Capitolo 15

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Izuku pov:

La panchina su cui ero seduto era parecchio distante dai mercatini, la visuale era davvero meravigliosa...miliardi di puntini bianchi riempivano il cielo sopra di me e ne rimasi estasiato.
Mi aveva detto di rimanere immobile per evitare mi perdessi, nonostante fossi maggiorenne mi trattava come un bimbo e se per caso mi lamentavo mi tirava dei lievi coppini.
Era un suo modo per dirmi 'ti voglio bene anche io, scusa se mi preoccupo.' Ma non lo avrebbe mai ammesso orgoglioso e testardo com'era, ma era questo ciò che mi piaceva del suo carattere, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e allo stesso tempo non aveva paura di nulla.
Il mio opposto praticamente, alle volte mi sentivo un inetto e un incapace...nonostante abbia messo su massa muscolare avevo una paura tremenda della gente, non riuscivo a difendermi e mettere in mezzo il mio amico mi rendeva ancora più sensibile.

Non capivo ancora come potesse provare simpatia per uno come me.
Scostai questi pensieri e mi concentrai su Fiamma che era seduta tra le mie gambe e si faceva coccolare, osservava con occhi attenti il boschetto dinanzi a noi.
Tutto a un tratto voltò il capo e iniziò a ringhiare nell'udire dei passi alle nostre spalle. Mi voltai spaventato ma nel vedere il biondo mi tranquillizzai.

"Oi, sono io." La sua figura si fece più nitida passo dopo passo e gli feci posto sulla panchina. Fiamma iniziò a scodinzolare non appena riconobbe la sua voce.
"Grazie Kacchan." Afferrai lo zucchero filato e i miei occhi si illuminarono. "Tu non lo hai preso?" Farfugliai a bocca piena.
"Non mi piace." Scrollò le spalle con lo sguardo fisso davanti a sè, i rumori della festa era soffusi e si poteva respirare un po' di tranquillità. "Lo hai mai assaggiato almeno?"
Emise un verso di disappunto e nascose il viso nella mia sciarpa, sempre il solito Kacchan...
Glielo passai e mi guardò con un sopracciglio inarcato. "Non lo voglio, nerd."
Alzai gli occhi al cielo ma non mi mossi. "Un pezzetto e se non ti piace non ti obbligherò più." Usai la carta degli occhi da cucciolo e dopo uno sbuffo infastidito accettò. I suoi occhi si illuminaro non appena assaggiò la pietanza, sorridente gliene diedi un altro po' e mi sorrise lievemente.

La stanchezza prese il sopravvento, erano le undici di sera e il freddo pungente mi stava entrando nelle ossa.
Eravamo rimasti fermi su quella panchina per un tempo indefinito.
Kacchan era silenzioso e osservava le stelle con attenzione.
Emetteva solo dei sospiri, chissà cosa gli stava passando per la testa.
Lentamente mi avvicinai a lui e mi accoccolai al suo fianco, posando il capo sulla sua spalla.
Si irrigidì un secondo ma dopo fece passare un braccio attorno alle mie spalle stringendomi a sè. "Sono così belle le stelle stasera." Dissi alzando il capo e sentii il suo sguardo su di me. "Sei silenzioso." Continuai osservando la volta celeste.
"Sono solo un po' stanco, tutto qui." Poggiò il mento sulla mia testa e lo sentii respirare profondamente, come a rilassarsi.
Il mio stomaco iniziò a fare le capriole, era l'effetto che mi faceva ogni volta.
Non voleva venire, odiava le feste come queste ma aveva fatto un'eccezione per me...
"Adesso ce ne andiamo." Sospirai nella sua giacca e cercai di reprimere le emozioni che stavo provando.

Successe tutto in un attimo, con uno scatto Fiamma corse in direzione del boschetto all'infuori del centro abitato. "Merda! Fiamma!" Kacchan si alzò e la chiamò, vane erano le urla...era sparita.
"Manteniamo la calma, dividiamoci e cerchiamola ok?" Mi passai una mano nei capelli cercando di elaborare un piano.
"Col cazzo, tu mi aspetti qui." Tuonò con voce ferma e roca, ci rimasi leggermente male ma continuai imperterrito.
"In due possiamo avere maggiore possibilità di trovarla." Mi sistemai la giacca e mi incamminai verso le bancarelle. "Io vado di qua, tu casomai vai verso il fiume, lo sai che ama l'acqua."
Non feci in tempo a fare un passo che mi sentii afferrare con forza per il braccio, mi voltai e il suo viso era nero di rabbia.
"Forse non mi sono spiegato bene." Aumentò la presa e strinsi i denti dal dolore, se ne accorse e allentò la morsa.
"Stiamo perdendo tempo. Lasciami e diamoci da fare." Tirai il braccio e riuscii a liberarmi, ero determinato e non mi avrebbe di certo impedito di aiutarlo.
"Ti odio quando fai così, cazzo!" Aggiunse tirandosi i ciuffi color grano. Non capii questo suo attacco di rabbia e lo lasciai parlare.
"Ogni fottuta volta devi fare di testa tua, tu rimani qui punto e basta!"
Lo guardai corrugando le sopracciglia, mi girai e senza dire nulla iniziai a camminare.
Se era un suo modo di proteggermi stava sbagliando di grosso.
"Izuku, non farmi incazzare." Sibilò alle mie spalle e mi gelai sul posto, lo fissai e stava tremando, forse dalla rabbia o altro.
"Non sono un bambino! Posso cavermela se non mi stai vicino per cinque secondi...che diamine."
Rise in maniera nervosa. "Non ho detto questo, voglio soltanto che tu stia qui fino al mio ritorno, sto chiedendo la luna? Non mi pare...ora per favore non fare il coglione e siediti."
Lo raggiunsi fino ad arrivare a un palmo dal suo corpo, non avevo paura. Volevo solo capire il reale motivo di questa sua richiesta.
"Dimmi il vero motivo Kacchan."
Indietreggiò di un passo e distolse lo sguardo...la sua mandibola era serrata i suoi occhi erano lucidi.
Non era da lui avere un atteggiamento del genere.
"Sei troppo ingenuo e buono e non voglio che le persone se ne approfittino."
Non capivo dove volesse andare a parare.
"Non tutte le persone sono malvagie." Dissi serio con il cuore in gola...aveva ragione sul fatto che io fossi troppo buono ma non era una motivazione giusta per non lasciarmi andare.

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