1 • IL PARADISO DEL PERFETTO MISANTROPO

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La casa della nonna è proprio come dovrebbe essere la casa di una nonna: è un angusto trionfo di carta da parati a fiorellini, mobili in scuro legno massello, vecchie foto, centrini ingialliti e ariose tendine con inserti di uncinetto. E odora di infanzia, di naftalina e di deliziosi biscotti appena sfornati.

Che, probabilmente, se fossero stati sfornati qualche minuto prima, sarebbero ancora più deliziosi.

«Come mi sta questo vestito, nonna?» domando, affacciandomi sulla porta della cucina.

Lei, con un coltello, sta staccando alcuni biscotti bruciacchiati dalla carta da forno su cui si sono incollati.

«Deve essere colpa del forno» borbotta.

«Certo» confermo. «Il vestito mi sta bene?»

Ma la nonna se ne frega del mio vestito.

«Assaggia, per favore» risponde, allungandomi un biscotto marroncino.

Molto malvolentieri, porto quel che resta del biscotto alla bocca e ne smangiucchio un pezzetto.

«Diresti che, tutto sommato, può essere considerato abbastanza buono?» domanda.

«Possiamo grattare via la parte bruciata» provo.

«Non sono bruciati» mi contraddice la nonna. «Solo ben cotti».

«Possiamo grattare via la parte ben cotta» riformulo. «Oppure possiamo farli mangiare a Luigino. Non se ne accorgerà nemmeno».

«Sarebbe ora che si staccasse un attimo da quel televisore per fare merenda» sospira.

«Non lo farà» le dico. «Ma non prenderti pena, lui fa sempre così».

«Pensi che gli piacerebbero?» domanda, rigirandosi un biscotto tra le dita pallide.

«Certo che sì» la rincuoro. «Lui, poi, adora i biscotti al cioccolato».

La nonna mi lancia un'occhiata stranita. Ah, cazzo. Non sono al cioccolato. Sono solo molto ben cotti.

«E anche quelli senza cioccolato» aggiungo, afferrandone una manciata.

«Aspetta che si raffreddino!» mi blocca.

«Non preoccuparti» la rassicuro.

Perché, tanto, mio fratello non ha tempo da perdere per poter badare a futilità come la temperatura delle vettovaglie che, di tanto in tanto, miracolosamente e puntando esclusivamente sulla pietà di qualcuno, riesce a procacciarsi. Luigino, quando è davanti ai suoi videogiochi — cioè sempre —, si alimenta quel tanto che gli è sufficiente per non morire, masticando con la bocca aperta e sbriciolandosi addosso mentre impreca in cuffia.

Irrompo in soggiorno e mi paro tra il tubo catodico della nonna e il divano di pelle marrone su cui lui è stravaccato.

«Ti ho portato i biscotti per merenda».

«Grazie» risponde, inclinandosi da un lato per scacciarmi fuori dalla sua visuale.

«Assaggiane uno» gli dico. «Sono squisiti».

«Dopo, grazie. Ti scansi?» domanda, poi si porta una mano sulla cuffia. «No, scusa, parlavo con mia sorella».

«Senti» continuo, ignorando le sue proteste. «Come mi sta questo vestito?»

«Benissimo» risponde, senza posare lo sguardo su di me neanche per un secondo.

Sbuffo scontenta, mi liscio lo chemisier verde scuro e torno in cucina, dove la nonna, in ginocchio sul pavimento, ha infilato la testa del forno ancora tiepido.

MUDDY PUDDLE Where stories live. Discover now