XLIII

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Una serata con i sovrani dei cinque regni come ospiti a Camelot era l'evento più atteso dalla famiglia reale. Secondo Uther tale riunione per un accordo di pace era un passo importante per il futuro dell'intera Albione. Se tutto sarebbe andato a buon fine, come Uther sperava, avrebbero avuti anni di prosperità altrimenti ulteriori spargimenti di sangue. Peccato che uno dei cinque sovrani, re Alined, non era del suo stesso parere. Lui ambiva solo alla ricchezza e al potere per mezzo della guerra e intendeva mettere in atto il suo piano con l'aiuto del suo fidato servitore Trickler.

La cerimonia che si stava svolgendo nella sala del banchetto era l'occasione perfetta per Trickler per mettere in mostra le sue abilità di giullare di corte. Sputava fuoco dalla bocca per accendere le candele poste sul tavolo e si esibiva in balli e scene comiche. Per le dame presenti scelse di far apparire intorno a sé delle farfalle che volarono per tutta la sala. Le donne osservavano meravigliate quegli insetti dalle ali blu iridescente, applaudendo per il suo talento.

Merlino non era rimasto tanto sorpreso da quel trucchetto di magia perché sapeva farlo anche lui. E se Trickler fosse uno stregone? Il dubbio gli attraversò la mente per un istante, ma decise di ignorarlo. Era lì per lavorare e per godersi la festa, per una volta poteva lasciarsi alle spalle i soliti nemici che bramavano alle spalle di Camelot. C'era cibo delizioso, abbondante vino e principesse da togliere il fiato.

Posò gli occhi su Morgana che stava sorridendo insieme a Lady Vivian al suo fianco e a Gwen alle loro spalle e il respirò gli morì in gola di fronte alla bellezza che emanava la sua principessa.

L'abito che indossava aderiva perfettamente al suo corpo, i capelli sciolti cadevano dolcemente lungo le spalle e i gioielli che portava esaltavano ancora di più la sua innaturale grazia

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L'abito che indossava aderiva perfettamente al suo corpo, i capelli sciolti cadevano dolcemente lungo le spalle e i gioielli che portava esaltavano ancora di più la sua innaturale grazia. Cosa aveva fatto di così fortunato per avere come compagna una tale meraviglia? Da giorni non riuscivano a rimanere un attimo soli a causa del lavoro di lui e della vigilanza del padre di lei, ma Merlino avvertiva la sua mancanza, soprattutto quella fisica.

Non era ancora riuscito a confessarle che aveva baciato un'altra donna e non voleva farlo per non perdere la sua fiducia. Per lui Freya era stato solo un momento di debolezza e una vaga speranza di sfuggire al suo destino affianco alla famiglia Pendragon. Con il senno di poi si ricordò che alla profezia scritta secoli prima della sua nascita non si scappava e in un modo o nell'altro sarebbe stato costretto ad abbandonare la sua felicità a discapito dei suoi doveri.

Una farfalla si posò sopra al diadema che abbelliva la fronte di Morgana, la quale allungò lentamente la mano per cercare di toccarla con delicatezza. L'insetto sfiorò con le sue gracili zampette il suo indice e lei sorrise sbalordita, osservando le sue ali che si aprivano per mostrare la linea nera che ne decorava i lati.

Si sentì osservata e alzò gli occhi per incrociare lo sguardo di Merlino fisso su di lei. Gli sorrise timidamente per evitare che suo padre, a pochi posti di distanza, li scoprisse. Anche lei non vedeva Merlino da qualche giorno e solo in quel momento si accorse di quanto le mancava le mani di lui sul suo corpo. Avrebbe tanto desiderato congedarsi dal banchetto per appartarsi con il servo e amarsi appassionatamente come non erano più riusciti a fare dalla loro prima volta a Ealdor.

Come l'oscurità e la luceWhere stories live. Discover now