Carlos Perez

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Dyersburg, Tennessee, 1998.

Due anni dopo quel tragico evento le cose sembravano tornate alla normalità. Dopo il funerale di Tracy, alla quale parteciparono tantissime persone tra cui amici, parenti e colleghi, nessuno dei due Logan ebbe più altri contatti con la famiglia Gray.

James si era chiuso in un silenzio e una solitudine tombale e Natasha aveva richiesto la custodia esclusiva del figlio perché non era convinta che si fosse trattato di un incidente domestico. Era evidente che l'uomo non sarebbe stato in grado di occuparsi di Dennis nello stato in cui versava, visto che non riusciva a provvedere nemmeno per se stesso.

Perciò ritenne necessario che prima James si prendesse del tempo per riprendersi dal trauma subito. In fondo, perdere l'amore della tua vita in quel tragico modo a soli ventisei anni doveva essere terribile. Il giudice accolse la richiesta di Natasha, aiutata anche dalla tragedia appena avvenuta e così, da ormai due anni, Dennis viveva a casa sua a tempo pieno.

Ormai Natasha aveva deciso di lasciare gli studi, aveva trovato impiego in un negozio di scarpe e si era comprata una piccola casa tutta sua a Dyersburg, non troppo distante comunque da casa di sua madre.

In quel periodo Natasha conobbe un uomo, Carlos Perez, originario di Santo Domingo, di trent'anni che lavorava come meccanico, e che comprava molto spesso scarpe anti-infortunistiche nel negozio dove lavorava la ragazza.

Natasha, esattamente come James, non aveva tenuto nascosto a Carlos di essere già mamma di un figlio avuto con un altro uomo, secondo lei era assolutamente importante che chiunque avesse voluto entrare a far parte della sua vita doveva essere informato subito della sua maternità anche se sotto sotto aveva sempre il timore di non essere accettata dal suo futuro partner.

Carlos fece la conoscenza di Dennis una settimana dopo che i due iniziarono a frequentarsi, ed esattamente come con Tracy, Dennis non era affatto entusiasta della nuova conoscenza della mamma. In realtà anche Carlos condivideva lo stesso sentimento di disprezzo nei confronti del bambino, non lo sopportava proprio e nemmeno gli rivolgeva la parola se non in presenza di Natasha, dove giocava la parte del fidanzato spaesato che provava a fare amicizia col figlio.

Quando si trovavano da soli a casa o in una stanza diversa da Natasha, invece, entrambi si parlavano senza risparmiarsi insulti e dicendosene di tutti i colori.

Una volta, mentre tutti e tre stavano facendo una passeggiata, Natasha notò che nel negozio dove lavorava, una sua collega che non si faceva vedere da un po' per malattia era tornata al lavoro, e aveva deciso di entrare a salutarla.

Mentre parlava con la sua collega sulla propria vita privata tra marito, figli e suoceri, Carlos e Dennis erano rimasti in disparte da soli e il bambino, seduto su uno sgabello apposito per provare le scarpe, aveva cominciato a dare dei calci alle gambe dell'uomo.

«Smettila.»
Dennis intensificò la forza dei suoi calci.
«Ti ho detto di smetterla, piccolo stronzo.»
«No.» e ancora una volta aumentò il ritmo dei suoi calci.
«Guarda che non mi interessa se sei solo un bambino di cinque anni, se non la smetti subito ti giro la testa al contrario. Hai capito?»

Dennis si fermò momentaneamente fissando coi suoi occhi strizzati l'uomo, quasi in un gesto di sfida. Carlos distolse lo sguardo da lui scuotendo la testa, come se stesse pensando che razza di caso umano fosse quel bambino, e in quel momento Dennis ricominciò a dare i calci alle sue gambe.

Sulle tracce di Dennis LoganWhere stories live. Discover now