi dispiace di averti fatto preoccupare così, ma ora sto bene."

"Ne sono davvero contento. E...e la ferita?"

"Brucia un pochino, ma guarirà presto suppongo."

Scesi dal letto, ma non lasciai la sua mano che in quel momento, dopo molti giorni era calda.

"Voglio alzarmi." Esclamò.
"Gli altri non sarebbero d'accordo."
Mi guardò maliziosamente "Ma gli altri non sono qui ora."
Sogghignai "Ti do una mano."
"Tranquillo."

Lo aiutai a vestirsi, successivamente uscimmo dalla stanza "Devo farti vedere Gran Burrone. È bellissima." Lo presi dal polso sorreggendolo.

"Posso solo immaginare. E tu hai visto degli Elfi, dico bene?" Mi domandò.

"Oh si, ci ho anche parlato, cioè più o meno."

"Hai visto quanto era alto il Re?"

Ridemmo insieme "Noi ce la sogniamo un altezza del genere!"

Lui si poggiava a me per non cadere e mentre ridevamo lo condussi fuori.

Ci fermammo su uno dei tanti balconi del palazzo ad ammirare il panorama. Avevo lasciato lì i bagagli, così gli diedi una sistemata veloce "Fai già le valige, Sam?" Domandò Frodo.

"Beh vorrei essere pronto. Finalmente torneremo a casa. Ritornerà tutto come prima."

Lui si limitò a sorridere discretamente.

"Cosa non ti convince?" Lo incitai, ma già sapevo la risposta.

Lui si voltò verso l'orizzonte "Nulla. L'Anello sarà al sicuro qui." Poi mi guardò nuovamente "Sono pronto a tornare a casa."

Nel mio cuore sentivo che voleva essere libero, libero di esplorare come mi diceva sempre da quando ci eravamo conosciuti. Ma io volevo soltanto che stesse al sicuro, al sicuro nei confini della Contea.
Il suo sguardo ritornò serio, pensieroso, così decisi di cambiare discorso "Guarda laggiù!" Indicai i giardini pensili sotto di noi "Perché non facciamo una passeggiata lì?"
Lui sorrise e annuì.

Uscimmo dal palazzo e ci dirigemmo verso i giardini. Sembrava il paradiso, non che lo avessi mai visto ovviamente, ma me lo immaginavo proprio così. Sotto i nostri piedi si estendeva un pavimento interamente fatto di mosaici raffiguranti piante, frutti e acqua. Lungo i nostri fianchi scorrevano centinaia di aiuole con fiori e piante diverse per ogni tipo. Sopra le nostre teste, invece, i giardini pensili con fiorellini di ogni colore che sfioravano la nostra cute. Il sole invece, accarezza i nostri volti.

Alla fine di esso notammo una piazzola e al centro un fontana che sgorgava acqua cristallina da tutte le parti. Ci sedemmo ai suoi piedi e ammirammo con i nostri occhi le bellezze di quel posto.

"È meraviglioso qui." Sussurrò Frodo. Poi mi guardò maliziosamente "Il tuo paradiso immagino, mio giardiniere."

Risi "Tu ami i libri...e io le piante, ecco!"

"Allora guardale un po' più da vicino, forza!" Si avventò contro il mio petto gettandomi in una delle aiuole e io feci lo stesso con lui.

Sembravamo ancora bambini e lo adoravo. Quando era sopra di me provavo solo felicità, mai imbarazzo.
Quando finimmo di strattonarci l'un l'altro notai un fiore rosa come le sue guance incastrato tra i suoi capelli "Hai un fiore in testa, te lo tolgo."

Wherever you are  [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora