11. Break it [Passato]

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Every time I  c l o s e   my eyes,
It's like a   d a r k   paradise




🌧️

Ieri
Passato



Ricky è sotto al portico, davanti alla propria moto, intento a legare la sacca sportiva dietro al sellino.

Si è infilato la giacca di pelle nera e rossa dei Diavoli Rossi e un pantalone della tuta. Quando lo raggiungo sta già armeggiando con i lacci del casco per sganciarlo dai manubri della moto.

Non ho dovuto riflettere molto prima di capire chi dei due, tra lui e Matt, volessi seguire.

Mi fermo a qualche passo di distanza, senza sapere bene come comportarmi. Conosco Ricky così poco...

«Stai andando via?»

La mia domanda lo fa sussultare. Forse era preso troppo dai suoi pensieri per accorgersi del rumore dei miei passi che si avvicinavano dietro di lui.

Raddrizza la schiena e si volta a guardarmi.

L'occhio risulta già gonfio e il sangue uscito dal sopracciglio spaccato si è seccato tutt'attorno alla palpebra tumefatta.

Ricky scrolla le spalle. «Non mi sembra il caso di rimanere»

«E vorresti guidare in queste condizioni?»

Gli si disegna un sorriso triste sulle labbra. «Ti preoccupi per me, stellina?»

Faccio un cenno alla porta di casa. «Vieni, ti pulisco la ferita».

Mi avvio senza aspettare una sua risposta, certa che mi avrebbe seguita. Me ne assicuro solo quando arrivo davanti al bagno del piano terra. Lancio un'occhiata oltre la mia spalla e lui è lì, le mani affondate nelle tasche della tuta e il capo chino.

Cerco la cassetta del pronto soccorso nei vari ripiani dell'armadietto. Con l'occorrente in mano mi volto a fare cenno a Ricky di sedersi sulla tavoletta del gabinetto ma lui resta in piedi, appoggiato con la spalla alla porta.

«Sarai alto almeno mezzo metro più di me, devi sederti se vuoi che ti pulisca la ferita».

Ricky esita. «Se mi avvicino scapperai via piangendo per la terza volta?»

Mi appoggio al lavandino ed emetto un lungo sospiro. Ho ancora gli occhi arrossati e un groppo in gola ma scuoto lentamente la testa in senso di diniego. «No».

«Mi dispiace essere stato così insistente».

Ha frainteso il motivo per cui sono corsa via in lacrime. Perché si sta scusando?

«Lo volevo anche io. Non mi hai costretta a fare nulla» rispondo a bassa voce. E volerlo così tanto mi ha fatta sentire al mio peggio.

Senza aggiungere altro si va a sedere sulla tavoletta chiusa del gabinetto. Restiamo in silenzio per tutto il tempo che impiego a pulirgli la ferita del sopracciglio e dello zigomo.

Comprimo la busta del ghiaccio sintetico e, appena si solidifica, la poggio sul suo occhio tumefatto.

Ricky non mi guarda e mi chiedo a cosa stia pensando tanto intensamente da aver zittito la sua lingua arrogante.

Come Rain or ShineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora