La maschera innocua del killer

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I notiziari di tutto il Tennessee continuarono a parlare del delitto di Tullahoma e del fatto che, nonostante la mancanza di prove, fossero venuti fuori dei sospettati. Ma dopo innumerevoli ore di interrogatori, nessuno, nemmeno il criminale più temibile, aveva a che fare con la vicenda che aveva portato alla morte il povero Adam Turner.

Inutile dire che tutta la comunità di Tullahoma era terribilmente addolorata, ricordando quel ragazzo come una bravissima persona, sempre disponibile e gentile con tutti. Chiunque fosse stato il colpevole doveva essere proprio senza cuore per aver osato far passare quell'inferno a quel povero ragazzo.

Nei due giorni successivi all'accaduto le cose a casa dei Logan andarono comunque come di routine, Dennis andava a scuola e James al lavoro.

In classe gli studenti più interessati ogni tanto tiravano fuori l'argomento e creavano delle vere e proprie cerchie di interlocutori sentendo varie ipotesi su chi potesse essere il colpevole: chi diceva che si potesse trattare di un ex fidanzato geloso che voleva vendicarsi su di lui a causa della fidanzata e chi invece sosteneva fosse un uomo senzatetto imbottito di droga.

Ogni tanto anche Dennis veniva chiamato per sapere la sua versione e lui, con noncuranza come se non gli importasse, riportò semplicemente le parole di suo padre: «È stato sicuramente un pazzo.»
«E lo dici con così poca empatia? È stato ucciso un ragazzo!»
«Be', ad ogni modo non è affar mio.»
«Si tratta comunque di un fatto terribile, non puoi parlare sul serio. Tu sei proprio strano lo sai?»

Dennis li liquidò tutti con un'alzata di spalle e tornò per la sua strada. Ora che era tornato a casa aveva anche ripreso a giocare la parte del ragazzo normale, parlando dell'omicidio come se fosse una delle tante notizie e, quando si ritrovava da solo, ripensava a come si era gustato il momento della carne recisa da quel coltello.

Le ipotesi volarono per un'intera settimana finchè, con grande sorpresa di tutti, un uomo sulla quarantina che soffriva di schizofrenia non venne ritrovato morto annegato sulle sponde del lago. In mano aveva un coltello da cucina ormai ripulito dalle acque ed era scomparso pochi giorni dopo la morte di Adam.

Era in realtà frutto di una grande coincidenza ma, date le circostanze e il fatto che nessuno sapeva che il vero killer fosse Dennis, la polizia decise di archiviare il caso. Secondo l'ipotesi definitiva l'uomo stava vagando per le strade di notte e si era imbattuto in Adam, in preda a una crisi lo aveva scambiato per qualcun'altro o addirittura qualcosa di non umano e lo aveva aggredito, visto l'ematoma che il ragazzo aveva alla testa. Successivamente lo aveva portato nel capanno abbandonato e lo aveva torturato, forse credendosi qualche agente segreto di chissà quale sua associazione immaginaria, e infine lo aveva finito tagliandogli la gola.

Dopodiché, si sarebbe ripreso dalla crisi e si sarebbe accorto delle sue gesta, al ché avrebbe iniziato a vagare senza meta nei pressi del lago e sarebbe caduto da una scarpata, morendo poi annegato perche come aveva testimoniato la famiglia, l'uomo aveva paura dell'acqua e non sapeva nuotare.

Anche senza prove, questo racconto rimaneva l'unica ipotesi più attendibile.

***

La vita di Dennis, dopo la chiusura del caso di tre mesi prima, tornò monotona come sempre. Studiava, stava a casa, si messaggiava con Yazmin e andava a dormire.

Un giorno chiese a sua madre se potevano uscire a mangiare per fare qualcosa di diverso e decisero di andare in una griglieria che faceva le migliori costolette del Tennessee.

Mentre tirava fuori le posate dalla carta rimase ad osservare quel coltello da bistecca ben affilato e sentì salirgli in corpo la voglia di affondarlo dentro qualcosa. Gli ritornò in mente la ferita di Adam, ricucita coi punti, ancora rossa e gonfia, e di come il suo grosso coltello l'aveva riaperta. Ma in quel momento potè solo accontentarsi di affondare la sua posata nella carne grigliata ancora fumante.

Sua madre aveva ordinato delle alette di pollo piccanti e le scappò un grosso woow quando ne addentò una: «Questa aletta è davvero piccante! Assaggiala.»
«No grazie, va bene così, non mi piace il peperoncino.»
«Hey ciccio! Che uomo sei? Hai paura di un po' di pizzicore sulla lingua?»
«Non è vero!» Dennis cercava di rimanere serio, ma l'espressione paonazza di sua madre che cercava di reggere il piccante era troppo divertente.
«Allora, se non è vero, finisci questa aletta di pollo forza!»

Il ragazzo si arrese, prese il pezzo di pollo che sua madre gli aveva dato e, cercando di non soffermarsi troppo sul sapore e sulle labbra in fiamme, finì l'aletta in tre grossi morsi. Successivamente svuotò tutto il suo bicchiere di bibita per estinguere il fuoco che padroneggiava sulla sua lingua.

«Questo è il mio ragazzo!»
«Prega che domani avrò ancora una lingua!»

Finito di mangiare, i due uscirono per tornare a casa e, mentre Natasha faceva retromarcia per uscire dal parcheggio, il forte suono squillante di ragazze che ridevano attirò la loro attenzione.

Un gruppetto di cinque ragazze, forse tra i quindici e i diciotto anni, stava passeggiando per il marciapiede illuminato ed erano vestite con cortissimi abiti che lasciavano vedere molta carne e portavano minuscole borsette fluo appese ai gomiti. Come tocco finale portavano dei tacchi con le zeppe forse più alti di loro.

«Oh che ricordi, anche io ero così da giovane, che disastro.»
«Non ti somigliano per niente! Stai parlando sul serio?»
«Si certo, ero così anche quando ho conosciuto tuo padre. Poi basta, è cambiato tutto.» finì la manovra, mise la freccia ed entrò in strada immettendosi nel traffico, «Sono rimasta incinta di te e, date le circostanze, tacchi alti come palazzi e top più corti del mio busto non erano proprio indicati.»
«Scometto che eri comunque più bella di quelle galline là.»
«Non te ne piace neanche una? Sono giovani e tu hai sedici anni, non hai un interesse importante per una ragazza?»
«Mamma! Guida e basta per favore.»

Natasha lasciò cadere l'argomento assecondando Dennis. Accese la radio e, in pochissimi secondi, l'atmosfera cambiò mentre i due cantavano e si muovevano a ritmo di musica fino a casa.

Sulle tracce di Dennis LoganWhere stories live. Discover now