Capitolo 21

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Settembre

Tra due settimane si sarebbe tenuto l'esame di ammissione per l'accademia, l'ansia era palpabile e anche i nostri umori vacillavano di continuo per paura di non essere ammessi.
Era il sogno della mia vita, diventare un musicista così da suonare in ogni dove insieme a un'orchestra.

Ed eccoci qui a provare per l'ennesima volta nell'arco di questa giornata il brano, saranno passate quattro ore e tutti erano stremati, dal canto mio invece ero in forma...amavo suonare e non mi sarei di certo arreso per un po' di allenamento intensivo.

Essendo in sei non potevamo pretendere di avere la stessa acustica di un gruppo maggiore, molte parti erano state rimosse per carenze di strumenti e persone.
"Vi prego facciamo una pausa, ho le dita che tra poco mi sanguinano." Si lamentò Denki posando la chitarra nella custodia, stesso fece Eijiro.
"Ragazzi, abbiamo due settimane di tempo e siamo indietro come i meloni." Ringhiò arrabbiato Izuku, non lo avevo mai visto così e dovevo ammettere che era intrigante. Aveva lo sguardo fisso sul PC e stava finendo di montare alcuni video.

"Izuku siamo messi a buon punto, manca solo il montaggio del video e sistemare qualche accordo." Disse Jirou bevendo un bicchiere d'acqua.
"Mentre voi oziate c'è gente che si sta impegnando il triplo per dare il massimo, credete che si entri per una botta di culo in accademia? Col cazzo" Sbottò tornando a concentrarsi sullo schermo del computer.
Sorrisi per questo suo commento e tornai a cazzeggiare al telefono.

"Dai Mido, rilassati anche tu un po'...sei stanco e stressato. Hai persino usato un linguaggio che userebbe il riccio esplosivo presente alle percussioni." Mi indicò con il pollice.
Emisi un sonoro 'tsk' facendogli il dito medio non dando troppo peso alle sue parole.
"Sono calmissimo e se dovete rimanere qui per non fare nulla potete anche andarvene." Prese il computer e andò in camera sua sbattendosi la porta alle spalle.
"Bakubro ma anche con te è così?"
Mi domandò Eijiro all'improvviso e alzai la testa guardandolo in volto, effettivamente era parecchio in ansia per questo saggio, cercavo in tutti i modi di lasciarlo stare per non infastidirlo e la nostra intimità era andata un po' a sciamare.

Non dormivano insieme da quanto, tre settimane? Tralasciando anche le effusioni che erano scese quasi a zero.
"Lascia perdere, anche di notte certe volte mi manda dei messaggi per chiedermi cosa ne pensa del video, e poi la mattina dopo si arrabbia con me perché non gli ho risposto subito." Risi nervoso e mi grattai il capo, era peggio di me certe volte ma lo amavo così com'era.

Sospirai e mi diressi verso la sua stanza, titubante entrai e il buio della camera mi fece socchiudere le palpebre per vedere meglio.
Lo vidi alla scrivania che si torturava i capelli e imprecava a denti stretti.
Lo raggiunsi cincendo le braccia attorno al collo così da vedere lo schermo. "Il mio piccolo nerd." Gli lasciai un bacio sulla testa e la sua mano accarezzò la mia.
Mi mancava così tanto stringerlo a me. "Vieni sul letto, così non rischio di farmi venire la scoliosi." Sussurrai in un suo orecchio e annuì non togliendo lo sguardo dal PC.

Mi sedetti appoggiando la schiena alla testiera del letto e divaricai le gambe così da farlo sedere in mezzo.
"Sono a pezzi." Sospirò rilassando i muscoli della schiena poggiandosi a me.
"Lo so, ma stai facendo un lavoro eccezionale." Lo incoraggiai lasciandogli baci sul collo e sulla guancia, stringendogli la vita.
"Sto perdendo la pazienza per niente e sono troppo nervoso, odio questo mio lato. Quando sono messo alle strette non ragiono più e divento irascibile."
"E dove sarebbe il problema? Sei in ansia, è normale. Al tuo posto avrei distrutto casa." Strusciai il naso sul suo collo e una leggera risata uscì dalla sua bocca. Musica per le mie orecchie.

"Non hai tutti i torti. Per fortuna riesco a calmarti." Voltò il capo e posò le labbra sulle mie facendomi sciogliere.
"Modesto il ragazzo." Gli morsi il naso e non potei che dargli ragione, lui era l'unico in grado di vedere dentro di me...di cogliere la luce in fondo al tunnel, nessuno oltre a lui aveva questo dono. Ed era per questo che me ne innamoravo sempre di più giorno dopo giorno.
"Vorresti negarlo?" Posò il computer accanto alle nostre gambe e si portò a cavalcioni su di me guardandomi con occhi stanchi e un leggero sorriso.
"Mentirei dicendoti il contrario." Gli accarezzai le gambe e lo guardai dritto negli occhi, il mio corpo bruciava e una piacevole sensazione nel basso ventre mi fece sospirare.
Lo attirai a me e si stese sul mio addome.
"Mi manchi così tanto" Sussurrai a pochi centimetri dalla sua bocca.

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