20 • UN ALTRO SOSPETTATO

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Non so perché ma, ultimamente, tutte le volte in cui il telefono squilla mi ritrovo a sobbalzare. Forse perché una parte di me spera che sia Danny e l'altra teme che sia Peter. E, invece, sorprendentemente, stavolta non è nessuno dei due.

«Belinda?» domando, sconvolta. «È successo qualcosa?»

«No, niente» risponde. Ha una voce strana, sembra quasi... in imbarazzo. «Anzi, scusami per il disturbo. Volevo solo dirti che il tuo progetto di trasformare Ride Me in un teen mystery...»

«Sì?» chiedo, impaziente.

«... funziona» conclude, a sorpresa. «Missie Mouflon, l'amica d'infanzia della protagonista, la vittima che però è anche la prima colpevole, è un personaggio davvero interessante».

«Cosa?» domando, incredula. «Stai dicendo che il mio progetto... ti piace?»

«Sì» risponde, un po' seccata di doversi ripetere. «Mi sembrava di essere stata chiara. Il personaggio di Missie funziona. E anche Mottie e, in generale, l'idea di un'antagonista diretta per Ronja. Ma, in tutta onestà, la cosa che meno mi aspettavo e che più ho apprezzato è stata la svolta che ha preso il personaggio di Percival Parker-Potato: scaricato da Ronja per il maniscalco che le ha ferrato il cavallo del nonno. Un colpo di genio, devo ammetterlo».

Ho sentito bene?

«Hai fatto un ottimo lavoro» conclude. «Che, tuttavia, non credo sia in alcun modo conciliabile con il materiale di partenza. Cosa hai intenzione di fare? Intendi riscrivere il libro da capo?»

«Certo!» esclamo, euforica. «Certo, posso riscriverlo da capo, se dovesse essere necessario!»

«Non ne dubito» ribatte, non condividendo il mio entusiasmo. «Ma l'editore non lo accetterà».

«Cosa? Perché mai?»

«Perché intende farti uscire nel giro di pochi mesi, probabilmente a inizio anno nuovo» risponde. «Ma, soprattutto, perché sa che il vecchio Ride Me, per quanto faccia francamente schifo, ha avuto oltre tre milioni di visualizzazioni online e, quindi, venderà senza problemi».

«Ma il nuovo Ride Me sarà ancora meglio!» ribatto. «Venderà ancora di più!»

«Non è così che funziona l'editoria, mi spiace deluderti. E tu ormai hai firmato un contratto» risponde, non senza una certa dose di insofferenza. «Ma puoi tenere a mente tutte queste idee per il prossimo libro, magari. Sempre ammesso che qualcuno intenda darti una seconda possibilità come autrice, dopo aver letto quella merda di Ride Me».

Sto per aprire bocca e rispondere ma un avviso di chiamata mi interrompe giusto in tempo prima che cominci a piagnucolare.

«Scusami. Ho un'altra chiamata» dico, afflitta. «Possiamo parlarne dopo in chat, magari».

«Non è necessario, non ti preoccupare. Concentrati nel tagliare quelle quarantacinquemila parole» dice, ed è tornata al suo consueto tono antipatico. «E mandami quanto prima le tue idee per il sottotitolo».

Riattacco depressissima (Ride Me: afflizione?) e prendo l'altra chiamata.

«Ciao, Danny» dico, più avvilita di quanto vorrei sembrargli.

«Ciao, Peppa. Scusami ancora per ieri. Non ho proprio fatto in tempo a finirti la macchina».

«Non ti preoccupare» lo rassicuro. «Mi hai anche avvertita per tempo».

«Comunque, ora è pronta. Come sei organizzata nel pomeriggio?».

«Devo ancora organizzarmi. Ti faccio sapere più tardi, va bene?»

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