LIII

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Biblioteca reale! La prima tappa di Merlino con l'inizio di una nuova mattinata di lavoro. L'idea di rivedere Geoffrey, il responsabile di quel luogo ricolmo di volumi ovunque si posasse l'occhio, non lo entusiasmò molto, tuttavia, era stato spedito lì per conto di Gaius.

Il libro che interessava particolarmente all'anziano medico possedeva un titolo che Merlino non aveva mai udito prima di allora e, non avendo la minima idea di dove orientarsi in mezzo a tutta quella eredità storica millenaria, fu costretto a rivolgersi al proprietario per velocizzarne la ricerca.

Si incamminò verso di lui e aprì la bocca sul punto di parlare, ma la mano di Geoffrey, che si sollevò in segno di attesa, lo fermò. Il servo serrò le labbra, visibilmente scocciato, ma seguì il suo tacito comando. Non aveva intenzione di litigare con lui di prima mattina, per quello c'era già Morgana.

Mentre il bibliotecario ignorava la sua presenza, continuando a studiare alcuni fogli che aveva tra le mani, Merlino si guardò rapidamente intorno. Quando Geoffrey gli concesse la sua attenzione, con un falso sorriso espose la sua richiesta. L'anziano gli indicò con l'indice il reparto di scaffali da consultare per cercare il libro per Gaius e luì ubbidì.

Raggiunse la zona indicatagli e si mise a leggere con lo sguardo i vari titoli, sperando di trovarlo. Nella postazione più alta dello scaffale riuscì a scorgere il nome del volume che stava cercando. Aguzzò la vista e aggrottò le sopracciglia per provare a decifrare bene le lettere dorate ormai sbiadite dal tempo, dalla polvere e dalle ragnatele. Bestiario di Phylum di Cambria. Era proprio quello il libro che cercava, il problema ora era come recuperarlo.

Fece un salto di prova per acciuffarlo con le dita, ma fu inutile, perciò si aggrappò alla mensola con l'intenzione di arrampicarsi come se stesse scalando una montagna.

Il suo stivale si poggiò su un ripiano sottostante, il quale si piegò accidentalmente sotto il suo peso, attivando quella che sembrava un'apertura segreta. Il muro dietro lo scaffale fece uno scatto e iniziò a girare per il verso opposto. Merlino rimase ben saldo alla mensola fino a quando il meccanismo non si arrestò. Si guardò subito intorno, non era più nella biblioteca in cui si trovava qualche secondo prima.

Cautamente si staccò dal ripiano e appoggiò i piedi nella nuova sala. Era una stanza apparentemente senza alcun cenno di vita o di passaggio, considerando la massiccia presenza di tele di ragno, di fogli sparsi sul pavimento e di vari oggetti abbandonati. Accennò qualche passo, incuriosito, e il suo piede si scontrò con qualcosa che provocò uno strano grugnito di disapprovazione. Volse subito lo sguardo, forse c'era veramente qualcuno in quell'ambiente misterioso e oscuro. Sentì una voce lamentarsi e una sorta di bussare e chinò gli occhi sull'oggetto colpito.

Un involucro lungo e alto di legno si mosse per qualche secondo e il ragazzo si inginocchiò per metterlo in posizione eretta. A ogni movimento la voce continua a mormorare e farfugliare. Sul coperchio vi era una serratura in ferro, impossibile da aprire con una semplice chiave, perciò Merlino usò i suoi poteri per farla scattare. Aprì lentamente il coperchio e guardò dentro con una certa ansia e curiosità.

Un essere balzò dal fondo della cassa, facendo scattare Merlino all'indietro per lo spavento. Rimase a bocca spalancata di fronte alla creatura che aveva davanti. La corporatura fisica era quella di un essere umano, ma aveva la pelle verde segnata da diversi simboli, un paio di lunghe orecchie a punta con dei cerchi dorati nei lobi, i denti aguzzi e seghettati, degli artigli nei piedi e nelle mani, una chioma nera raccolta in uno strano codino e portava dei pantaloni scuri fin sopra le ginocchia. Che razza di mostro era? A prima vista sembrava un elfo, un elfo molto insolito e bizzarro.

《Vuoi parlare tu o lo faccio io?》gli domandò l'essere di fronte al suo ammutinamento e Merlino rimase interdetto ancora più di prima.

《Sai... parlare?》constatò, senza nasconderne la sorpresa nel tono di voce.

Come l'oscurità e la luceWhere stories live. Discover now