Capitolo 22

434 22 7
                                    

Era il giorno del saggio, l'ansia mi scorreva nelle vene e non ero l'unico...anche i miei amici non riuscivano più a reggere il peso.
Il tutto si sarebbe tenuto all'interno di un teatro con dei giudici che avrebbero dato un voto e un giudizio alla nostra esibizione.
Indossavamo tutti una camicia nera e dei pantaloni del medesimo colore, tranne le ragazze che avevano la gonna.

Eravamo in una specie di camerino in attesa del nostro turno, Izuku accanto a me trasse un respiro profondo e dopo si alzò attirando la nostra attenzione.
"Ragazzi qualunque cosa accada lì dentro, diamo il meglio di noi stessi...non ho dubbi sul fatto che passeremo e che tra una settimana varcheremo la soglia dell'accademia. Diventeremo dei musicisti e gireremo il mondo...e se andrà male, riproveremo anche l'anno prossimo. Siete con me?" Alzò un pugno al cielo e tutti noi lo imitammo, sapeva sempre come infondere sicurezza ed era molto persuasivo.
"Hai ragione Izuku! Mai battere la fiacca, dobbiamo dare il massimo. Qual è il nostro motto?" Aggiunse Mina alzando le braccia.
"PLUS ULTRA!" Urlammo in coro e pochi attimi dopo vennero a chiamarci.
Izuku tremava e prima che potesse entrare lo afferai dalla cravatta e lo avvicinai a me. "Farai faville, vedrai." Lo baciai velocemente e mi sorrise convinto.
Il direttore d'orchestra ci fece segno di accomodarci e di prepararci.
Dopo aver dato una sistemata ai nostri strumenti lanciammo uno sguardo di intesa al maestro e con un colpo di bacchetta diede inizio al brano.

Il pugno del direttore si chiuse così come il nostro brano, ci alzammo e i giudici ci dissero che in giornata avremmo avuto notizie.
Uscimmo dal teatro e un leggero venticello mi scompogliò i capelli.
"Wow! Mi sento leggero come una piuma." Il biondo elettrico cinse le mie spalle e quelle di Eijiro ma mi scostai sbuffando. "Puoi dirlo forte, siamo unici." Si battè un pugno sul petto afferrando la sua compagna dalla vita per poi baciarla appassionatamente.
Feci una faccia indignata e accelerai il passo così da raggiungere Izuku che stava parlando al telefono.
"Con chi parli?" Gli avvolsi un braccio attorno alle spalle.
Alzò un indice e me lo mise sulle labbra, glielo morsi e iniziò a balbettare.
"S-sì è andata bene, almeno credo. Oggi pomeriggio ci faranno sapere se siamo stati ammessi o no." Mi guardò con odio e feci l'indifferente alzando le spalle.
"Sì, pensavamo di andare a mangiare una pizza tutti insieme." Si attorcigliò una ciocca tra le dita guardando per terra.
"Si è con me, fa il cretino come suo solito." Rise e mi diede un veloce bacio sulla guancia che mi fece socchiudere la bocca sorpreso.
"Nerd, non provocarmi in mezzo alla strada o non risponderò delle mie azioni."
"Va bene, ci sentiamo dopo. Un abbraccio." Chiuse la chiamata e mi guardò con disappunto. "Quando lo dico è perché lo penso, sappilo." Mi diede una spallata affettuosa e appoggiò una guancia sulla mia spalla.
"Mh, a cosa ti riferisci esattamente?"
"Che sei un cretino." Mi fece la linguaccia. "Il mio cretino preferito." Mi afferrò dalla cravatta e mi abbassò fino a far congiungere le nostre labbra.

Ero sorpreso dalla sua intraprendenza, mi stupiva ogni giorno di più, ricambiai entusiasta e le nostre lingue si intrecciarono dando il via a una danza lenta e piacevole.
"Olè! Midobro che ci dà di lingua in pubblico. Dacci dentro rubacuori."
Senza staccarmi dal verdino feci il dito medio ai miei amici dietro di noi che risero di gusto.

Strinse l'orlo della mia camicia con le mani. "Sono così soddisfatto di avere un ragazzo come te."
"Soddisfatto da che punto di vista?" Strinsi una sua natica e gli morsi un orecchio. "Perché in quell'ambito posso dire di essere piuttosto bravo."
"Devo imparare a usare le parole con te, cogli doppi sensi ovunque." Mi guardò dritto negli occhi e notai solo ora che li aveva lucidi, posai le labbra sulla sua fronte e lo abbracciai.
"Sono fortunato ad averti al mio fianco Kacchan." Riformulò subito dopo nel mio collo.
"Quindi ora siamo ufficialmente fidanzati?" Non era da me essere insicuro ma a volte il mio passato mi si ripresentava facendomi dubitare di tutto...
"È da un po' che lo siamo, non credi?"
"Hai ragione, ma sai...come mi dicesti tempo addietro, ho paura che tutto possa svanire." Mi venne il batticuore e l'ansia mi avvolse facendomi stringere i denti.
Mi prese il viso tra le mani. "Smettila di farti mille paranoie, tu mi piaci da impazzire da quando ho posato gli occhi su di te la prima volta due anni fa...viviamo nel presente e non pensiamo a ciò che potrebbe accadere, impariamo ad amarci. Chiaro?" Mi baciò la fronte e mi lasciai trasportare dal suo tocco e dalle sue parole.
"Va bene Izu, va bene..." Sorrisi debolmente e dietro di noi i nostri amici corsero nella nostra direzione euforici.

🎶Su di Noi🎶Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt