Capitolo 2

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Il giorno dopo mi svegliai sempre di soprassalto per colpa dell'ennesimo incubo, mi massaggiai le tempie e chiusi gli occhi cercando di dormire un altro po'.
Mi alzai di scatto dal letto e mi vestii, decidendo di punto in bianco di andare a fare una passeggiata mattutina per schiarirmi le idee.

L'aria di settembre mi permetteva ancora di non indossare la giacca, le luci dell'alba si stavano già levando verso l'alto e il canto degli uccelli era l'unico suono che mi circondava, tutto era silenzioso e nessun'anima era ancora in giro.

Guardai l'orologio e mi sorpresi del vedere di quanto fosse presto.
"E adesso che faccio per due ore?" Mi maledissi mentalmente e le mie gambe mi portarono inconsciamente verso la casa di Izuku, la luce del secondo piano era accesa.

Magari aveva dimenticato di spegnerla la sera prima, oppure c'era un ladro...Mi mossi verso il suo giardino e trovai un sasso piccolo, dopo averlo lancianto mi nascosi dietro la siepe nel caso non fosse lui.

Un sospiro di sollievo si fece largo nei miei polmoni nel vedere il verdino affacciarsi e scrutare nei paraggi. Avanzai e alzai la testa nella sua direzione.
"Katsuki?" Disse confuso con il volto inclinato di lato. "Che ci fai in giro alle cinque e mezzo del mattino e per di più sotto casa mia?" Si appoggiò con i gomiti al davanzale e continuò a fissarmi.

"Ero da queste parti e ho visto la luce accesa, scendi?" Tergiversai evitando di raccontargli il reale motivo.
"Dammi cinque minuti." Disse chiudendo la finestra e con le mani in tasca mi diressi davanti la porta.

"Eccomi Katsuki, sono pronto!" Uscì da casa e si avvicinò a me, porgendomi un biscotto al cioccolato. Lo guardai confuso, chi diamine preparava i biscotti alle cinque del mattino? Sembrò capirlo e infatti si grattò la nuca in evidente imbarazzo.
"Mia madre fa il turno di mattina, così ha deciso di prepararmi la merenda per la scuola." Spiegò addentando un pezzo di biscotto.

Non dissi nulla e lo assaggiai anche io, le mie papille gustative fremettero e tornai indietro a quando avevo poco più di dieci anni, mia madre ne preparava a tonnellate. Sorrisi nostalgico e lo finii in pochi secondi, levandomi le briciole dalla bocca con il dorso della mano. Erano squisiti.
"Com'erano? Deduco dalla velocità con cui lo hai divorato che era buono oppure eri affamato." Sorrise e una fossetta si formò al lato destro della sua bocca.
"Erano accettabili." Mentii non essendo abituato a fare complimenti, il mio orgoglio mi frenava di continuo.

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"Sei mattiniero anche tu quindi." Chiese portandosi le dita sotto al mento, notai che era di sua consuetudine farlo quando supponeva delle cose.
Camminammo senza una meta precisa e rilasciai un mugugno di assenso.
"Anche io, da sempre." Finì di dire buttando fuori tutta l'aria.

Dopo un'ora eravamo già dinanzi al liceo, era aperto e non c'era ancora nessuno. "Vieni, ti faccio vedere la scuola." Si avviò e lo seguì, senza parlare. Non sapevo cosa dire e non volevo di certo rompere la bolla in cui eravamo.

A Izuku piaceva parlare e soprattutto borbottare, spesso si fermava e iniziava a parlottare tra sé e sé ignorando l'ambiente circostante.
Era un mistero come me, e ogni secondo che passava volevo saperne sempre di più su di lui.

Stavamo salendo le scale e il verdino era euforico nel mostrarmi l'aula di musica, ero dietro di lui e tenevo il capo fisso sulla sua schiena a due scalini di distanza, era talmente entusiasta che inciampò nei suoi stessi passi, cadendo all'indietro, rapido di riflessi lo afferrai dai fianchi, spingendomi in avanti per evitare di cadere anche io. "Merda, stai bene?" Lo rimisi in piedi e scosse la testa. Era rosso in viso ed era visibilmente spaventato.
"Aspetta, tieni." Gli porsi la mia bottiglia d'acqua e ne bevve due sorsi, così da calmarsi.
Si pulii con il dorso della mano e in pochi attimi ci ritrovammo nell'aula di musica.
"Non te l'ho ancora chiesto, che strumento suoni?" Si sedette dinanzi a un pianoforte passando i polpastrelli sui tasti.

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