Capitolo 25

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Metà novembre

Era ormai passata una buona mezz'ora da quando cercavo di tranquillizzare Izuku per colpa di un esame che avrebbe dovuto fare nel giro di pochi giorni.
Dal canto mio non ero preoccupato, era bravo e dopo aver passato due mesi a studiare un brano ne era uscito davvero vincitore...mancava solo il verdetto finale dei professori.

"E se mi rompesse l'ancia? E se mi cadesse lo strumento dalle mani per via dell'ansia?" Camminò avanti e indietro in camera mia con le mani nei capelli e il respiro accelerato da ormai troppo, mi stavo innervosendo...lo fissai in attesa che finisse di sparare cazzate, ero seduto sul letto e battevo il piede nervoso.
"Cosa accadrebbe se sbagliassi a tenere il tempo?" La sua voce risultò acuta e si fermò nel mezzo della stanza guardandomi come in attesa di una mia risposta.
"Grazie del supporto." Inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto.
"Aspettavo solo finissi con le paranoie..." Alzai le spalle e lo raggiunsi.
"Adesso basta avere paura, hai studiato parecchio e sei pronto per affrontare l'esame a testa alta e con un sorriso fiero sul volto." Gli scostai una ciocca di capelli e la misi dietro il suo orecchio. "Credi in te e in ciò che sei in grado di fare. Sei o no il mio ragazzo?" Ghignai e lui annuì convinto.
"Hai ragione! Devo dare il massimo." Si battè un pugno sul petto e nel suo viso sparirono le insicurezze e le paure.
"Vieni qui." Allargai le braccia e con un salto mi salì in grembo. Chiusi le braccia attorno alla sua vita e mi dondolai leggermente per confortarlo ancora di più. "Andrai alla grande Izu." Gli baciai l'orecchio e strinsi più forte la presa così da reggerlo meglio. Chiusi gli occhi e inspirai il suo profumo.
"Tu sarai con me, giusto?" Disse in un sussurro flebile come se avesse timore del contrario.
"Io sarò sempre con te." Feci su e giù con la mano sulla sua schiena e gli baciai la guancia.
"Ti va di...sentirmi ancora un'ultima volta? Poi non ti rompo più."
Lo adagiai a terra e annuii. "Certo, e per la cronaca..." gli diedi una pacca sulla natica. "Non mi dai mai fastidio. Su ora fammi sentire." Come un leprotto corse verso la scrivania e prese l'oboe tra le mani facendomi segno di essere pronto.
Mi sedetti a terra e incrociai le gambe tra di loro così da stare comodo.
Iniziò a suonare e le mie orecchie sembravano essere in paradiso...avrebbe fatti faville e sarebbe diventato un musicista con i fiocchi.

"Sei stato eccezionale." Dissi appena concluse di suonare, non aveva nemmeno un po' di fiatone...ciò confermava ancora di più la mia tesi. Era un campione.
"Grazie Kacchan, tieni. Prova tu." Mi passò lo strumento e lo guardai confuso.
"No, non so suonarlo e non vorrei farlo cadere." Portai le mani avanti e negai ancora.
"Ti sei fidato a farmi suonare la batteria tempo fa?" Domandò.
"Che domande, sì." Non capivo dove volesse a parare.
"Ecco, lo stesso lo dico io adesso." Mi passò l'oboe e riluttante lo presi tra le mani, inutile dire che non seppi come tenerlo, era anche pesante.
"Così guarda." Condusse le mie mani nell'esatto punto e lo stesso fece con le dita, era più difficile di quanto pensassi.
Avvicinai la bocca all'ancia e feci come lui, soffiai ma ne uscì solo un suono acuto e fastidioso.
Scoppiò a ridere e riprovai invano.
"Come cazzo si fa?" Irritato mi sedetti sul letto e Izuku si mise tra le mie gambe.
"Stringi le labbra tra di loro, ecco...ora però metti l'ancia in mezzo e spingi."
Provai e feci più fatica, le labbra dolevano e il suono era simile al verso di una papera.
"Bravo, adesso premi tutte le dita sulle chiavi." Mi aiutò e feci come mi aveva detto. Soffiai e un suono grave e cupo risuonò nella stanza.
"Continua a soffiare, le dita te le muovo io."
Ancora mi affidai a lui e diverse note stavano prendendo forma, a fatica mi staccai dallo strumento e allargai la bocca per attenuare il dolore alle labbra.
"Minchia, ecco perché resisti così tanto quando ti bacio." Ci voleva fiato e forza per uno strumento del genere, non era il mio genere.
Scosse il capo e ripose lo strumento nella custodia. "Cretino." Disse scherzando tornando verso di me per poi sedersi sulle mie gambe. "All'inizio è normale, con il passare del tempo poi diventi un tutt'uno con lo strumento ed è bellissimo."
"Si vede, ogni volta che suoni ti brillano gli occhi." Ammisi massaggiando i suoi fianchi.
"Lo stesso vale per te con la batteria, siamo musicisti...il tempo, le note e la musica ci scorrono nel sangue. Non vedo l'ora di girare il mondo suonando nei più grandi concerti di sempre...Vienna, Milano...wow." Posò le mani sulle mie spalle e guardò fuori dalla finestra con ogni sognanti.
"E tu sarai con me, sempre." Mi guardò e mi baciò lentamente, mai potei essere così d'accordo con lui.
"Plus ultra." Sussurrai rilassando la schiena contro il letto, per poi riprendere a baciarlo con amore.
Finalmente potevo considerami felice.

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