capitolo-22

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Yoongi's pov

-Yoon sei pronto?-

-Sì Nam, ci sono. Sono solo scocciato per la festa-

-Oh, capisco. Tuo padre alla fine ti ha detto a chi farai il babysitter??-

-Niente, non mi ha parlato. So solo che non passerò la mia serata a fare un cazzo con un ragazzino-

-Ahahaha, ma se è carino? Insomma per fare l'Idol bisogna avere la stoffa... Non può essere un completo idiota!-

-Non me ne frega niente. Io preferirei dormire o venire da te che passare il mio tempo con uno che nemmeno conosco. E se poi è solo uno di quegli illusi senza talento? Mio padre non lo vorrebbe di certo, ed io abbandonando il ragazzo gli farei un favore-

-Hmm, ok. Senti ora vai, ci sentiamo domani. Dovrai raccontare!-

-Ehehe, stronzetto. Io domani dormo!!-

-Ahahaha, che imbeccile, pensi solo a questo-

-Corri il tempo di prendere un arma efficacie e non sai come ti ritrovi! Ciaooooo-

Gli chiudo la chiamata in faccia e con un ultimo sbuffo esco dalla camera. Io la voglia di vivere ce l'ho sotto lo zero oggi. Quanto mi piacerebbe poter essere al posto di questo ragazzo. Poter fare il mio ingresso nell'azienda di mimo padre come Idol e non come capo del reparto del rap. Si imparava tanto, ma non era quella che volevo dalla mia vita. Volevo cantare, ballare e ritrovarmi con un milione di fan ad esibirmi ad un concerto.

-Che noia-

Ed ora a noi serata del cazzo. Mi dirigo con passo strascicato verso l'ascensore. Entro e premo il piano terra. Magari mi diverto, in fondo non deve andare sempre tutto male. Una gioia nella vita ci sta.

A distrarmi dai miei pensieri il suono di una campanella che mi avvisa dell'apertura delle porte. Dopo poco mi ritrovo nella "Hall". Mi basta girare il viso per vedere una ventina di persone. Oggi ci sarà il pienone. Evviva...

L'umore torna ad essere bassissimo non che sia mai salito di tanto. Mi dirigo a passo svelto nella sala. Mio padre è sul palco a parlare con alcuni colleghi con un bicchiere di champagne in mano. Intanto una serie di video di Idol, più grandi di me o con la mia stessa età, passavano sugli schermi.

Cosa avrei dato per apparire un giorno anche io. Gli Idol in Corea non sono semplici cantanti, no. Sono il simbolo di speranza per i ragazzi che vedono ogni giorno il loro futuro essere infranto. Come un vetro che viene spaccato, ma che grazie al solo riflesso di un ragazzo riesce a ritrovare se stesso, capendo che non saranno i suoi pezzi scheggiati a fermarlo. Semmai serviranno a ferire e allontanare coloro che non accettano ciò che siamo. Non ci si può alzare la mattina e dire vorrei diventare Idol. Ci vuole passione. Perchè bisogna provare in sala per ore, allenarsi, cantare ballare fino a che non si ha più forza. La passione non è una fiamma come molti dicono. La passione è l'ossigeno che permette ai sogni di vivere, che da vita al fuoco. 

Un giorno anche io troverò il coraggio di andare da mio padre e chiedere un provino, ma fino a quel momento dovrò tenere il mio sogno nel cassetto.  Tanto dopo anni passati a riempirlo, almeno un sogno dovrà scivolare fuori dalla fessura, per il poco spazio che c'è nella mia mente, diventando realtà. No?

-...Oh, Yoongi eccoti!- Mi riprendo dal mio stato di trance e volto il mio sguardo sul palco.

-Papà, sì, ci sono- Mi sento strano a chiamarlo così, in fondo non abbiamo la migliore delle relazioni. Però il pubblico deve vedere solo il meglio, una famiglia felice che da un senso al domani di molti giovani. Dobbiamo sorridere come se nella vita non avessimo problemi perchè nessuno vuole avere affianco persone malinconiche e tristi. E' tutto falso, but Show Must Go On.

-Bene, ecco lui è il signor Baeyk. Sai, lavora per il giornale della Korea Times. Spero solo che se dovesse scrivere un articolo sulla nostra festa, le persone possano apprezzare! Vero?-

-Si spera... In qualità di figlio dovrò mantenere le redini dell'azienda per un po' e mi piacerebbe fare una buona impressione. Quale modo migliore se non con un bell'articolo? Certo l'eventi non è mio, ma spero che le persone vedano il mio sforzo rispetto a ciò che fai tu-

-Oh, che dolce che sei Yoongi (?)-

-Sì, signore Yoongi-

-Bene... Signor Min? Qualcuno la sta salutando-

Mi giro di scatto vedendo un uomo sulla quarantina fare segno con la mano di avvicinarci a lui. Ed ecco che incomincia la festa... Mi toccherà seguire mio padre per tutto il salone per salutare a parlare in modo formale.

Tutto questo però è solo una maschera. Un filtro che indossiamo tutti quando ci ritroviamo in situazioni del genere. Sfoggiamo il meglio di noi e cambiamo le nostre abitudine per piacere di più agli altri.

Mio padre con un sorriso (quasi sincero...) si avvicina all'uomo.

Strano sembra troppo a suo agio e io non capisco. Solo dopo noto la figura di un ragazzino affianco all'uomo. Capelli rosa pastello, tratti dolci, manine piccoline. Io lo ho già visto lui. O MIO DIO, e sì che lo riconosco lui è... 

Park Jimin


MI SONO ACCORTA CHE IN QUESTA STORIA CHE VA MOOOOOLTO LENTAMENTE, NON VI PREOCCUPATE PERO' IL DIVERTIMENTO ARRIVA SEMPRE, NON C'E' UNA DELLA TEMATICHE PIU' IMPORTANTI.

SI PARLA DI AMORE, SPERANZA MA IL CENTRO DELLA STORIA, IL MOTIVO PER CUI LA HO SCRITTA E' IL FUTURO. L'INDEICISIONE SU COSA FARE O COME TROVARE IL CORAGGIO.

INSOMMA CI STA TUTTO TRANNE IL RPTAGONISTA QUINDI ASPETTATE MA CON IL TEMPO VEDRETE TUTTO NON SOLO COME UNA STORIA MOLTO CARINA.... MA ANCHE CON UN SENSO DIVERSO DALL'AMORE.

DOPO TUTTA QUESTA IMPROVVISA VOLGLIA DI DARE UN ASPETTO PIU' INTELLETTUALE AL TUTTO VI LASCIO.

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CIAOOO!!

ᴛʜᴇ ʟᴏᴄᴋᴇʀ ʀᴏᴏᴍ ʙᴏʏ- уσσимιиWhere stories live. Discover now