Disegnava il suo assassino

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Quello che Dakota non sapeva, in realtà, era che l'attendeva un destino nefasto. La sua infatuazione nei confronti di Dennis non le aveva permesso di scoprire la trappola dov'era appena caduta, affamata com'era di ottenere le sue attenzioni.

Il ragazzo infatti si era già accorto del fatto che qualcuno lo stesse anche semplicemente osservando nei giorni scorsi, aveva sentito la sensazione di due occhi puntati su di lui e che poi, furtivi, tornavano a guardare altrove. E quegli occhi erano di Dakota e del suo album da disegno. Quando la ragazza aveva deciso di avvicinarsi e gli aveva fatto vedere i suoi schizzi, Dennis sapeva già che avrebbe trovato anche sé stesso, e questo fu l'inizio della fine. Non aveva fatto fatica, si vedeva lontano chilometri e chilometri che Dakota era pazza di lui, anche se la ragazza aveva cercato di nasconderlo.

Gli occhi non mentono mai, o quasi.

Tutto quello che Dennis aveva dovuto fare era solo darle corda, non aveva bisogno di conquistare la sua fiducia, poiché lei stessa la desiderava.

Ora, varcando la soglia della sua stanza, il suo ghigno malvagio si espanse ancor di più, già immaginando quello che avrebbe potuto fare e come. Inoltre aveva mentito sulla sua partenza, perchè in realtà la sua vacanza sarebbe finita proprio il giorno dopo, nello stesso istante del loro appuntamento. Ma questo Dennis fece molta attenzione a non rivelarlo.

Il suo cervello aveva già iniziato a lavorare nel momento stesso in cui aveva preso in mano lo sketch book, proprio quando Dakota si era finalmente sbloccata dalla sua timidezza, grave errore.

Si tolse la giacca lasciandola sulla sedia vicino alla scrivania vuota e inutile della stanza, si tolse gli scarponi da montagna e si buttò sul letto, sospirando soddisfatto, i capelli ribelli dispersi sul materasso.

Fissò il soffitto con il suo solito sguardo a occhi stretti, ripercorrendo gli ultimi attimi alla piazza ancora una volta.

Illudere la gente, quanto poteva essere facile? Si dava loro parte delle volute aspettative ed erano già al suo guinzaglio, come la sua compagna di scuola di sette anni fa, Kayla, convinta di poterlo controllare offrendogli piacere, ma cieca su altri fronti.

La parte bella di un'illusione è che non si sa mai quando inizia e quando finisce.

Si girò su un fianco, per poi alzarsi e prepararsi per andare a letto, per fortuna le coperte erano molto calde. La notte si gelava ancora di più della mattina.



***


Dennis fece il check out alla reception, riconsegnando la chiave all'uomo intento a registrare il tutto. Poi lasciò la valigia nella hall in modo tale da non averla tra i piedi e soprattutto da non farla vedere a Dakota.

La trovò esattamente dove pensava, alla piazza circolare, seduta sulla panchina del giorno prima, intenta ovviamente a disegnare qualcosa sul suo album. Cosa potesse essere il soggetto non era difficile capirlo, con molta probabilità stava rittocando il ritratto di Dennis, o forse stava disegnando la fontana per la decima volta, sfruttando la nuova prospettiva non così tanto diversa dalla solita.

Il ragazzo si avvicinò a lei con calma, senza fretta e senza far troppo rumore, con le mani in tasca e qualche montagnetta di neve che scricchiolava sotto di lui.

E fu proprio quel suono ad attirare l'attenzione di Dakota, che si voltò e sorrise tutta raggiante.

«Eccoti! Buongiorno!»
«Aspetti da tanto?»
«Oh no, sono appena arrivata anche io.» prese tra le mani lo zaino di tela verde che aveva con sè, mise dentro il suo sketch book e la matita, poi lo rimise in spalla sistemando anche il cappuccio, «Allora, pronto per il tour?»
Dennis annuì e tutti e due si misero in marcia per le strade di Gutlinburg.

Sulle tracce di Dennis LoganHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin