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«Quel tizio laggiù mi aveva detto che non posso parlarti» la voce di Ares mi arrivò come un ronzio nelle orecchie, erano appena due giorni che stava qui e già avevo voglia di sbattergli la testa contro il muro.
Juliette si mise a ridere.
Io riponevo tutta la mia attenzione ad un libro ma quando sentì la sua frase gli lanciai un occhiataccia
«È sentiamo, perché non dovresti parlarmi?»
«Penso sia geloso» rispose incrociando le braccia al petto «Sciocchezze» rispose lei
Chiusi il libro «Avete finito? tu non hai niente da fare?» Ares mi guardava con un sorrisetto sulle labbra «È geloso allora»  roteai gli occhi al cielo e decisi di non rispondere più alle sue provocazioni.

James entrò nella stanza con tutta la sua imponenza, Juliette mal grado cercasse di non farlo notare, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso e lo stesso era per lui.

Perché a me da così tanto 𝑓𝑎𝑠𝑡𝑖𝑑𝑖𝑜?

Si avvicinò ad Ares aspettando che quest'ultimo si alzasse dalla sedia situata accanto alla mora
«Alzati.» disse in tono pacato «Io da qui non mi schiodo, va a trovarti un altra sedia» Ares mise il broncio guardandolo dal basso «Avanti, smettila di fare il bullo» disse lei con noncuranza
James lo prese per le spalle e lo fece alzare contro la sua volontà «Ehi! ma come osi? appena mio padre saprà come mi state trattando, taglierà le vostre teste!» quest'ultimo gli arrivava a mala pena al mento, vidi Juliette mordersi il labbro inferiore per non mettersi a  ridere «Ah davvero?»
«Si, possibile che non posso parlare con nessuno qui?»
I suoi occhi azzurri scrutavano prima me, poi mio fratello  per poi ricadere di nuovo sulla figura di Juliette «Non ditemi che..oddio! Ve la fate insieme?» la sua espressione era scandalizzata mentre noi tre scoppiammo a ridere «Dio, adesso non ti sembra di esagerare?»
Ares si mise seduto sul tavolo mentre James prese il posto accanto a lei
«Non sto esagerando cara, date quest'impressione»
«Che bel impressione» commentai ironicamente
«Quindi lei è libera?»
«No» disse mio fratello tagliando corto «Si» lo corresse Juliette senza rivolgergli nemmeno uno sguardo
«No»
«Si»
«No»
«Si, smettila James» le lanciò un occhiataccia «No» la mora roteò gli occhi al cielo ma prima che potesse dire altro la voce di mia sorella riecheggiò nella stanza.

«Ragazzi» Iris entrò nella stanza con un gran sorriso sulle labbra, si avvicinò a Juliette e le lasciò una scatola in grembo «Che cos'è?» chiese portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Aprila e lo scoprirai»
quando Juliette aprì la scatola rimase incantata a fissare il contenuto con un sorriso sulle labbra
«Iris, è stupendo»
«di cosa si tratta?» chiesi sporgendomi per guardarne il contenuto, era un vestito.

Lo tirò fuori dalla scatola e lo stese sul tavolo, la parte superiore era di tessuto bianco e trasparente decorata con diamanti bianchi fino in torno alla vita, mentre la parte inferiore era di colore blu
«Te lo metterai al ballo, sarai stupenda Juliette»
le due si abbracciarono in modo caloroso, mentre Ares riprese di nuovo a parlare
«Iris, vero? hai già un accompagnatore?»
quest'ultima gli rivolse un occhiata curiosa «In realtà no ma..» lui scese dal tavolo e la prese a braccetto «Bene, sarò io il tuo accompagnatore»
nemmeno a lasciarle il tempo di obbiettare che la trascinò fuori dalla stanza.

«Quel ragazzo è una spina nel fianco» dissi sbuffando «In realtà è simpatico» Juliette se ne esce con quella frase  ritirando il vestito con cura nella scatola
«In realtà è simpatico» la canzonò James «Lo è perché ti va dietro?» chiese inarcando un sopracciglio
Lei lo guardò con un espressione indecifrabile poi scrollò il capo «Ho deciso, non ti degnerò più di una sola parola James»
Si voltò e uscì dalla stanza senza dire altro così mio fratello ripose la sua attenzione su di me
«Sei piuttosto silenzioso oggi» continuava a giocherellare con un anello nero tra le dita in modo nervoso mentre i suoi occhi non si scollavano dai miei, scrollai le spalle in modo disinteressato «Forse ho sbagliato a chiederle di venire con me al ballo» si lasciò andare quella confessione sbuffando «Lei non mi sopporta nemmeno»
«Magari dovresti solo imparare a dosare le parole non credi? è comunque lei era libera di scegliere eppure ha accettato» lui annuì assorto nei suoi pensieri poi si alzò e uscì dalla stanza lasciandomi da solo.

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Scusate il ritardo:)
Spero che il capitolo vi piaccia.

Dreams||seguendo il destino (1)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora