Capitolo 19

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Katsuki pov:

"Apri prima il mio Midobro!" Scalpitò Denki battendo i piedi sulla sabbia.
Eravamo seduti a cerchio sulla spiaggia, in attesa che Izuku aprisse i suoi regali il sole stava ormai per tramontare e il cielo si stava tingendo di rosso, sapevo bene di come Izuku adorasse tutto ciò.

"Wow, non me lo aspettavo." Allungai lo sguardo e notai che tra le mani aveva un videogioco.
"Call Of Duty. Ti sei superato Denki, grazie mille." Si alzò da terra e lo abbracciò forte. "Poi ci facciamo una bella partita insieme." Ritornò seduto accanto a me facendo sfiorare le nostre ginocchia, inutile dire che andai a fuoco.

Il biondo elettrico alzò i pollici euforico e dopo fu il turno delle ragazze che gli regalarono un leggio nuovo di pacca con degli adesivi attaccati sopra.
Il solito nerd musicista pensai tra me e me sorridendo.
"Tocca a me, auguri Mido." Kirishima gli lanciò il pacchetto guardandolo con attenzione in attesa di una reazione.
"Sono stupende Eiji, grazie." Tra le mani si passò due ance per l'oboe, entrambi di un verde smeraldo acceso.
"Come i tuoi occhi." Dissi a bassa voce e tutti gli sguardi furono su di me.
Involontariamente arrossii non credendo di averlo detto ad alta voce, con un colpo di tosse cercai di smorzare ma lo sguardo malizioso di Kirishima e Kaminari bastarono per farmi sentire un completo idiota.

Izuku mi sorrise avvicinandosi di più, facendo toccare le nostre spalle.
"Katsuki sei rimasto solo tu."
"Lo so non c'è bisogno che me lo ricordi, Pikachu." Ringhiai e allungai una busta ad Izuku che afferrò e iniziò a strappare.
I suoi occhi si fermarono a leggere e vidi una lacrima scendergli lungo una guancia. Avrei tanto volevo toglierla con un bacio, ma mi trattenni.
"Kacchan...i-io non so cosa dire." Appoggiò i biglietti dell'orchestra dal vivo di Hans Zimmer davanti ai suoi piedi.
"Non devi dire nulla, i tuoi occhi parlano per te." Dissi sorridendo sincero e con uno slanciò mi avvolse le braccia attorno al collo stringendo.
Ricambiai e chiusi gli occhi strusciando la guancia nei suoi capelli.
"Cosa ho fatto di bello nella vita per avere un amico come te?" Sussurrò in modo che potessi sentire solo io.
Amico, amico, amico...
Lo strinsi forte e mi ripetei che andava bene così, mi sarei accontentato...anche se faceva male.

"Il 31 dicembre. Per due persone." Lesse ciò che era scritto sopra e mi guardò. "Perché ne hai presi due?" Domandò ingenuamente.
Ero un egoista, volevo andare io con lui...ma avrei rispettato la sua scelta nel caso avesse scelto un altro.
"Magari in Accademia troverai la tua anima gemella." Dissi cercando di non vacillare. "Sarebbe un bel regalo dell'anno."
Un'altra bugia, ma avrei fatto un passo indietro pur di vederlo felice.
"Sei proprio un cretino." Si alzò e sotto lo sguardo di tutti si avvicinò alla spiaggia dove il sole stava ormai tramontando. Guardò l'orizzonte e dopo si voltò verso di noi. "Tu verrai con me, senza se e senza ma." I suoi capelli erano diventati di un colore più scuro e i suoi occhi brillavano di luce propria.
"Dannazione Baku, hai fatto centro." Scherzò Kaminari dando una gomitata a Kirishima che nel mentre mi guardava in maniera strana.

"Ne sei sicuro?" Chiesi incerto ignorando il commento precedente. "Non devi farlo per rendermi felice o per sdebitarti."
Alzò gli occhi al cielo e si avvicinò sedendosi dinanzi a me. "Smettila, verrai con me e basta. Non ho mai fatto e detto nulla contro la mia volontà. Voglio te e nessun altro." Si girò e si stese sul mio petto.
Questo suo lato mi intrigava da morire, lo fissai con occhi spalancati non aspettandomi una reazione così. Involontariamente abbassai un po' il busto e divaricai le gambe portando le braccia dietro la schiena per rimanere in equilibrio sui palmi.
"Quindi accetti?" Disse guardando dinanzi a sè con voce bassa in modo da non farsi sentire dagli altri.
"Ne sarei onorato."

Ormai era sera e le stelle avevano preso possesso nel cielo.
Eravamo sulla via del ritorno e cantavamo a squarciagola tutti insieme.
Avremmo fatto un pigiama party a casa mia, mi ero preso la responsabilità di avvisare sua madre e aveva accettato senza obiezioni.
"Che giornata memorabile!" Si sporse Denki abbassando la musica. "Katsuki non ti facevo tipo da organizzatore di feste."
Inarcai un sopracciglio e battei un dito sul volante. "Se per questo non sono nemmeno un tipo da feste." Voltai l'angolo della strada e le luci della città si facevano sempre più vicine.
"Oggi però hai dato il massimo. Vero Mido?" Scompigliò i ricci del verdino e lo guardai con la coda dell'occhio. Aveva la testa appoggiata al finestrino e lo sguardo fisso sulla strada.
"Kacchan mi stupisce ogni giorno, però non mi sarei mai aspettato tutto questo. È stato, come hai detto tu Denki, memorabile."
Il mio ego si gonfiò e mi sentivo carico dopo ciò che aveva detto.
"Preparati perché la serata non è ancora finita." Aggiunsi accostando il veicolo davanti al garage di casa mia.

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