XLII

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Merlino, ignaro di tutto e approfittando del fatto che Gaius era occupato a indagare sul possibile colpevole di quell'attacco, andò a fare visita alla sua amata.

《Perché sei così buono con me?》rifletté Freya, mentre accarezzava delicatamente i petali di un piccolo fiore rosso che Merlino aveva generato con i suoi poteri.

Era sicura che se lui avesse scoperto che cosa aveva fatto la notte scorsa, non avrebbe più avuto il coraggio di starle vicina. Avrebbe infranto la sua promessa e sarebbe scappato immediatamente, come facevano tutti quelli a cui lei si affezionava, nel momento in cui la vedevano nella sua vera forma.

《Non lo so... tu mi piaci. Con te io posso essere me stesso e non dobbiamo nascondere nulla》.

《Merlino, ti prego, ascoltami! Io non sono come te》lo interruppe lei.

Aveva troppa paura della reazione di Merlino, ma quello che più le preoccupava era che, anche se lui avrebbe accettato il suo segreto, ciò non implicava che sarebbe rimasto vivo al suo fianco. Anzi, era convinta di non riuscire a proteggerlo nel caso avesse perso il controllo. Non poteva e non voleva fare del male all'unica persona che la rendeva felice.

Un rumore improvviso li fece voltare in direzione del lungo corridoio che portava all'uscita dai sotterranei e un brutto presentimento assalì Merlino.

《Devono avermi seguito》ipotizzò.

Subito si alzarono e si nascosero nell'angolo più buio della zona. Sentirono dei rumori di passi, videro degli abbagli di luce provocati dalle fiamme delle torce, poi il silenzio. Freya scivolò con la schiena contro il muro, fino a crollare sul terreno e Merlino la imitò. Sentì il suo braccio venir stritolato dalla forte presa della druida e con la magia accese una candela.

《Riusciranno a trovarmi e io non posso tornare in quella gabbia》disse con voce tremante.

《No, non lo permetterò! Io ti ho promesso che mi sarei preso cura di te e lo farò a qualsiasi costo》le sussurrò il servo senza mai staccare gli occhi da lei.

《Tu proprio non ti rendi conto di quanto sei speciale, vero?》.

A quella domanda, Freya alzò lo sguardo, scontrandosi con gli occhi di Merlino. Come poteva ritenersi speciale se quello che era costretta a fare ogni notte era tutt'altro che speciale? Era una maledizione che la macchiava nel profondo, qualcosa con cui doveva convivere contro la sua volontà. Per colpa di un incantesimo, lei doveva compiere lo stesso gesto ogni notte come condanna per il suo peccato.

《Non hai paura di me?》gli domandò e lui negò con la testa.

《Non c'è niente da temere nell'essere diversi》.

La fiammella della candela illuminava i loro volti vicini e le loro labbra si fusero lentamente. Una piccola lacrima scese lungo la guancia di Merlino. Mai avrebbe immaginato di provare un'emozione così grande e forte in un semplice bacio.

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