Capitolo 8

515 27 8
                                    

Un mese e mezzo dopo, febbraio

Izuku pov

Mancavano ancora pochi chilometri all'arrivo, stavo correndo da un'oretta e avevo i muscoli in fiamme.
Perché diamine avevo accettato di mettere su massa muscolare? Era passato solo un mese e avrei voluto mollare tutto, se solo non fosse per Kacchan...dannazione, era un personal trainer dittatore.

Mi fermai per riprendere fiato e mi piegai poggiando le mani sulle ginocchia.
"Dammi un attimo..." esalai un ultimo respiro e iniziai a bere come un cammello.
"Sei una pippa, abbiamo corso solo per due chilometri e dobbiamo farne altri tre per arrivare a casa. Muovi il culo." Mi incitò raggiungendomi saltellando sul posto, lo osservai dal basso e potei notare come la sua stazza fosse intimidatoria, era alto e muscoloso...faceva paura a chi non lo conoscesse ma in realtà era un gigante buono, con un carattere tutto suo.

Sorrisi a questo pensieri e mi tirai su.
"Va bene, però stasera andiamo a pattinare." Indicai il palazzetto poco distante da noi e lo vidi sbiancare.
"No! Col cazzo!" Mi sorpassò e ricominciammo a correre.
Lo seguii a ruota e sorrisi. "Non dirmi che non sei in grado..." Lo istigai e lo vidi stringere i pugni. "Assolutamente no, ti farò vedere io." Ed ecco come cambiava idea in un lampo. Alzai la testa e continuammo a correre
ero davvero felice di essere suo amico, ero felice che mi avesse confidato i suoi timori e il suo passato.

Eravamo sempre insieme e ci raccontavamo sempre tutto, se uno piangeva l'altro lo consolava e viceversa...mi sentivo davvero al settimo cielo.
Avrei fatto di tutto per lui, ne ero certo.
E sapevo che anche per lui era lo stesso, anche se non lo avrebbe mai ammesso, orgoglioso com'era.
"Dai, che dopo ci tocca una sessione di addominali e flessioni." La sua voce calda e roca mi fece tornare con i piedi per terra...esausto annuii, mi asciugai il sudore della fronte e lo affiancai per poi riprendere l'ultimo tratto.

Dopo aver completato gli esercizi andai a casa mia per riposarmi un po', l'addome mi formicolava e le braccia erano indolenzite.
Kacchan era più determinato di me, e questo non andava bene, ripensai ai suoi metodi poco ortodossi e un brivido mi percorse la spina dorsale facendomi sorridere in maniera nervosa.
Non mancavano di certo gli insulti, ma era un lato del suo carattere che mi intrigava, sapevo bene che lo faceva per stimolarmi e infatti non mi lamentai.

Uscito dalla doccia mi coprii il basso ventre con un asciugamano per poi guardarmi allo specchio, i miei occhi scesero sulle cicatrici, ero abituato ma faceva male lo stesso...la cattiveria delle persone non aveva limiti, sospirai e mi passai una mano nei capelli che avrei dovuto tagliare, mi coprivano la fronte e mi impedivano di vedere bene.

"Mamma, puoi venire un attimo!" Urlai e pochi attimi dopo la vidi spalancare la porta del bagno. "Che è successo?" Entrò per poi spalancare le finestre facendo uscire il vapore creatosi dall'acqua calda .
"Mi taglieresti i capelli?" Le indicai i lati e il ciuffo frontale, senza dire nulla prese l'occorrente e inziò a tagliare e a rasare.
"Come mai questa voglia improvvisa? Non te li eri mai tagliati ai lati." Disse pulendomi le spalle dai rimasugli.
"Volevo rinnovare il mio look." Dissi semplicemente. "E poi, erano troppo lunghi." Apparte questa motivazione non ne avevo altre, volevo solo cambiare.
"Mi ha chiamata Mitsuki prima, stasera andrete a pattinare tu e Katsuki?" Prese il phon e l'aria calda mi solleticò il collo.
"Sì, è una specie di pegno per avermi fatto allenare come un giocatore di boxe." Risi e mi toccai la testa avvertendo sui miei polpastrelli una sensazione diversa, era rilassante.
"Stai bene." Sussurrò mia madre voltandomi dalla sua parte, i suoi occhi si bloccarono sulle cicatrici e distolsi lo sguardo non sapendo cosa dire. "Bene, io vado a preparare il pranzo." Si rese conto del disagio che si era appena creato e mi accarezzò la testa, lasciandomi solo in bagno.

"Mi fanno così schifo..." tracciai un percorso con le dita su quelle chiazze rosse e bianche che avevano marchiato il mio corpo, sentii le guance inumidirsi e mi resi conto di star piangendo. Le scacciai via e mi vestii, correndo poi in cucina dove un profumino di ramen fece gorgogliare il mio stomaco.

🎶Su di Noi🎶Where stories live. Discover now