4 • TI ANDREBBE DI BALLARE CON ME?

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Ripongo nella borsa il telefono su cui sono riuscita ad appuntare due cosette al volo e mi guardo intorno all'interno del bagno in cui mi sono venuta a rifugiare. Non ha affatto l'aria di essere il bagno di un'abitazione privata, sembra piuttosto un bagno pubblico. Non pubblico come il bagno di una stazione, ovviamente. Pubblico come la raffinata toilette di un hotel di lusso, quella in cui ti aspetteresti di trovarti a condividere lo specchio con celebrità strafatte intente a rimettersi il rossetto dopo aver vomitato nel lavandino o a infilarsi sostanze psicotrope su per il naso.

Va bene. Peter Potato è qui. Devo soffocare questo inopportuno senso di imbarazzo. Non sa chi sono, né potrebbe mai immaginare il modo riprovevole in cui ho sfruttato il suo nome e la sua immagine per accumulare visualizzazioni e notorietà.

Non ho alcun motivo di sentirmi in difetto di fronte a lui, penso, sistemandomi i capelli davanti allo specchio. Anzi. Piuttosto, potrei tentare di scambiarci due parole. Magari, addirittura, di scattare una foto insieme a lui.

Insomma, anche sforzandosi di tralasciare il non trascurabile dettaglio della sua smisurata avvenenza fisica e della spropositata reazione ormonale che questa genera in me, bisogna ammettere che, anche solo da un mero punto di vista promozionale, potrebbe essere un vero e proprio colpaccio.

Digito velocemente un messaggio per Belinda, la editor della Allen & Hawkes. Sono sicura che una notizia del genere riuscirà a entusiasmare persino lei. Potrebbe addirittura indurla a rivedere tutto quel tetro discorso sulla morte della letteratura.

Voglio essere del tutto onesta con te, mi risponderà. Ti avevo sottovalutata. Con il mio aiuto e le tue brillanti idee per una campagna promozionale di successo, il tuo libro diventerà immediatamente un best-seller e...

«Peppa» mi chiama Raisa, comparendo accanto a me nello specchio. «Tutto bene?»

«Sì, certo» sobbalzo.

«Sei scappata via come un razzo» dice Zoe, estraendo una cipria compatta dalla sua pochette. «Quindi? È stato Peter Potato a farti questo effetto? O uno dei ragazzi?»

«Nessuno dei due» mi affretto a rispondere. «Ma non mi aspettavo di vedere Peter comparire così, alla festa di Suzy».

«Suo padre, il signor Potato, è dello Yorkshire» dice Raisa. «Ti ricordi di lui? È stato un conduttore televisivo molto famoso, alcuni anni fa, e veniva spesso da queste parti».

«Certo che mi ricordo» dico, anche se avrei qualcosa da sindacare sul significato di molto famoso. Perché molto famoso lo è stato forse qui nel nord del Yorkshire ma, a Londra, non credo esista anima viva che lo abbia anche solo mai sentito nominare. «Quindi è per questo che Peter e Suzy si conoscono?»

«Sì» conferma Zoe. «Peter ha passato sempre qui le vacanze estive, negli ultimi anni. Non potevamo crederci, quando è diventato così famoso».

«Lo conoscete tutte molto bene, dunque».

«Lo conosciamo da tanti anni, sì» annuisce Raisa.

«Sì, beh, torniamo di là?» domanda Zoe. «Non voglio perdermi tutta l'esibizione».

Mi sciacquo al volo le mani, mi volto ancora soprappensiero e mi ritrovo a urtare contro qualcuno.

«Scusami!» si affretta a dire quella persona.

«Ma no, figurati» rispondo, e intanto la osservo.

È una ragazza asiatica. Cinese, probabilmente. Ha i capelli neri molto lisci tagliati a caschetto, indossa un vestito lungo color senape e ha uno strano odore di... cera d'api e di lucido per argenteria?

MUDDY PUDDLE Where stories live. Discover now