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Prese una spada e colpì la mia facendola cadere a terra
«Potresti essere brava con la spada, ma non sei abbastanza veloce»
commentò raccogliendola da terra
«Se avrei voluto tagliarti la testa l'avrei già fatto» si mise a ridere «Davvero? dimostralo allora»  mi ripassò la spada  e si mise in posizione
Iniziammo il nostro combattimento
Edward era ben addestrato, era agile e sapeva schivare ogni mia mossa, con la punta della spada lo colpì al braccio lacerando di poco il tessuto,  approfittando del suo momento di distrazione gli colpì la spada facendola cadere a terra, lo portai contro il muro e gli puntai la mia  contro ancora una volta.

«Okay, te lo concedo, sei stata brava» abbassai la spada e lui mi prese per i fianchi e scambiò le nostre posizioni mettendomi con le spalle al muro «Ma non dovevi abbassare la guardia» disse guardandomi negli occhi, l'azzurro delle sue iridi era limpido come il cielo
Il suo petto era attaccato al mio, avvicinò la mano al mio viso e mi accarezzò la guancia mentre il pollice finì sul mio labbro inferiore.
Mi sentivo immobile sotto al suo sguardo, avrei dovuto allontanarlo, ma non ci riuscivo, sentivo la tensione tra i nostri corpi crescere sempre di più
«Sai Juliette..» iniziò a parlare senza smettere di guardarmi le labbra
«Cosa?»  la mia domanda uscì come un flebile sussurro
«È sbagliato.. volerti baciare?» la sua domanda mi destabilizza
Ma senza darmi tempo di dargli una risposta le sue labbra si appoggiarono sulle mie regalandomi un dolce bacio a stampo chiudemmo entrambi gli occhi, Edward schiuse le labbra chiedendomi l'accesso e io senza pensarci minimamente glielo diedi, la sua lingua vellutata danzava insieme alla mia in modo armonioso
Ma ad interromperci furono dei passi alle sue spalle  «Cazzo»  lo sentì imprecare prima di staccarsi da me in fretta
rispose la sua attenzione alle spade facendo finta di niente
«Juliette, pensavo ti fossi persa» gli occhi di Iris caddero sulla sagoma del fratello «Oh ci sei anche tu»
«Stavo scegliendo una spada da portargli..ma alla fine e venuto a prenderla da solo» le spiegai cercando di essere il più convincente possibile «Bene, Edward vuoi un aiuto per allenarti?» gli chiese scrutando la sua figura imponente «No, ho cambiato idea, penso che mi allenerò domani»  rispose voltandosi da lei, le sue labbra erano leggermente arrossate e gonfie ma Iris non sembrò sospettare nulla «Va bene, se non hai nulla da fare ci accompagneresti al villaggio?»
Edward si voltò da me e i nostri sguardi si incrociarono per qualche istante
«D'accordo» disse accettando la proposta di Iris

Arrivammo ad un piccolo villaggio fuori dalle mura
«Queste persone sono state esiliate un po' di tempo fa, non hanno il consenso di varcare le mura, per questo vivono qui» c'erano dei bambini, alcuni giocavano altri aiutavano degli uomini ad accendere il fuoco «Perché sono stati esiliati?» le chiesi guardandomi in torno «Stupratori, alcuni di loro erano cavalieri, per questo non hanno voluto dargli la pena di morte, mio padre ha ordinato che se fosse nato un bambino o una bambina quest'ultimo doveva andare a vivere con il padre» mi spiegò lei con aria triste «Non capisco.. perché mandare via dei bambini?»
lei scrollò le spalle «Raggiunta la maggior età alcuni diventeranno cavalieri..altri dei semplici servi, ma per adesso dovranno continuare a vivere in questo modo» 

Iris si portò dietro delle ceste di pane e cibo che diede ai bambini dopodiché tornammo dentro le mura.

Dreams||seguendo il destino (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora